JEAN

Ci dividiamo in corridoio, io accompagno Ashley nella sua stanza. Non so perché la sto seguendo, forse non voglio starmene da solo al buio, forse voglio sapere cosa voleva dirmi in macchina, ammesso che volesse dirmi qualcosa.

Accende la luce, sospira e si gira, «Non mi va di dormire qui.»

«Non sei tu a decidere.»

Sono duro, lo so. Ma al momento sono ancora molto teso.

«Senti, sono rinchiusa da una settimana. Non tocco più un goccio d'alcol, e francamente, ora vorrei solo andare da Cass.»

«A fare che? La svegli, e poi?»

Lei abbassa lo sguardo, «Non voglio svegliarla. Vorrei... abbracciarla.»

Aggrotto la fronte, «Non ti sembra un po' tardi per starle vicina?»

Mi lancia uno sguardo pieno d'odio, «Se tu non mi avessi rinchiusa qui dentro, magari...»

«Mi stai dando la colpa?» ridacchio, sono nervoso.

«Devi ammettere che non essendo lì, non me ne sono accorta. Mica ho la palla di vetro, eh!»

«Ma che cazzo dici, Ashley? La tua unica preoccupazione era bere per non pensare, e adesso mi stai dicendo che ci avresti pensato te a lei? Ma se nemmeno compravi più da mangiare per te stessa!»

«Io almeno una scusa ce l'ho, e tu?»

La guardo, inspiro piano, la rabbia è un lenzuolo rosso sugli occhi.

«Che scusa dovrei avere, io?» chiedo.

Mi rivolge un sorriso obliquo, «Sei stato il primo ad approfittarsi di lei.»

«Era d'accordo, non l'ho forzata.»

«Te ne sei approfittato quando era più vulnerabile, te la sei scopata che era debole! Sei come Eros, l'hai usata e basta.»

«L'ha voluto anche lei. Cosa pensi di ottenere accusandomi? Speri di sentirti meglio con la coscienza?» Mi avvicino, «Ti svelo un gossip. Non starai meglio. In fondo sai che se non sei riuscita a starle vicina, la colpa è solo tua.»

Uno schiaffo mi colpisce il viso, ed è forte, tanto che mi giro di lato.

L'ha fatto davvero.

Il tempo si ferma, la rabbia cresce, mi volto, mi bruciano gli occhi dal risentimento. Afferro le mani di Ashley, fa resistenza ma io sono un uomo, sono più forte di lei, che è anche indebolita dalla dipendenza. Spingo i polsi in basso, mi ritrovo a poca distanza dal suo viso.

Ho i suoi occhi nei miei, il suo respiro addosso. Non sa più di alcol, io invece ho il cuore in gola e non riesco a stare fermo.

Non ce la faccio più.

Stringo i ciuffi biondi tra le dita, le tiro la testa indietro e la bacio con una foga che non mi appartiene.

Non ce la faccio davvero più.

Perdo il controllo, totale. Non so dove vanno le mie mani, stringo i suoi vestiti, la pelle, ho le sue dita sul viso, tra i capelli, sotto la camicia. Ashley ha voglia quanto me, stacca il suo corpo dal mio solo per aprirmi i pantaloni e prendere in mano la mia erezione. Il mio gemito è strozzato.

Mi stimola, come se ce ne fosse bisogno.

Ci denudiamo a vicenda in un attimo, siamo pelle a pelle, cuore a cuore, bocca a bocca.

Non so dove siamo finiti, lei è su di me, gambe aperte, ginocchia puntellate vicino ai miei fianchi. Entro in lei, mi sembra di sognare. Ma è reale? Davvero stiamo facendo l'amore?

CreepDove le storie prendono vita. Scoprilo ora