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JEAN

Raise your head
and taste the courage

Lancio un'occhiata sprezzante alla soundbar che sta riproducendo Chapter four degli Avenged sevenfold. Un sorriso compiaciuto si apre sul mio volto.

Già fatto.

Di nuovo mi guardo allo specchio. Stasera c'è la festa di capodanno, tutto deve essere perfetto.

Io devo essere perfetto. Per lei, per Ashley.

Questo è il momento adatto per iniziare a farle capire che faccio sul serio con lei. Devo sfruttare al meglio il potenziale romantico che questa serata offre. Che li fanno a fare altrimenti tutti quei film romantici in questo periodo?

Libero due ciocche di capelli sulle guance. Meglio.

Niente matita nera, stasera. Devo sembrare innocuo. E niente rossetto, potrebbe infastidirla, sempre che riesca a strapparle un bacio.

Ashley è davvero pudica, non so come mai una persona come lei abbia fatto breccia nel mio cuore.

Se ne sta sempre chiusa in quelle salopette sformate con canotta e scarponcini Timberland, non usa make up, non è mai uscita con un ragazzo da quando la conosco.

Sono certo che sia ancora vergine. A ventitré anni, roba da pazzi.

Sistemo una piega della camicia, sono maniacale riguardo al mio aspetto, ma i risultati mi danno ragione. Non è stato certo con tanti bei discorsi che ho sedotto uomini e donne.

Ora sono soddisfatto.

Esco dalla sua stanza e scendo le scale, vado dritto in salone. Mi avvicino al tavolo e saggio la resistenza del seggiolino di Alexi.

Bene, sembra abbastanza solido.

Il campanello accende in me la speranza. Speriamo sia Ashley!

Mi avvio e passo i capelli fra i ricci per aprirli. Voglio che siano voluminosi, stasera.

C'è Leon sulla porta, e la delusione è così palese da farmi cambiare espressione.

«Ah, sei te...» mugugno.

«Posso anche andare a casa, volendo.»

«Non te ne puoi andare, guarda quanto sei gnocco stasera!»

Lui mi lancia un'occhiata torva, «Se fai così, me ne vado per davvero.»

«Falla finita ed entra, stasera sono etero.»

Sì, stasera sono etero perché sono innamorato di Ashley, ma... eccome se non me lo scoperei Leon! Da quando l'ho visto la prima volta, con i suoi capelli rosso fuoco e il piercing al labbro. Gliel'avrei succhiato volentieri.

Il labbro, intendo.

Oh, beh, forse non solo quello, ma questo è un altro discorso.

Leon non si rende conto di quanto è sexy, coi suoi jeans strappati che gli cadono proprio bene sui fianchi. E poi, quel petto asciutto, gli addominali appena accennati... non posso fare a meno di guardarlo, quando suona senza maglietta.

Lui è davvero un figo, e ci credo che Cass se ne sia invaghita così. Se non ci fosse stata Ashley, ci avrei provato io.

Ma lei c'è. E io non sto scopando più con nessuno, per colpa sua.

La giacca di Leon mi piove addosso, l'afferro appena in tempo. Il suo profumo m'invade il cervello, e devo fare attenzione, se no davvero me lo prendo io, questo qui.

Lo guardo meglio, «Cicci, sei gnocco, ma fatti dire che sembri un becchino. Quasi quasi preferisco il tuo stile eroinomane dalla Seattle anni novanta. Per chi ti sei fatto elegante?»

Lui arriccia il naso, «Sei scemo? È l'ultimo dell'anno. Cos'è questo odore?»

«Mi fa piacere che tu me l'abbia chiesto!»

Lo guido in cucina e indico il forno acceso. Sono soddisfatto del mio operato, stavolta ho voluto cucinare con le mie mani.

E l'aiuto della tata, certo.

Ma Leon sembra non rendersi conto, «...quindi?»

«Come? Ho fatto il rotolo al salmone!»

Sgrana gli occhi, «L'hai fatto davvero te? No, vabbè, sei andato.»

«Te l'ho detto che sono innamorato, dovresti provare anche tu, Leon. È una sensazione bellissima!»

Di colpo lui abbassa la testa, la sua espressione cambia. Gli occhi si fanno tristi, qualcosa lo disturba, lo vedo.

Non sappiamo molto di Leon e tendiamo alla discrezione, ma c'è qualcosa che gli occupa i pensieri, è evidente dal primo giorno. Mi piacerebbe che si aprisse con noi, che ce ne parlasse, si sfogasse.

Ma niente, non lo ha mai fatto.

Lo osservo con attenzione, e socchiude appena la bocca. Che voglia parlarne, ora?

Parla, dice qualcosa, ma la sua voce viene sovrastata dal campanello, che c'interrompe. Leon sembra svegliarsi da un incubo, mi guarda terrorizzato, e capisco che non me ne parlerà mai più.

Proprio adesso dovevano suonare, maledizione...!

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