Chapter 58

790 30 6
                                    

IAN POV
Wow.
Sapevo che fare l'amore con Jess sarebbe stato fantastico.. ma quello era stato molto di più! Stupendo, paradisiaco, eccezionale, meraviglioso, sublime.. tutto perfetto.
La guardai dormire e passai nella mente il ricordo della sua voce mentre diceva di amarmi. Sorrisi al pensiero e accarezzai lievemente la sua spalla nuda. Amavo ogni cosa di quella ragazza e finalmente glielo avevo detto, ero riuscito ad ammettere a me stesso quel sentimento e accettarlo. Il suo respiro regolare si infrangeva sul cuscino e la bocca piena e meravigliosa era schiusa nel sonno.
Dio se era bella. E amava me.
Subito l'insicurezza che avevo visto sul suo viso mi aveva spaventato a morte facendomi indietreggiare e credere di aver commesso la più grande cazzata della mia vita. Il sollievo che avevo sentito quando aveva pronunciato quelle due parole non era paragonabile a niente.
Sorrisi prima di alzarmi piano per non svegliarla e andai in cucina a bere. Il divano era vuoto e di Mike nessuna traccia e a meno che non fosse uscito, cosa assai improbabile, avevo il sospetto di dove potesse essere.
La luce del frigo mi accecó un poco quando lo aprii per prendere la bottiglia. Mi sedetti poggiando davanti a me il bicchiere e lo riempii ascoltando l'unico rumore dell'acqua che scendeva.
Ian.. sei proprio tu?
Strizzai gli occhi cercando di ricacciare la voce.
Essere solo in quella stanza non aiutava, dovevo tornare da Jess, lo sapevo ma i miei piedi sembravano di piombo e non riuscivo ad alzarmi.
Dobbiamo parlare.
-No- dissi mentre il peso della realtà tornava ad appoggiarsi sulle mie spalle.
Piccolo mio, vieni qui.
-No no no no no- ripetei chiudendo gli occhi.
Ti abbiamo cercato sai?
Sentii la rabbia risalire dentro le vene e fluire in tutto il corpo mentre vedevo le immagini della sera precedente offuscate davanti a me.
Non sprecare del tempo che potresti usare per riempire quello perso.
-Non li voglio più nella mia vita- Chiusi i pugni.
Hanno sbagliato.
-Mi hanno abbandonato!- continuai a inveire contro il fantasma davanti a me.
Dacci la possibilità di spiegare.
-No!- urlai per l'ultima volta lanciando il bicchiere contro il lavandino.
Questo si infranse in mille pezzi facendo un rumore sordo che rimbombò tra le pareti.
Cazzo.
JESS POV
Aprii gli occhi lentamente premendo la faccia contro il cuscino davanti alla luce della finestra. Allungai un braccio nell'altra metà del letto ma la trovai vuota. Sbuffai e mi girai dall'altra parte.
Quella notte era stata davvero indescrivibile. Poter finalmente ammettere i miei sentimenti per Ian e sentirsi ricambiati era la cosa più bella che mi potesse accadere. Sorrisi tra me e me ricordando il momento in cui aveva pronunciato "ti amo". Come la curva delle sue labbra si era piegata in un sorriso ed erano spuntate delle leggere fossette.
Ero finalmente felice. Per davvero. Mi stirai allungando braccia e gambe sotto le coperte e chiusi gli occhi rilasciando un respiro. Guardai ancora il posto di Ian vuoto accanto a me e pensai che potesse essere in bagno o in cucina.
Mi alzai, vestii ed uscii dalla camera. Non sentendo alcun rumore entrai in bagno per una doccia rigenerante. Mi guardai allo specchio togliendomi i capelli dal viso prima di sbadigliare. Forse sarei dovuta tornare a letto.. solo un'altro po'..
Aprii l'acqua e mi sedetti sulla tazza aspettando che raggiungesse un po' di calore. Cominciai persino a canticchiare una canzone che avevo sentito da mio papà.
Finalmente un leggero strato appannò il vetro della doccia annunciandomi che potevo entrare. Mi tolsi la maglia e i pantaloni e li lasciai cadere sul pavimento. Quando toccarono terra un rumore di vetro rotto si espanse in tutta la casa facendomi sobbalzare.
Ripresi al volo i vestiti e me li infilai mentre aprivo la porta di corsa per fiondarmi giù dalle scale.
-Ian!- dissi ancora prima di scendere l'ultimo gradino.
Mi precipita in cucina e mi appoggiai alla porta con una mano guardando il ragazzo davanti a me chino sul tavolo.
-Stai bene?- chiesi avvicinandomi.
Avevo ancora il fiatone dopo quella maratona di prima mattina.
Appena fui sul punto di sfiorarlo si alzò di scatto facendo indietreggiare la sedia e me di conseguenza.
-Sì- rispose secco andando a prendere la scopa e cominciando a radunare i cocci in un angolo.
-Stai attento.. sei scalzo- sorrisi ricordando la volta che mi aveva presa in braccio per evitare che mi facessi male.
Questo ricordo non sfiorò nemmeno la sua mente quando annuì velocemente e senza guardami. Rimasi un attimo delusa ma capivo che dentro la sua testa doveva esserci un pensiero più grande.
-Dimmi cosa c'è che non va- incrociai le braccia davanti a lui.
-Niente-
-Ian- lo ammonii mentre prendeva un sacco della spazzatura.
-Ho detto niente- mi fulminò con lo sguardo.
Aggrottai la fronte ma lui mi ignorò nuovamente riempiendo il sacco e lasciandolo vicino al pattume.
Quando riprese a camminare pensai sarebbe venuto da me, ma nel momento in cui mi superò senza nemmeno guardarmi mi prese il panico.
Lo seguii su per le scale mentre dentro di me svariati dubbi urlavano nella speranza forse di farsi sentire anche da lui.
E se si fosse pentito?
Se avesse capito che era stato un errore?
Non mi amava? Aveva mentito?
Entrai in camera dopo di lui e chiusi la porta.
-Parlami. Per favore- lo supplicai.
Sbuffò e prese dal cassetto una maglia e dei pantaloni puliti.
-Dove stai andando?- mi appoggiai al muro già sfinita.
Non rispose e parve pensarci.
-Dimmi che ti porti dietro Ash-
-Non lo so- disse freddo.
Mi passai le mani sul viso e stropicciai gli occhi. Ogni briciola di felicità scomparsa dopo neanche mezz'ora che mi ero svegliata.
-Perché non dormiamo ancora un po'? È stata una notte lunga-
Sì infilò i jeans con uno strattone e il mio cuore prese un ritmo frenetico mentre lo vedevo allontanarsi da me.
Approfittai di un suo momento di distrazione mentre cercava l'orologio per prendere la maglia sul letto e portarla con me dall'altra parte della stanza.
-Dammela- disse duro.
-Non finché non ti deciderai a parlarmi-
-Lo sto facendo- mi squadrò.
-Cosa c'è Ian? Fino a poche ora fa era tutto perfetto..-
-Per te forse- sputò.
Spalancai gli occhi e sentii un vuoto nello stomaco.
Lui mi guardò stringendo gli occhi, poi si girò, prese un'altra t-shirt e la sostituì a quella che aveva indosso. Poi si diresse a grandi passi verso la porta ma mi obbligai a fermarlo. Lui la aprì e io la chiusi facendolo girare verso di me e spingendolo contro il legno. L'ironia dei ruoli inversi non mi sfuggì ma non feci trapelare nulla dalla mia facciata dura.
-Che cazzo stai facendo?!- ringhiò.
Socchiusi gli occhi e lo tenni fermo quando provò a divincolarsi. Era chiaro che non ci stesse mettendo tutta la sua vera forza, o sarei stata spinta via senza sforzo.
-Parlami, urla, sfogati, prenditela con me se ti aiuta a calmarti. Ma non ti lascerò andare via così. Non ti permetterò di fare cazzate proprio ora- strinsi i denti.
Lui mi guardò a lungo studiando la mia espressione e si appoggiò di più alla porta sospirando frustrato.
-Ho bisogno di una boccata d'aria-
-Posso venire con te-
-No. Devo stare un po' solo-
Annuii e gli accarezzai gli addominali passando l'altra mano sul suo collo.
-Promettimi che non farai dei casini-
Alzò gli occhi al cielo.
-Promettimelo Ian- dissi duramente.
Gemette chiudendo gli occhi.
-Ti prometto che non combinerò nulla-
-Mi fido di te-
Sorrisi più serena.
Non glielo avrei mai detto ma temevo che facesse qualcosa di irrimediabile.
Mi alzai sulle punte dei piedi e lo baciai.
-Ti amo- sussurrai.
Le sue spalle si rilassarono appena e si prese il labbro tra i denti.
-Ti amo- ripeté dandomi un piccolo bacio sull angolo della bocca.
Dopodiché mi spostò dolcemente ed uscì dalla camera senza più guardarmi. Quando sentii la porta di casa sbattere cacciai il senso di preoccupazione che mi inondava le vene: me lo aveva promesso e io mi fidavo di lui.
***
Quando tornai di sotto An e Mike stavano bevendo del caffè appoggiati al tavolo.
-Buongiorno- dissi senza entusiasmo versandomi una tazza di liquido rigenerante.
-Dormito bene?- mi chiese il mio amico.
Alzai le spalle.
-Direi di si-
Bevvi un sorso nel silenzio della cucina.
-E tu invece? Mi dispiace averti svegliato obbligandoti a dormire sul divano- gesticolai appoggiandomi al bancone.
Lui scambiò un'occhiata con An e io seguii il loro dialogo silenzioso. E per poco non sputai il caffè.
-Voi avete.. siete.. cioè voi..- li indicai incredula.
-Jess non è andata come pensi..- provò a dire An ma la interruppi.
-Non voglio sentire niente per l'amor di dio!- mi tappai le orecchie tenendo la tazza come potevo.
Alzarono le mani in segno di resa e io rilassai le braccia.
-Grazie- finii la mia colazione.
-Ian starà fuori tutto il giorno?-
-Non lo so- sospirai.
-Ha detto che aveva bisogno di un po' di tempo-
-Ma cosa è successo esattamente?- chiese An.
-Ieri i suoi genitori hanno avuto la brillante idea di rifarsi vivi dopo tre anni chiedendogli di parlare per chiarire tutta la situazione- riassunsi.
Sussultò.
-Deve essere sconvolto-
Annuii.
Seguì uno strano silenzio che nessuno aveva il coraggio di spezzare, anche perché io non avrei saputo cosa dire.
-Andrà bene- mi rassicurò Mike.
-Sì- provai ad essere convincente.
-Che volete per pranzo signore?- lo ringraziai mentalmente.
-Mc Donald?- propose An.
-Ottima idea- risposi.
-Allora così sia-
-Vado un po' nello studio- li informai.
Annuirono e mi girai per uscire.
-E Jess- mi richiamò Mike.
Lo guardai.
-Comunque abbiamo solo dormito- mi fece l'occhiolino.
-Oddio!- corsi su per le scale.
IAN POV
Avevo preso in considerazione l'idea di prendere Ash con me, davvero. Mi ero pure fermato davanti a casa degli zii.
Tuttavia ora mi trovato in un bar non troppo conosciuto, in cui venivo spesso gli anni passati. Ed ero solo con i miei pensieri, cosa che avrei presto risolto aiutato da un po' di alcool.
-Ian Jons! Da quanto tempo- sorrise Mary dall'altro capo del bancone.
-Non è passato così tanto-
-Quasi un anno- mi fece l'occhiolino finendo di asciugare un bicchiere.
In realtà mi ero ripromesso che non sarei più tornato al Black Moon, ma nella lista dei motivi per cui smettere di frequentarlo non avevo scritto "i tuoi genitori tornano dopo tre anni come se niente fosse".
Le sorrisi a mo di scuse e mi sedetti su uno sgabello.
-Se vieni a farmi visita ora e alle nove del mattino ci deve davvero essere qualcosa di serio- riempì un bicchiere di Jack Daniel e me lo porse.
La ringraziai e alzai le spalle.
-Va bene, non ne vuoi parlare. Faccio il mio lavoro- alzò le mani e servì un'altro cliente prima di tornare da me.
Andava già meglio dopo il primo giro, sentivo il liquido arrivare fino al cervello per sfrattare la merda che c'era dentro.
-Prova questo-
Alzai un sopracciglio ma accettai il bicchiere senza troppe scene. Poteva essere anche piscia e non me ne sarei accorto, pensai di essere così disperato in quel momento da accettare qualsiasi cosa fuorché mi facesse smettere di pensare.
Bevvi un sorso e la gola mi andò in fiamme.
-Cos'è?- chiesi deglutendo.
-Scotch- passò una birra a un ragazzo di fianco a me che disse qualcosa sul suo culo prima di andarsene.
Annuii.
-Ma lo beveva mio nonno-
-Volevi qualcosa per far tacere tutto? Beh segui il buon vecchio Jo e fidati di me- rise.
Conoscevo quella ragazza dalle medie, eravamo in classe insieme e mi "aveva dato un mano" quando ero rimasto solo. Se avevo bisogno di bere tanto sapevo che potevo sempre contare sul bar dei genitori di Mary, anche se non avevo l'età giusta nemmeno per entrarci.
Sospirai e mi guardai intorno nel locale. A quell'ora c'erano giusto due o tre persone insieme agli ubriachi abituali che chissà da quanto tempo se ne stavano seduti ai tavoli. Mi venne in mente Jess a casa, molto probabilmente preoccupata e se avesse saputo dov'ero, delusa da me.
-Dio- gemetti con le mani nel capelli abbassando la testa sul bancone.
-Vuoi parlarne?- la voce di Mary mi arrivò lontana.
Dobbiamo parlare tesoro.
-Non voglio parlare né ascoltare cazzo!- ringhiai alzando gli occhi.
Vidi la ragazza fare un passo indietro e mi pentii subito del mio scatto. Non ce l'avevo nemmeno con lei, anzi, ma non glielo dissi.
Scossi la testa finendo il liquido nel bicchiere.
-Un'altro-
JESS POV
Affondai una patatina nella maionese immersa nei miei pensieri. Eravamo da Mc Donald da circa dieci minuti e io ero l'unica ad essere riuscita ad ordinare. Guardai An e Mike in fila mentre parlavano tra loro. Morivo dalla voglia di sapere cos'era successo tra quei due nella notte.
Controllai il cellulare ancora una volta nella speranza di trovare qualcosa da parte di Ian. Niente. In compenso Sam mi chiedeva come stavo e se avevo novità.
Le risposi subito.
Ehi, tutto a posto. Niente di nuovo purtroppo. Sei ancora dai tuoi genitori?
Un minuto dopo il cellulare vibrò sul tavolo.
No, sono appena rientrata a Londra. Questa sera dormo da mia cugina e domani penso di tornare al college per ora di pranzo o poco dopo.
Sospirai. Le vacanze erano finite ma con gli ultimi avvenimenti non sapevo proprio come Ian avrebbe gestito tutta la situazione. E non averlo qui al mio fianco mi preoccupava ancora di più.
Noi non so quando arriveremo. Non ne abbiamo ancora parlato.
Vidi finalmente arrivare i miei amici con i loro vassoi.
Beh quando avete deciso mandami un messaggio. A domani ;)
Annuii anche se non poteva vedermi.
Va bene, a domani ;)
Riposi il cellulare sul tavolo e sorseggiai la mia coca mentre An e Mike prendevano posto.
-Ian?- mi chiese lei.
Feci una smorfia.
-Sam-
-Ha mandato un messaggio anche a me due giorni fa-
Annuii e presi una crocchetta.
-Mi ha chiesto a che ora torniamo domani-
Alzarono le spalle.
-In ogni caso devo fare la valigia. Mi sono volati i giorni e ho ancora tutto sparso- sbuffò An con il suo panino tra le mani.
-Mmmm.. come il Mc non c'è nulla- gemette Mike in approvazione del suo doppio cheeseburger. Odiavo la gente che mangiava senza prendere un etto e Mike era da sempre uno di loro a mio contrario.
Finimmo di mangiare in silenzio e cercai inutilmente in tutti i modi di non gettare occhiate al telefono ogni minuto.
-Cosa facciamo oggi pomeriggio?-
-Ho solo voglia di dormire- sbadigliai.
-Concordo- disse An.
Mike sbuffò.
-Che pigrone-
Quando guardai fuori dal vetro notai un ragazzo che stava passando velocemente come cercando di non farsi riconoscere.
-Ash!- urlai come se potesse sentirmi da fuori.
Mi alzai di corsa ed uscii tallonata dai miei amici. Sapeva dove si trovava Ian, glielo leggevo in faccia.
-Ash!- urlai di nuovo ma questa volta mi sentì suo malgrado.
Si fermò, si prese un secondo e quando si voltò aveva un enorme sorriso stampato in faccia. Stai cercando di imbrogliare la regina dei bugiardi Jons.
-Ehi Jess- mi salutò con la testa.
-Annie, Michael- li guardò quando mi raggiunsero.
-Che ci fate qui?- chiese con nonchalance avvicinandosi.
-Stavamo pranzando- risposi.
-E mio cugino?- chiese angelico.
Mmm bravo Ashton. Attacca prima di essere attaccato.
-È uscito questa mattina, tu non ne sai niente?-
Alzò le sopracciglia.
-No, io sono uscito per prendere del detersivo a mia madre- indicò il supermercato alle sue spalle.
-Oh.. okay- lo guardai vedendo il sollievo inondargli gli occhi.
-Scusate ragazzi ma devo proprio scappare. Lei aveva fretta di fare la lavatrice-
-Sisi, scusa se ti ho fatto perdere tempo- lo salutai con la mano.
-Ci vediamo domani alla partenza- si allontanò guardandoci un'ultima volta.
Mi girai verso Mike implorante.
-Seguilo-
Mi gettò un'occhiata.
-Ti prego- era la mia unica speranza.
Sospirò e annuì prima di andare dietro ad Ashton.
IAN POV
-Dovresti smettere- mi riprese Mary.
-Sciocchezze- sventolai una mano in aria.
Il mondo era così bello e leggero, non volevo che sparisse tutto e tornassero i brutti pensieri.
-Ian davvero non ti darò più niente-
Che rompipalle.
-Che rompipalle- risi della parola.
Lei sospirò e la vidi armeggiare con il telefono.
-Ashton? ..sì Ian ...okay grazie- mi gettò un'occhiata.
Perché aveva chiamato Ash? Gesù se avesse visto in che condizioni mi trovavo avrebbe avuto una reazione simile a quella di Jess.
-Chi è Jess?- chiese la mia ex compagna di classe.
-Mm?- la guardai con gli occhi pesanti.
-Hai detto Jess. Chi è?-
-La mia ragazza- sorrisi.
Lei si appoggiò al bancone.
-Ian Jons intrappolato in una relazione. Chi l'avrebbe mai detto?-
Risi come fanno gli ubriachi. Cioè molto, molto forte.
-Vero? Io la amo- sussurrai. O almeno pensai di farlo.
Sorrise anche lei.
-Hai bevuto davvero troppo-
-Ti giuro- cercai di afferrarle il braccio per farla rimanere davanti a me ma invece persi solo l'equilibrio.
Mi aggrappai al bancone e ricominciai a ridere.
-Sta attento. E smettila di ridere. Ti verrà tutto su- fece una smorfia.
-Pfffff- risi a quel suono buttando la testa all'indietro.
Non volevo davvero tornare al mondo reale, si stava tanto bene in quella bolla.
-Ian!- sentii gridare prima che qualcosa mi colpisse forte sulla schiena.
-Ai- mi lamentai imbronciandomi.
-Stai bene?- vidi la testa di Mary al contrario sopra di me e solo allora capii di essere sdraiato sul pavimento.
Mi girai a pancia in giù.
-A terra soldati!- urlai imitando un gioco della play a cui giocavo sempre con Ash.
Rotolai sul fianco e di nuovo in quella posizione. Poi risi. E risi.
-Non ti darò mai più dello scotch- sentii borbottare Mary.
Mi alzai ma il movimento fu troppo veloce e mi trovai con la mano davanti alla bocca.
-Di là- indicò subito lei.
Corsi verso il bagno e mi inginocchiai alla prima tavoletta libera. Vidi uscire non so quanto alcool da uno stomaco solo e la sensazione non mi piacque affatto considerando che l'organo in considerazione era il mio.
Risi quando sentii la voce di Ash chiamarmi e un'altra ondata di vomito si rigettò nel water.
JESS POV
Sbuffai cercando di chiudere la valigia e mi asciugai il sudore dalla fronte.
-Ho bisogno di una doccia- disse An appoggiando il suo bagaglio a terra.
-Anche io- misi le mani sui fianchi.
-Ma prima, merenda!- mi fiondai fuori dalla porta e giù per le scale. An dietro di me rideva approvando la mia idea.
-Biscotti e the freddo!- aprì il frigo mentre io recuperavo il pacco dalla mensola.
Mettemmo sul tavolo e ci guardammo.
-Divano!- urlammo in coro.
Era sorprendente cosa le ragazze riuscissero a combinare quando i maschi non c'erano.
Accendemmo la tv e lasciammo su qualsiasi cosa fosse il programma trasmesso.
Raccolse i capelli rossi in una crocchia come i miei, poi infilò una mano nel sacchetto ed estrasse un abbraccio che non esitò a mettere in bocca.
-Questi sono i biscotti migliori del mondo-
Ne presi uno e ne infilai in bocca metà.
-Ricorda quelli con le gocce di cioccolato di Tania- la ripresi.
-Cazzo mi metti in seria difficoltà-
Risi e bevvi un sorso di The ma mi staccai velocemente.
-Brutta stronza devi raccontarmi di ieri sera!- l'additai.
Lei arrossì e abbassò lo sguardo.
-Se avete fatto sesso preferisco non saperlo e vorrei che cambiassi le lenzuola.. oddio ci ho già dormito!- dissi guardandomi la pelle.
Lei rise.
-Non abbiamo fatto niente Jess-
-Dio ti ringrazio-
-Abbiamo parlato della nostra situazione. Si è scusato e ha detto che mi ama ancora-
-Lo dici come se fosse una brutta cosa-
-Lo è.. in parte-
-Non capisco- ammisi confusa.
Sospirò.
-Io amo Michael. E voglio tornare con lui così disperatamente che fa male- chiuse i pugni in grembo.
-Ma voglio che sia convinto. Non posso tornare subito con lui.. io... devo esserne certa-
Annuii e le accarezzai un braccio.
-Capisco An. È comprensibile-
Fece un mezzo sorriso e mi ringraziò con lo sguardo.
Guardammo la tv in silenzio prima che lei si alzasse per andare a fare una doccia. Guardai l'orologio e sentii quell'ansia indesiderata montare dentro di me. Dov'era Ian? Perché non tornava a casa?
IAN POV
Mi appoggiai al muro sospirando frustrato davanti alla faccia di mio cugino.
-Che cazzo stai combinando?!- tenne il tono basso e regolato.
-Elimino la merda dalla mia pancia- indicai l'interno del water.
Storse il naso e tirò l'acqua.
-Quanto hai bevuto?-
Alzai le spalle.
-Mary mi ha detto che ti ha dato dello scotch-
Appoggiai la testa sulle mattonelle fredde.
-Sai che riprendo lucidità in fretta- ed era vero per fortuna. Una volta vomitato ero quasi perfettamente sobrio.
Lui annuì chiudendo la bocca in una linea sottile.
-Andiamocene- mi prese su e lo lasciai fare.
Uscii dal bagno tenendomi la testa con una mano per spostare il ciuffo indietro. Mi serviva un taglio di capelli.
Mi appoggiai al bancone sentendo per metà Ash chiedere quanto doveva per la mia bevuta di... mezza giornata?
Mi massaggiai la nuca guardandomi intorno nel locale e mi bloccai su un tavolo in angolo dove un uomo stava leggendo un giornale con una birra in mano. Mio padre.
Non ragionai nemmeno. Cominciai a camminare a grandi passi verso di lui ignorando mio cugino che mi richiamava.
-Brutto figlio di puttana- dissi tra i denti prima di puntare i pugni sul suo tavolo.
Mi guardò soppesandomi e questo mi fece incazzare ancora di più.
-Posso fare qualcosa per te?- chiese.
Mi prendeva per il culo.
Gli mollai un pugno nell'esatto momento in cui sentii Ash alle mie spalle. Sentii la mascella di mio padre scricchiolare e lo guardai cadere dalla sedia.
-Ma che cazzo fai?!- urlò mio cugino prendendomi per una spalla.
Mi scrollai di dosso la sua mano e ne sentii un'altra sul braccio sinistro. Mi girai e tirai un pugno a chiunque fosse che cercava di trattenermi e lo vidi cadere a terra con la mano sul naso.
-Ian basta! Ma che ti prende?!- mi spinse indietro Ash.
Avevo detto di essere quasi sobrio dopo aver vomitato. Probabilmente quella piccola parte di alcool rimasta nel mio corpo aveva scelto il momento meno appropriato per venire a galla perché l'uomo steso a terra non assomigliava neanche un po' a mio padre e il ragazzo a terra era.. Michael?!
-Cazzo- mi spinsi le mani nei capelli con forza.
Guardai spaventato Ash ma lui stava aiutando il mio non-padre a rialzarsi cercando di convincerlo a non sporgere denuncia contro di me.
-Merda Stone scusa, non sapevo fossi tu- gli porsi la mano ma lui mi mostrò la sua piena di sangue e si alzò da solo.
Vidi delle luci rosse e blu fuori dalle finestre appena prima che un uomo con la pistola in mano urlasse:
-Fermi tutti polizia!-
JESS POV
Okay adesso ero davvero nel panico. Erano le sette e né Mike né Ian erano tornati a casa.
-Ho una pessima sensazione- dissi all'orologio visto che in cucina c'ero solo io.
Quando sentii il telefono squillare lo presi di slancio e mi cadde sul tavolo prima che potessi rispondere.
-Pronto?!- mezzo urlai.
-Jess sono Ash- Non per credere alle superstizioni ma l'ultima volta che avevo sentito Ash per telefono non era per una buona notizia.
-Cos'è successo?!-
-Devi venire subito. Alla polizia-
Il mio cuore smise di battere. Letteralmente.
-Arrivo- Chiusi la chiamata con forza e mi sforzai di non piangere.
Lo aveva promesso.
-An!- urlai correndo su per le scale.
Aveva promesso di non fare casini.
-An esci ti prego- ero nel panico.
Il dottor Loose aveva detto chiaramente che non avrebbe potuto aiutarlo questa volta.
-Jess che succede?!- Chiese uscendo di corsa dalla camera.
-Ian è alla polizia- mi vestii in fretta e An fece lo stesso.
-Guido io- disse vedendo i miei occhi appannati.
Annuii e le lanciai le chiavi che prese al volo.
Appena fui seduta in macchina scoppiai a piangere affondando le unghie nei palmi per stare zitta.
-Andrà tutto bene- cercò di consolarmi ma le non sapeva.
Appena arrivammo davanti all'edificio mi asciugai le lacrime e corsi dentro. La stessa signora dell'altra volta ci squadrò appena.
-Ian Jons- dissi in affanno.
-Chi siete voi?-
-Sono con me, va bene- spuntò dal nulla Ash.
Lei annuì guardandoci un'altra volta e ci lasciò andare.
Appena gli fui vicino sentii la rabbia montare nel petto.
-Dov'è quell'idiota?!-
Lui cercò di nascondere il sorriso.
-Non essere troppo dura, è pentito-
Scossi la testa e mi avviai per il corridoio.
-Di là- indicò.
Davanti a me si presentò una scena orrenda. Ian dietro le sbarre di una piccola cella, evidentemente quella in cui dovevi aspettare prima di essere giudicato.
Alzò lo sguardo e quando mi vide balzò in piedi attaccandosi al ferro che ci divideva.
-Jessica- disse in un sospiro pieno di panico. Per la mia reazione? Per la mia faccia?
Deglutii e mi avvicinai, sempre però tenendo una certa distanza.
-Vieni qui- supplicò tendendomi una mano che però non accettai.
-Me lo avevi promesso- dissi dura.
Inspirò seccamente.
-Lo so-
Guardai in quegli occhi impauriti.
-Sai vero che tra tutte le cazzate che potevi fare, tutte Ian, hai scelto la peggiore?-
-Lo so- sembrava davvero sul punto di avere una crisi di nervi. O forse quella ero io.
Sospirai e abbassai lo sguardo.
-Jess- sentii An chiamarmi e mi voltai.
-Mike è all'ospedale-
Sbarrai gli occhi e sentii il cuore sprofondare nello stomaco. Quando mi girai incredula verso il ragazzo dietro le sbarre le mie gambe furono sul punto di cedere.
-È stato un incidente- provò a giustificarsi.
Mi coprii la bocca con la mano e chiusi gli occhi in preda al dolore. Non so quale parte di tutta questa assurda situazione mi avesse fatto più male.
-Me lo avevi promesso- sussurrai. Sì, la parte peggiore era che mi ero fidata. E lo sapevo che non dovevo farlo uscire, quindi era anche colpa mia se si trovava in cella.
-Ha solo il setto nasale fratturato..- provò ancora ma lo interruppi con un gesto della mano.
-Andiamo An- gli voltai le spalle ritornando sui miei passi.
-Dove vai?!- mi urlò Ian.
-Da Michael-
-Jessica ti prego non lasciarmi!- c'erano la disperazione e il panico nella sua voce.
Scossi la testa continuando per il corridoio.
-Jess! Aspetta!- lo sentii battere contro le sbarre.
-Maledizione Jess non andartene!- la rabbia aveva preso il posto del rimpianto e aumentai il passo terrorizzata che potesse dire qualcosa di troppo.
-Ti amo!- urlò un ultima volta.
Girai l'angolo e scoppiai di nuovo a piangere. Odiavo la fontana che ero diventata per colpa di Ian. Non salutai nemmeno Ash e corsi fuori verso la macchina.
-Jess vai piano!- sentii An prendermi per un braccio e mi chiuse la portiera quando riuscii a salire nell'abitacolo.
Entrò anche lei ma non la guardai. L'auto era riempita dal suono dei miei singhiozzi.
***
Scusate scusate scusate.
Sono in super ritardo con il capitolo e non posso più dare la colpa alla scuola. Perdonatemi ma sono stata davvero impegnata. Il prossimo capitolo lo pubblicherò assolutamente prima.
Colgo l'occasione per ringraziarvi e chiedervi come sono iniziate le vacanze! Finalmente un po' di relax. Io sono contentissima e la mia estate è iniziata al meglio.
Grazie come sempre dei voti, dei commenti, dell'immensa pazienza e del sostegno.
Al prossimo capitolo ♡

BreatheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora