Chapter 74

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JESS POV
-Caffè?-
-Assolutamente- dissi sfregandomi le guance.
Seguii Sam fuori dalla biblioteca e mi sgranchii le braccia dopo due ore di studio per la verifica di letteratura.
-Allora... Tra due settimane è il tuo compleanno!- esultò lei guardandomi.
Feci una smorfia annuendo.
-Davvero non capisco perché tu non voglia festeggiare-
-Voglio festeggiare, ma non con tutta la scuola- abbassai la voce mentre passavamo tra gli studenti.
-Ma se la facciamo come festa per tutti possiamo avere il bar aperto e la piscina come se fosse una festa dopo partita. E quindi sai alcool, musica, bagno di mezzanotte..- mi guardò con l'espressione di chi sa ti averti appena fregata.
Sbuffai.
-Messa così...-
-Sì!- urlò Sam prendendo la prima parte del mio braccio che trovò e alzandola in aria, così che mi ritrovai strattonata per un gomito.
Risi al suo comportamento anche se sentii uno strano rumore provenire dalla spalla.
-Che ne dici di una nuotata dopo?- chiesi e lei acconsentì subito.
Il sole era magicamente spuntato nel cielo inglese e a quanto pareva era destinato a rimanerci per un po'. Nonostante le temperature ancora non del tutto calde, il preside aveva deciso di aprire la piscina e tutti gli studenti ne avevano approfittato immediatamente.
-Prendiamo il caffè e andiamo-
Entrammo nel bar affollato e ci fecimo strada fino al bancone.
-Kyle un caffè e un cappuccino- disse Sam incastrandosi tra due ragazzi, probabilmente membri della squadra di football viste le dimensioni, per poi tornare da me un attimo dopo.
Mi prese a braccetto, e per quanto lo odiassi, la lasciai fare mentre mi conduceva nella zona aperta del bar.
Respirai l'aria tiepida e mi lasciai cadere su una sedia bianca.
Mi sentivo stanca e pesante e la concentrazione non riusciva a farsi largo nella mia testa per quanto tentasse di farlo. Non aiutava. Non aiutava per niente il fatto che ci fossero gli esami finali e io non avessi un briciolo di forza di volontà.
-Tutto okay?- mi chiese Sam da dietro i suoi occhiali da sole.
Quando li aveva messi?
-Stai fissando lo stesso punto da due minuti-
Scossi la testa.
-Pensavo-
-A Ian?- chiese forse di riflesso.
Sussultai e lei si accorse dell'errore. Di nuovo quel colpo nel petto ogni volta che sentivo il suo nome.
-Non esattamente- guardai altrove.
-Mi dispiace io..- provò a rimediare ma ormai quella bolla di illusione che mi ero creata per due ore mentre studiavo era scoppiata e dovevo fare i conti con la triste e deludente realtà.
Alzai le spalle.
Per fortuna arrivò Kyle con il mio cappuccino e gli fui grata.
-Mi sto pentendo di aver scelto di lavorare- sbuffò appoggiando il vassoio sul tavolino con un tonfo.
-Perché?- chiese Sam.
La guardò e indicò il sole.
-Hai visto che giornata? Potrei essere in piscina adesso. A farmi un bagno. E invece sono chiuso qui dentro tra ordini e servizi al tavolo. E l'unico bagno che ho fatto è quello di sudore-
Feci un mezzo sorriso mentre Sam scoppiò a ridere.
-Nessuno capisce- alzò gli occhi al cielo sorridendo.
Poi ci fece l'occhiolino e sparì.
-È un ragazzo perbene- prese una bustina di zucchero la bionda.
-Sì è simpatico- risposi tranquillamente facendo la stessa cosa.
-Quanto ti manca per finire di studiare?-
Appoggiai la schiena alla sedia mescolando il mio cappuccino.
-Sono quasi a metà e non ce la farò mai a finire in tempo- mi lamentai.
-Se andiamo avanti di questo passo no- gemette Sam.
-Ma ci andiamo lo stesso in piscina, vero?- chiese preoccupata.
-Ma certo- confermai.
-Mando un messaggio ad An e Helen-
Bevvi un sorso della bevanda calda e pensai che forse era ora di tornare al The freddo.
Due labbra si appoggiarono, o meglio, si schiantarono sulla mia guancia facendomi tremare la tazza che tenevo.
-Buon pomeriggio mia radiosa amica. Diventi sempre più bella ogni giorno che passa-
Mi girai con un sopracciglio alzato e un sorriso storto.
-Cosa vuoi Alec?-
-E sempre più stronza- arricciò il naso additandomi.
Sbuffai una risata e gli feci cenno di sedersi. Lui prese una sedia e si accomodò accavallando le gambe. Vidi Sam sorpresa e nascosi un sorriso.
-Sam, lui è Alec, Alec Sam. In realtà frequentate lo stesso corso di letteratura- feci le presentazioni velocemente.
-Piacere, non ti ho mai visto- sorrise la mia amica appoggiandosi sui gomiti.
Lui fece un movimento in aria con la mano.
-Non mi interessa la popolarità-
-Lui è un essere superiore- lo imitai.
-Tesoro- mi riprese.
-Non c'è bisogno che lo dici, si sa-
Scossi la testa e vidi Sam incuriosita.
Avevo conosciuto Alec a letteratura, il giorno da cui non mi sarei potuta più sedere vicino a Ian. Quando aveva cominciato a provarci con degli srupidi bigliettini avevo veramente pensato che il karma mi fosse contro. Ma non ci era voluto molto perché lo promuovessi a mio migliore compagno di corso (dopo Sam ovviamente). Alec era un ragazzo dalle mille sfumature, lunatico, simpatico, enigmatico, critico, intelligente e sicuro di sé, ma soprattutto era felicemente e adorabilmente gay.
-Quindi veniamo a noi- lo guardai.
-Cosa vuoi?-
-Sono in bolletta ma ho bisogno di caffeina-
-Rufiano-
-Gentile-
-Approfittatore-
-Stratega-
-Bugiardo-
-Debitore- gli passai i soldi.
-Strozzina-
-Risparmiatrice-
-Caffè!- alzò i pugni al cielo e si alzò dirigendosi verso la porta.
Poi tornò indietro per darmi un bacio e io lo spinsi via con una risata.
-Evita-
-Sopportala tu- si rivolse a Sam e andò dentro al bar.
-Paga anche i nostri!- gli urlai dietro.
Bastavano due minuti con Alec perché ci si innamorasse di lui.
-Questo è stato..-
-Strano, Alec lo è- risi.
-Particolare sì-
Lei mi sorrise annuendo.
-Mi piace- disse.
-Anche a me. È riuscito a entrare nella mia vita in soli quattro giorni che ci conosciamo. Letteralmente Sam, non parlo di prendere un caffè ogni tanto-
-Perché?- chiese già ridendo.
-Mercoledì si è presentato in camera mia per studiare, come se lo facessimo da sempre. Giovedì mi ha trascinata in mensa per pranzo e mi ha presentato il ragazzo con cui si sta frequentando e oggi scommetto quello che vuoi che si autoinviterà a venire in piscina- elencai con un sorriso.
-La cosa però non ti fa fastidio..- mi chiese per essere sicura.
-No assolutamente- abbassai gli occhi.
-Avevo bisogno di qualcuno che mi distraesse un po' e Alec è difficile da ignorare- le confidai.
-Sono fortunata ad averlo incontrato. Senza di voi e ora anche lui, adesso sarei ancora sotto le coperte- feci un sorriso amaro.
Lei mi prese la mano appoggiata sul tavolo.
-Mi fa molto piacere sentirtelo dire, davvero Jess. Non ho ancora capito bene cosa sia successo e non voglio obbligarti a dirmelo, ma se hai rotto con Ian un motivo ci sarà e farò di tutto per aiutarti-
-Grazie Sam- le sorrisi sincera.
Si rimise seduta composta, si tolse gli occhiali e mi guardò incrociando le braccia.
-Hai detto che Alec ha un.. ragazzO?- chiese calcando la o.
Risi annuendo.
-Perché, non si vede?-
-Un po' forse da come parla, ma del resto è un bel ragazzo-
Lo guardai mentre tornava con il piattino del caffè in una mano e con l'altra gesticolava parlando con una ragazza del nostro corso.
Alto uno e ottanta, occhi quasi grigi e capelli spettinati tendenti al platino. Era abbastanza magro ma si presentava a tutti gli effetti come un gran bel ragazzo effettivamente.
Quando incrociò il mio sguardo sorrise con quel viso buono che si ritrovava e congedò la ragazza venendo a risedersi con noi.
-Cosa mi sono perso?-
-Parlavamo di studi- dissi.
Quasi affogò con il caffè amaro che stava bevendo.
-Perché?- tossì.
Alzai gli occhi al cielo.
-Perché siamo a fine anno e dobbiamo farlo-
Annuì come se glielo avessi ricordato in quel momento.
-Oh certo giusto. Quindi dopo tornate subito con la testa fra i libri?-
-No pensavamo di andare in piscina- mi precedette Sam.
-Adoro la piscina!- fece schioccare le dita indicandola.
-Potrei venire anche io, non ho nulla da fare- finì il caffè in un sorso.
-Noi siamo con altre due ragazze, ma se vuoi venire noi andremo là tra..- guardai il telefono.
-Mezz'ora?- chiesi.
Sam annuì.
-Porta anche Dylan-
-Quel secchione studia in continuazione- fece una smorfia.
-Potresti prendere lezioni da lui-
Mi guardò.
-Propendo nel fare altre cose quando sono con lui- mi fece l'occhiolino.
Alzai le mani.
-Non lo voglio sapere-
-A tutti interessa il sesso gay!- disse senza nemmeno abbassare la voce.
-Alec!- mi coprii la faccia ridendo.
-Che c'è? Non dirmi che sei vergine. Oddio tesoro, lo sei?!- si piegò verso di me sbarrando gli occhi e continuando a tenere un tono di voce abbastanza alto.
-Oddio no- diventai rossa mentre alcuni degli studenti vicino a noi sorridevano e Sam stava ridendo di gusto.
-Allora che problema c'è?- tornò ad accavallare le gambe.
-Meglio se vai a cambiarti stallone-
-In realtà tendo ad essere molto gentile, è Dylan che rende le cose interessanti- disse con sguardo sognante.
-Vai!- gli ordinai ridendo.
-Vado- prese la spinta per alzarsi.
-Ci vediamo in piscina- fece ciao con la mano a entrambe.
IAN POV
Mi accesi una sigaretta e mi sgranchii il collo.
-Che si fa oggi ragazzi?- chiese Ty stravaccato sulla panchina.
-Non lo so- rispose Nathan con la visiera del capello calcata sugli occhi.
Io non risposi e continuai a fumare. Calò il silenzio.
-C'è veramente caldo-
-Ho voglia di estate, mare, spiaggia, feste, non fare un cazzo-
-Mi mancano ancora quattro esami-
-A me due-
-Quand'è la prossima partita?-
-Non lo so-
Di nuovo silenzio. Sembrava che gli unici ad aver voglia di parlare fossero Ty e Nath.
-Il preside ha aperto la piscina- disse Brad di fianco a me.
-Bikini!- rispose il biondo mettendosi seduto e perdendo il cappello.
-Io ci sto- alzò una mano Ty.
-Jons?-
Buttai il mozzicone.
-Passo-
-Non fai niente da tutta la settimana, un bagno ti farà bene-
-Sono andato in palestra-
-Non puoi stare sempre chiuso in palestra o in camera a scopare-
-A proposito ho sentito che ieri sei andato a letto con Pamela Hutson. Quella gnocca del terzo anno- ammiccò Nath.
Alzai le spalle.
-È da un po' che ci faccio un pensierino. Com'è?-
Quel commento mi infastidì, ma avevo sempre raccontato come erano le scopate che mi facevo per far arrivare una ragazza alle stelle o mandarla nell'inferno di quelle senza esperienza. Tranne Jessica ovviamente.
Solo ora mi rendevo conto della merda che facevo e nella quale stavo risprofondando come se fosse un dolce abbraccio.
-Fattibile-
-Grande!- alzò il pugno.
Inorridii ma non lo notò nessuno.
-Allora vieni?-
-Ho detto di no-
Ty alzò le mani.
-Come vuoi amico-
-Nemmeno io vengo ragazzi - disse Brad.
-Ecco la balia-
-Va bene divertitevi piccioncini-
-Vaffanculo Nath- rispose Brad per me. Avrei detto di peggio.
Se ne andarono e io mi accesi un'altra paglia.
-Me ne offri una almeno?-
Lo guardai e poi tornai a posare gli occhi sul pacchetto. Dovevo comprarne un'altro.
Glielo passai di malavoglia e si accese la sua sigaretta.
Stette in silenzio e gliene fui grato. Ero stanco.
Davanti a noi in lontananza fu un susseguirsi di studenti. Chi correva per arrivare in tempo alle lezioni pomeridiane, chi camminava svogliato verso il bar con gli zaini ancora pieni, chi in shorts e canotiera andava in piscina e due o tre coppie che si baciavano tenendosi per mano. Ogni volta facevo un tiro più lungo.
A un certo punto vidi anche Pamela che passandomi di fianco con una bionda niente male mi sorrise in modo seducente. La guardai annoiato e mi girai dall'altra parte.
Quando anche io spensi e buttai il mozzicone Brad si schiarì la voce.
-È passata Pamela...-
-Sì-
-L'hai a malapena guardata-
-Sì-
Si grattò la nuca.
-Ho sempre fatto così-
-Io mi ricordavo che continuavi a stuzzicarle ma a poche davi una seconda opportunità-
Deglutii. Cazzo.
Alzai le spalle.
-Qual è il tuo problema Brad?-
-Tu fratello- rise.
-Tu sei una bella palla al piede-
Non lo guardai ma sorrisi di poco.
-Come sei messo con gli studi?- chiese ancora.
-Possiamo parlare d'altro?-
-Non ti è ancora passata?-
-Mi mancano quattro esami tra cui quello di letteratura che non passerò mai se Gesù non scende a fare un miracolo-
Mi guardò ma non ricambiai. Non ne avrei parlato. Non ora.
-Non riesci a superarlo-
-L'esame sicuramente no-
-Ian- mi riprese.
Lo fulminai.
-Brad-
-Non vuoi parlarne nemmeno con me?-
-No-
-Devi riprenderti non puoi..-
-Non è passata neanche una settimana!- ringhiai mettendolo a tacere.
-Lascia perdere- chiusi il discorso.
-Ma..-
-Ti do un calcio nelle palle se non chiudi quella cazzo di bocca-
Lui sospirò e si fece scappare una risata.
-Ma dammelo-
-Come vuoi- mi alzai.
-No! Per carità ci tengo- si mise una mano sui gioielli.
-Dovrei davvero farlo- dissi irritato.
-Dopo con Amber fai i conti tu cazzone-
Ci pensai. E immaginai Amber inveirmi contro perché avevo castrato il suo ragazzo.
-Hai ragione- alzai le mani e lui tirò il fiato.
Poi risi.
-Cazzo la tua ragazza mi fa davvero paura-
-Finché non ti fa eccitare va bene-
Risi ancora più forte.
-Comunque mette i brividi- concordò e io mi lasciai cadere sulla panchina dandogli una pacca sulla spalla.
-Siamo dei codardi-
-Sei tu che non hai il fegato di metterti contro di lei- disse.
-Sei tu che hai paura che ti possa danneggiare l'armamentario-
Mi tirò un coppino che mi fece scattare la testa in avanti e io risi di nuovo.
-Ti va di andare in palestra?- chiesi.
-Andiamo- si alzò.
Lo seguii dentro la scuola mentre tutte le teste femminili si giravano nella nostra direzione. Salii le scale ciondolando sui gradini ma guardandomi la punta delle scarpe.
Brad mi diede una pacca sulla spalla.
-Ci metto un minuto-
Annuii ed entrai in camera, presi la sacca da palestra che tenevo sempre pronta sulla scrivania negli ultimi tempi. C'erano le cose esenziali: una canotiera lunga appartenuta ad Ash, dei pantaloncini da basket e un asciugamano probabilmente sporco di sudore. Infilai un cambio per dopo e chiusi la cerniera.
Presi le scarpe da ginnastica da sotto il letto e le infilai, poi uscii nello stesso momento in cui Brad chiudeva la sua porta.
-Ho proprio bisogno di sgranchirmi un po'- disse facendo scrocchiare le nocche.
Annuii e ci ritrovammo nell'ala est verso la palestra superando la piscina piena di gente. Mi cambiai in fretta, impaziente di iniziare l'allenamento e mi infilai i guanti sportivi.
-A cosa servono quelli?- chiese Brad mentre uscivamo dagli spogliatoi.
Gli indicai con il mento la nuova parte riservata alla boxe e lui mi sorrise concordando silenziosamente.
Diedi un pugno al sacco più vicino.
-Vediamo se possiamo migliorare quel gancio destro da femminuccia-
-Fatti sotto Jons-
Posizionai il sacco tra di noi e lui lo bloccò in modo che potessi colpirlo.
Mirai il punto al centro e cominciai a tirare pugni con tutta la forza che avevo in corpo.
Avevo iniziato a venire qui dopo l'episodio dell'armadietto. La notizia era arrivata al preside, probabilmente dall'infermiera che nonostante la giovane età non si era fatta i cazzi suoi, e mi aveva intimato di fare qualcosa per "gestire la mia rabbia". Così avevo ricominciato la boxe, provata dopo la scomparsa dei miei e che mi aveva aiutato a tenere sotto controllo gli scatti d'ira. Partecipavo anche a qualche incontro organizzato Ted e ci avevo guadagnato un mucchio di soldi.
Quando ero incazzato tiravo pugni e farlo contro un sacco piuttosto che un armadietto era meno doloroso e non mi metteva nei casini.
Una serie di facce mi passarono davanti al posto della stoffa rossa del sacco: di riflesso quella di mio padre che venne sostituita da quella di quel figlio viziato di Wesley, poi Nathan e infine quel coglione che ci aveva provato con Jess nella classe di letteratura.
-Ehi fratello vacci piano- la voce di Brad mi riportò alla realtà.
-Eh?- annaspai.
-Rallenta un po'-
Mi tirai indietro e mi ritrovai sudato e senza fiato. Mi passai l'asciugamano sulla fronte e sul collo, bevvi e tornai da Brad sentendomi leggermente meglio.
-Tutto bene?-
-Certo. Stavo solo pensando. Quando mi alleno mi concentro- alzai le spalle.
Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene ma tolsi i guanti e li lanciai a Brandon.
-Forza fammi vedere cosa sai fare-
Invertimmo le posizioni e dovetti ammettere che picchiava davvero duro, ma i colpi erano imprecisi e su zone a caso del sacco.
-Devi beccare sempre lo stesso punto, fa più male e stordisce il doppio rispetto a colpire più parti del corpo-
Si concentrò e i colpi iniziarono ad arrivare dritti e sicuri.
-Ora visualizza la persona che più odi e dacci dentro fratello- risi.
Vidi i suoi occhi scurirsi e i colpi aumentare di potenza.
Continuammo per una mezz'ora e riuscii a scaricare gran parte del nervosismo. Stare con Brad mi era sempre d'aiuto.
-Era da troppo tempo che non ci allenavamo insieme-
-Dovremmo farlo più spesso. I tuoi consigli sulla boxe potrebbero tornarmi utili-
Risi sciaquando i capelli sotto il getto della doccia.
-Dimmi un po'. Dove hai imparato tutte quelle cose?-
-Mi allenavo in una società- risposi genericamente omettendo il fatto che fosse cladestina e gestita dallo spacciatore più conosciuto di Londra.
-Forte-
Persi tempo sotto la doccia bloccandomi a godermi l'acqua calda sul corpo e Brad uscì prima di me tornando in spogliatoio. Quando lo raggiunsi lo trovai già vestito con il telefono premuto all'orecchio.
-Va bene.. sì okay.. piccola rilassati-
Mi strofinai tra i capelli uno degli asciugamani in serie della scuola e aprii l'armadietto con le mie cose dentro.
-Sto arrivando.. ciao-
Infilò il telefono nella tasca dei jeans e prese lo zaino.
-Amber sta impazzendo per un test di biologia. Se non vado ora potrebbe mollarmi solo perché non l'ho aiutata a studiare, o peggio, potrebbe minacciarmi con non so quale diavoleria-
Risi prendendo i vestiti.
-Vai secchioncello, so quanto ti fa paura quella ragazza-
-Hai recepito il messaggio in pieno- mi indicò con l'indice.
-Vado. Ci vediamo-
-Ciao Brad-
Uscì di corsa mentre io me la presi comoda e mi cambiai con calma. Stranamente quel giorno lo spogliatoio era deserto, probabilmente erano tutti in piscina.
Mi incamminai fuori con i capelli umidi che mi cadevano sulla fronte. Era ora di dare una tagliata a quel ciuffo.
-Ehi ragazzo aspetta-
Mi girai sentendo una voce roca alle mie spalle. Vidi un uomo basso e abbastanza in là con gli anni.
-Dice a me?-
-Assolutamente si- mi si avvicinò e mi squadrò facendomi irrigidire.
-Sono Adam, il responsabile della palestra- mi tese la mano.
-Ian- la strinsi.
-Senti Ian, ti ho guardato prima mentre ti allenavi al sacco. Sei bravo, molto bravo. E hai buone capacità anche nell'insegnamento della boxe-
Continuai a fissarlo non capendo.
-Dove vuole arrivare?-
-Dammi del tu per favore, già sono vecchio, non farmi sentire ancor più il peso dell'età- fece una risata rauca.
Sorrisi a quell'omino, aveva l'aria di chi le aveva viste di tutti i colori.
-Sai, ero anche io un mezzo pugile. Se potessi lo farei ancora, ma come puoi vedere le mie braccia sono pelle rugosa e ossa- mi mostrò il piccolo abbozzo di muscolo sul bicipite.
-Sul serio?- Risi, non credevo fosse possibile che Adam potesse aver davvero combattuto sul ring.
-Non mi credi eh? Beh peggio per te- un dolore sordo allo stomaco mi fece piegare in avanti dalla sorpresa e rimasi ancora più stupito quando realizzai che era stato un suo pugno a provocarmelo.
-Ma che?!- serrai la mascella e i pugni.
-Te lo avevo detto. Non ho più muscoli, ma so dove fa più male- sorrise compiaciuto rimettendosi in posizione per colpire.
-Okay cazzo mi hai convinto- ringhiai.
Lui annuì ancora con quel fottuto sorriso.
-Ti ascolto-
-Ho una proposta per te. E credo che il preside sarà contento di accettarti Ian Jons-
Alzai un sopracciglio.
-Come fai a..-
Lui fece un gesto con la mano.
-È stato lui a dirmi di tenerti sott'occhio. Ti osservo da quando hai iniziato e non serve tanto per capire che sai come si tira un gancio destro-
-E perché non me lo hai detto subito?- chiesi.
-Probabilmente saresti scattato sulla difensiva e non mi avresti nemmeno prestato attenzione se ti avessi rivelato tutto subito, mm?-
Feci un sorriso sorto. Mi piaceva sempre di più.
-Quindi venendo a noi. È da un po' che vorremmo avviare un corso di boxe in palestra. Le richieste per questo sport sono alte e tu hai le capacità per insegnarlo-
Soppesai le sue parole per qualche istante valutandole.
-Vorresti che diventassi l'insegnante di questo corso suppongo-
-Se potessi lo farei io-
-Mi sembra che tu sappia ancora benissimo come si fa- mi toccai lo stomaco.
Lui rise.
-Tu ascolteresti un vecchio matto che riesce solo a ferire o un giovane esperto che ti insegna come uccidere?-
Rimasi in silenzio.
-Sembri uno strizzacervelli piuttosto che un pugile in pensione-
Lui mi diede una pacca sul braccio.
-Verrai anche pagato-
Essere pagato per fare qualcosa che mi piaceva e che per di più mi aiutava a sbollire?
-Quando inizio?-
Lui sorrise con i denti ingialliti dal fumo.
-Appena il preside mi darà la conferma per iniziare le lezioni. Visto che ormai manca solo un mese alla fine dei corsi potremmo continuare il prossimo anno-
Annuii e raddrizzai le spalle.
-Grazie Adam-
-Credo che lavoreremo bene insieme Ian-
-Anche io- ci batemmo il pugno come si fa prima che inizi un incontro.

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