Chapter 26

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IAN POV

La guardai riporre la nostra spesa negli armadietti. Le sue piccole mani si muovevano veloci mentre afferravano una una scatola e l'altra una bottiglia. I fianchi si spostavano con un movimento orizzontale da una parte all'altra e il suo sedere li seguiva volentieri dentro quei jeans stretti. Non si era accorta di essere osservata e continuava a mettere in ordine in rigoroso silenzio, la fronte aggrottata, gli occhi persi in pensieri cupi, eppure il suo corpo si muoveva in automatico come se fosse davvero lì, ma non c'era. Io lo vedevo.

I suoi occhi guizzarono nella mia direzione e subito rimase scossa nel vedermi lì a fissarla. Poi con un sorriso riprese quello che aveva interrotto, come se non mi avesse mai visto. 

Non la capivo, era il più grande mistero che avessi mai incontrato veramente, eppure c'era qualcosa di più di un semplice lato misterioso nel suo viso. Un segreto forse. O solo brutti ricordi.

La vista del suo collo lasciato scoperto dai capelli legati era troppo invitante e approfittai di un momento in cui era girata per raggiungerla e sorprenderla da dietro. Sentii una scarica elettrica e lei sospirò abbandonando le mani lungo i fianchi. Le avrei dato piacere alla fine ne ero sicuro. Dovevo solo abbattere tutti i suoi muri e permetterle di avvicinarmi, ma come?

-Con questo collo scoperto mi farai impazzire- sussurai baciandone ogni centimetro. Il suo calore, il suo profumo, la sua morbidezza..

Lei chiuse gli occhi e le appoggiai le mani sulla pancia per evitare di perdere il controllo e spogliarla lì in cucina.

Trovai un punto particolarmente sensibile e la sentii gemere lentamente. Mi diventò duro in un attimo. La sua mano raggiunse i miei capelli tirandoli leggermente e facendomi fremere. Volevo marchiare quel collo. Accidenti se lo volevo! Ma non potevo: An e Mike se ne sarebbero accorti e sarebbe successo un casino.

Lei gemette ancora e una scossa mi attraversò dentro ai boxer che già sembravano diventati più piccoli di tre taglie.

La girai e la bloccai tra me e il bancone ritrovandomi le sue labbra a pochi centimetri. Mi fermai e la guardai negli occhi cercando un segno, un tratto di quel qualcosa che nascondeva.

Mi guardò le labbra e mi sentii morire, come se qualcuno mi avesse appena dato un pugno nello stomaco.

Passai la lingua sulle labbra e vidi una scintilla nei suoi occhi. Un secondo prima stavo guardando il rosa della sua bocca e quello dopo ne stavo sentendo in sapore. Era stata lei a prendere l'iniziativa, quello che aspettavo: il primo passo, un segno che anche lei provasse la stessa cosa che sentivo io. Ora che ne avevo avuto la conferma ero certo di poter riuscire nel mio intento. Mi prese la lingua tra le labbra respirando da me e io gemetti incontrollato spingendomi contro il suo corpo. La sua mano circondò io mio collo e il suo tocco lasciò un'impronta bollente su di me. Le mie mani trovarono volentieri il suo sedere accarezzandone la superficie; lei spinse il bacino contro il mio e sorrise sulle mie labbra accorgendosi della mia enorme erezione.

-È questo l'effetto che ti faccio?- sussurrò in modo malizioso senza staccarsi dalla mia bocca. Presi un respiro cercando di riprendermi e la guardai. Aveva ancora gli occhi chiusi.

-Sei molto peggio di una semplice erezione piccola- ammisi baciando i lati della sua bocca.

-E cosa sono?- chiese ancora con lo stesso tono.

-Un fulmine. Un attimo prima ti vedo chiara come se non ci fosse nulla a dividerci, l'attimo dopo è tutto buio- non sapevo dove avessi avuto la forza di dire quelle parole, vidi i suoi occhi rabbuiarsi e il suo respiro farsi irregolare.

La baciai ancora, lentamente, poi mi staccai e andai in camera a cambiarmi. Feci il più in fretta possibile volendo tornare di sotto: misi dei pantaloni della tuta, una maglia e ridiscesi le scale con il telefono in mano.

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