IAN POV
Chiusi con forza la porta alle mie spalle e sospirai appoggiandomici.
-Merda- imprecai nel buio della stanza.
Stone non era ancora tornato e tastai l'aria alla ricerca del comodino, accesi la piccola luce sopra di esso prima di sdraiarmi sul letto sfatto e scomodo. Chiusi la mano a pugno stringendo la coperta tra le dita, la rabbia bolliva in ogni parte del mio corpo e la testa pulsava dannatamente forte. Nella luce fioca della camera potevo sentire i pensieri riempirmi la mente, il calore del suo corpo era ancora impresso sul mio e il suo sapore riempiva tutti i miei sensi aumentando la già promittente erezione.
Le immagini di poco prima mi offuscavano la vista, ogni muscolo era teso sotto i vestiti e il corpo pregava di saziarlo di quella voglia. La voglia di lei. Di Jessica. Del suo corpo sotto il mio. Di sbatterla sul letto ed esplorarne ogni parte.
Ero dovuto letteralmente scappare da quella stanza o non sarei riuscito più a fermarmi. Il suo profumo così eccitante e il suo corpo maledettamente sexy, i suoi gemiti così sensuali e la sua pelle così dannatamente liscia mi avevano fatto perdere il controllo, ma non potevo più permettermi una debolezza simile perché non credo sarei riuscito a resiterle.
Non sarei riuscito a fermarmi a una volta sola con lei. Non mi sarebbe bastato. Avrei voluto sempre di più e questo non si poteva fare.
Peggio di una calamita per il ferro e della luce per le falene, lei era una droga, un mondo proibito di cui non potevo far parte, così irresistibile ma così dannata.
Mi alzai barcollando tirandomi frustato i capelli, mi ci volle una doccia fredda per far tornare al suo posto l'amichetto laggiù. La mia mente cominciò a vagare libera mentre l'acqua mi bagnava il corpo e mi appiccicava i capelli sulla fronte. Li spostai seccato e chiusi gli occhi ormai stanchi. Mi sembrava ancora di sentire il tocco delle sue mani e mi chiesi come sarebbe stato il suo corpo senza quell'asciugamano a coprirlo, come sarebbe stato averla sotto e sopra di me, toccare, baciare e leccare ogni parte del suo corpo...
Stavo lentamente cadendo di nuovo nel desiderio e non potevo permetterlo. Dovevo togliermi Jessica dalla testa.
Mi riscossi da quei pensieri erotici ed uscii veloce dalla doccia, mi asciugai, misi un paio di boxer e tornai in camera con i capelli umidi che mi ricadevano continuamente sugli occhi. Michael era seduto sul suo letto intento a togliersi la divisa da giocatore.
-Bella partita- esordii non sapendo cos'altro dire.
-Grazie- rispose lui slacciandosi le scarpe.
Non parlavamo molto benché fossimo compagni di stanza da quasi una settimana, lui stava molto sulle sue ed io non ero di certo un tipo di molte parole. Avevo imparato a stare solo senza problemi, a differenza della maggior parte dei miei coetanei che invece avevano sempre bisogno di qualcuno con cui stare, parlare, mangiare in mensa e girare per i corridoi. La solitudine non mi opprimeva, anzi, a volte rilassava.
Mi distesi nuovamente sul letto senza aggiungere niente immerso nei miei pensieri.
-Tu invece tutto ok?- chiese il mio coinquilino.
Lo guardai stranito dalla domanda ma lui non ricambiò il mio sguardo.
-Sembri.. nervoso- spiegò riponendo gli abiti nel vecchio armadio di noce.
La cosa che mi sorprendeva era come Stone riuscisse sempre a notare i particolari: da fuori sembrava certamente innocuo, quasi timido, ma avevo imparato presto che in realtà memorizzava ogni caratteristica e movimento di chi aveva di fronte.

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Breathe
Novela JuvenilCiò che è mio mi appartiene e non sono disposto a condividerlo con nessuno. Non sono disposto a condividerti con nessuno intesi? Quindi quando premerò le mie labbra sulle tue sarai mia. Mia e di nessun'altro