Chapter 40

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-Io...-

-Me lo hai promesso- mi interruppe.

Sospirai e mi spostai per farlo entrare.

Chiusi la porta e rimasi a guardarlo.

-Cosa devo dirti?-

-Perché? Perché lo hai fatto ieri sera?-
A quale delle tante cazzate che ho fatto ti riferisci?

-Eri ubriaco. Ti ho aiutato ad arrivare in camera senza ucciderti-

Fece un passo verso di me.

-Non intendevo quello-

Deglutii e abbassai lo sguardo.

-Tu eri gelosa. Perché? Perché Jessica? Dimmelo maledizione!-

Mi morsi l'interno della guancia non sapendo come giustificarmi.

-Non ero gelosa. Sono inciampata te l'ho detto-

Socchiuse le palpebre e mi scrutò con quegli occhi marroni.

-Continui a negarlo. Tu sai che c'è qualcosa tra noi ma continui a far finta di niente. Beh sai che ti dico? Mi sono stancato di questi giochetti-

Il mio cuore prese a galoppare furiosamente. Se ne stava andando. Mi avrebbe lasciata qui e basta, finita, stop. Avrebbe avuto ragione, ma io per qualche assurdo motivo, non volevo.

-Ammettilo Jess-

Scossi la testa.

-Io non provo nulla per te Ian- mentii spudoratamente.

Lo vidi irrigidirsi e tentennare. Io mantenni uno sguardo indifferente e immobile.

-Menti- disse.

-No- Sì che sto mentendo cazzo!

Cominciò ad avvicinarsi e io indietreggiai dandogli la conferma di cui aveva bisogno.

-Ripetilo-

-Non provo niente per te- non ti avvicinare, non ti avvicinare, non ti avvicinare, avvicinati, avvicinati, avvicinati.

-Dillo ancora-

Andai a sbattere contro il muro e lui fu davanti a me.

I miei sensi vennero catturati uno ad uno dal suo profumo.

-Io non..- Mi prese per i fianchi.

-Io non...- avvicinò il naso al mio collo, poi la bocca, poi la lingua.

-Io..- Persi il filo del discorso e chiusi gli occhi.

Lui rise soddisfatto nell'incavo del mio collo.

-Ora posso baciarti?- chiese risalendo lungo la mascella.

Lo guardai male e quando fu sul punto di sfiorarmi le labbra si fermò.

-Sei uno stronzo- sussurrai.

-Ma a te piaccio- rispose.

Premette le labbra sulle mie prima lentamente, poi sempre più a fondo facendomi fremere. Infilò la lingua nella mia bocca e mi ancorò le mani alle natiche per tirarmi su.

Mi trovai a sovrastarlo con la bocca imprigionata alla sua e le sue grandi mani a sorreggermi. Il suo pollice premette sul cavallo dei miei pantaloni facendomi gemere e come risposta gli tirai i capelli nel mio pugno chiuso.

-Adesso basta- disse con la voce arrochita dal desiderio.

Si spostò dal muro con me in braccio e mi fece stendere sul letto scivolando sopra di me.

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