Chapter 67

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JESS POV
Ian ritardava sempre. Cinque minuti, dieci, qualche volta anche mezz'ora. Quindi quando non lo vidi arrivare all'ora stabilita non mi preoccupai.
Mi sedetti sotto l'albero e aspettai pazientemente.
Mi metteva un po' ansia sapere che ritardava perché probabilmente i suoi genitori lo stavano trattenendo al telefono, chissà cosa gli stavano dicendo.
Presi un filo d'erba in mano e cominciai a ridurlo in mille pezzi lentamente. Quando riguardai l'orologio era passata mezz'ora precisa. Cominciai ad agitarmi leggermente ma mi obbligai a stare calma.
Quando sentii dei passi pesanti dietro di me ricominciai a respirare e mi girai per accoglierlo finalmente. Ma quando vidi il suo viso mi congelai e impallidii.
Ian correva attraverso il giardino e la sua faccia era completamente piegata in una smorfia di dolore. Si buttò tra le mie braccia facendomi perdere l'equilibrio, ma riuscii ad atterrare seduta stretta a lui.
-Ian cos'è successo?- chiesi stringedolo a me.
Lui emise un lamento che si trasformò in un ringhio e poi in un urlo strozzato. Deglutii non sapendo cosa fare.
Mi ricordava molto le volte in cui io mi svegliavo dagli incubi, era la stessa cosa ma vista dalla parte opposta. Ed era orribile.
-Tesoro per favore calmati. Ci sono io per te, ci sono io- chiusi gli occhi e immersi il naso nel suo collo.
Lui prese dei respiri profondi continuando a stare attaccato a me finché non smise di agitarsi e si lasciò scivolare fuori dal mio abbraccio.
Si prese la testa tra le mani immobile davanti a me. Ne tolsi una e la strinsi nella mia mentre lui continuava a tenere gli occhi chiusi.
-Loro..- cominciò prima di prendere un respiro.
-Loro erano qui-
Sbarrai gli occhi sussultando leggermente e ringraziai che avesse gli occhi chiusi per non vedere la mia reazione.
-E li hai visti?-
Lui annuì solo.
Aspettai un secondo scegliendo le parole.
-E cosa hanno detto?- chiesi cauta.
Lui mi guardò lasciando cadere anche l'altra mano.
-Che vogliono stare con me. Vogliono organizzare delle uscite per vedermi-
Respirai cercando di capire il suo stato d'animo.
-Mi sembra una bella cosa, no?- azzardai.
Lui ci pensò un attimo prima di rispondere.
-Non lo so-
Lasciai che il silenzio ci avvolgesse per dargli il tempo di realizzare la cosa e tornare alla realtà.
Vederlo ancora una volta straziato per i suoi genitori mi distruggeva, e cominciai a pensare che forse non era una buona idea che gli desse una seconda possibilità. Forse davvero non se la meritavano e lui di certo non meritava di soffrire ancora.
-Senti Ian...-
-No Jess hai ragione-
Mi bloccai.
-È giusto che io li veda. È giusto che almeno ci provi. In fondo sono contento sai? Loro sono tornati per stare con me ed è quello che ho sempre temuto e desiderato nello stesso momento. Quindi devo accettare la cosa e accettare loro- disse risoluto.
Annuii sorridendo.
-Lo penso anche io- dissi piano.
-Ma se dovessi cambiare idea sarò sempre dalla tua parte Ian-
-Lo so- sorrise maliziosamente avvicinandosi a me e baciandomi.
Odiavo i suoi cambi d'umore, ma finché mi baciava ogni volta che succedeva mi andava bene.
-Sei più tranquillo ora?- accarezzai la sua guancia con un po' di barbetta.
-Sì piccola- mi baciò la fronte.
***
I giorni passavano e Ian sembrava essere tornato quello di sempre. I suoi genitori non si erano fatti più sentire, ma notavo che ora controllava il telefono più spesso. E non sapevo se esserne felice o meno.
In fondo mi turbava un po' questa cosa. Non sapevo come sarebbe andata a finire e nemmeno come noi avremmo reagito.. sopratutto io.
-A che pensi?- mi chiese An con la matita appoggiata alle labbra.
Alzai le spalle.
-Ai genitori di Ian-
Un'altra cosa che mi aveva stupito molto era che lui avesse di fatto, e di sua spontanea volontà, raccontato ad An e Mike quello che era successo nell'ufficio del preside. Tralasciando il resto.
-Mmm e come ti sembra?- scrisse qualcosa sul suo quaderno.
Mi guardai intorno nella biblioteca dove una decina di teste erano piegate sui libri.
-In tutta sincerità non lo so- tornai a posare gli occhi sui capelli rossi della mia amica.
-Io lo vedo sereno-
-Anche io ma.. non sapere come andrà a finire mi spaventa un po'-
-Perché dovrebbe? Infondo sta solo cercando di riallacciare i rapporti con i suoi genitori-
Annuii. Sapevo che aveva ragione, ma la parte più egoista di me non era pronta a condividere Ian.
-E se..- dissi senza ragionare.
-Cosa?-
-Niente- mi tirai indietro.
-Jessica dimmelo-
Sbuffai.
-E se lui preferisse loro a me?-
Lei mi guardò confusa.
-Jess sono due cose completamente diverse-
-Lo so An, ma lui li sta conoscendo per la prima volta e forse potrebbe... non lo so! Io non voglio perderlo- sussurrai più di quanto non stessi già facendo.
Lei rimase in silenzio guardandomi come se fossi una bambina che ancora non capisce tante cose.
-Non lo perderai Jess, non dopo tutto quello che hai fatto per lui e quello che loro non hanno fatto- mi prese una mano.
Annuii cercando di convincermi. An aveva ragione. Non avevo motivo di preoccuparmi.
-Andiamo a bere qualcosa al bar?- proposi.
-Sì, mi ci vuole un caffè- chiuse i libri e si alzò con me.
Appena uscimmo mi prese sottobraccio, cosa che odiavo, ma glielo lasciai fare.
-Sai che Jack e Alexia si sono messi insieme?-
-Quelli della nostra classe di biologia?-
-Loro- rise.
-Beh si vedeva lontano un chilometro che si piacevano. Era scontato- risi anche io.
E così cominciarono i gossip tra noi fino a che non arrivammo al bar.
-Ciao Kyle- salutammo in coro.
-Buonasera signorine- alzò una mano da dietro la macchina del caffè.
Prendemmo posto in un tavolo vicino alla vetrata guardando la gente passare lungo i corridoi.
-Credevo che Ashley fosse impegnata con quel ragazzo alto, capelli marroni, del corso di francese.. non so il nome- la indicai mentre era appiccicata a uno e gli strusciava addosso.
An emise un verso disgustato.
-Con quello ha solo scopato, come per tutti quelli con cui è stata- fece un cenno con la mano.
Era stata anche con Ian e la cosa me la faceva odiare ancora di più. Anche se quella era stata la volta in cui gli avevo confessato di essere orfana, non per mia volontà, ma era successo e ora ne ero più che felice. Quindi forse avrei dovuto adorare quella ragazza.
-Cosa vi porto ragazze?- ci raggiunse Kyle con il grembiule sporco di cioccolato.
-Per me un caffé- disse An.
-Io un cappuccino-
Prese nota sul suo piccolo taccuino.
-No anzi, anche per me un cappuccino- sorrise An cambiando idea.
-Subito. Volete anche qualche biscotto?-
Ci scambiammo un'unica occhiata.
-Certo!- rispondemmo insieme.
-Torno tra un minuto- scappò via.
Risi per quel ragazzino. Era davvero strano, ma tenero a modo suo.
-Jess ma quella non è la fidanzata dell'amico di Ian?-
Mi girai e la vidi entrare da sola, con una rivista in mano.
-Credo di si. Penso si chiami Amber-
La ragazza non prestò attenzione a nessuno, salutò Kyle e venne a sedersi nel tavolo vicino al nostro.
Io e An ci guardammo non sapendo bene se salutarla o no. Lei intanto prese il suo giornale di moda e lo aprì cominciando a leggere tranquillamente.
Alzai le spalle e An annuì.
-Ehm.. Amber vero?- chiesi gentilmente sporgendomi un po' verso di lei.
Alzò la testa verso di noi squadrandoci, per poi aprirsi in un largo sorriso.
-Jessica e Annie giusto?-
-Esatto- rispose la mia migliore amica.
-Oh è bello rivedervi. Ho sentito tanto parlare di voi- si girò completamente verso di noi e la invitammo a sedersi al nostro tavolo.
-Sto aspettando Brad ma ritarderà come al solito, per questo ho la rivista- la alzò.
-Ne conosco un altro che non è mai puntuale- dissi.
Lei rise e annuì.
-Ian e Brad sono molto simili-
-Come vi siete conosciuti?- chiese An.
-Brad lo conoscevo già, Ian mi è stato presentato da lui due anni fa a un assemblea di sociologia per avere dei crediti. È stato tutto molto imbarazzante. Io ero in ritardo. Odio arrivare in ritardo. Ma quella mattina mi ero svegliata tardi e stavo correndo per i corridoi per arrivare in quella benedetta sala. Sono andata letteralmente a sbattere contro Brandon e sono finita col culo per terra- rise coprendosi la faccia.
-Loro erano in ritardo come al solito ma non gliene importava. Anzi, a volte penso facciano apposta ad arrivare dopo per avere tutte le attenzioni su di loro- alzò gli occhi al cielo.
Ridemmo insieme e Amber era già entrata nella cerchia delle poche persone che mi stavano simpatiche.
-Voi invece? Come vi siete imbattute in Ian Jons?- ci chiese.
In quel momento arrivò Ty con il nostro ordine e posò tutto sul tavolo.
-Grazie- dissi annusando il buon odore del caffè mischiato al latte.
-Cosa posso portarti dolcezza?- si rivolse alla nostra nuova compagna.
-Anche per me un cappuccino grazie- disse senza prestargli troppa attenzione.
-Subito-
Lei scosse la testa divertita proprio come me poco prima.
-Allora, dicevamo. Come avete incontrato Ian?-
Immersi un biscotto nel liquido caldo.
-Il nostro primo giorno qui lo abbiamo salvato dalle grinfie di Tilli- risi addentando il dolce.
-Davvero?- sorrise accavallando le gambe.
-Sì. È il compagno di stanza di Mike, quindi lo abbiamo conosciuto in fretta- continuò An.
-Mike è il tuo ragazzo?- chiese.
An si mosse a disagio prima di sorridere lievemente.
-È complicato-
-Oh scusami! Non volevo essere invadente- si apprestò a dire Amber toccandole un braccio.
-Tranquilla è okay- rispose An non aspettandosi la sua reazione.
Sorrisi a quella ragazza da dietro la mia tazza.
-Visto che siamo in tema invadenza.. non vi dispiace se rubo un biscotto vero?- arrossì un poco alzando le spalle.
Risi annuendo. Era decisamente tra le poche persone simpatiche che conoscevo.
-Comunque- continuò con la bocca impastata.
-Se devo essere sincera Jessica penso che Ian sia cambiato da quando sta con te. In senso buono- mi sorrise.
Sorrisi anche io abbassando lo sguardo. Chissà se sapeva dei suoi genitori.
-Ecco qua bellezza- disse Kyle appoggiando il cappuccino davanti ad Amber.
-Grazie- rispose lei avvicinando le mani alla tazza per scaldarsi.
-Kyle non provarci con la mia ragazza- una voce profonda giunse da dietro le mie spalle.
-Amico, è il mio lavoro. Mance più alte!- rise scappando via.
Brandon si chinò dando un bacio sulla guancia ad Amber che sorrise arrossendo.
-Salve ragazze- si rivolse a noi con un semplice gesto della mano che noi ricambiammo.
-Hai aspettato tanto?- ricominciò a rivolgersi alla sua ragazza.
-Ho trovato compagnia-
Fu allora che ci guardò meglio e alzò un sopracciglio con un sorrisetto.
-Jessica, la fidanzata di Jons e Annie la sua migliore amica- disse solo.
Alzai a mia volta un sopracciglio.
-Brandon, l'amico di Ian- risposi.
-Migliore amico vorrai dire- rise prendendo una sedia.
-Accomodati tesoro- alzò gli occhi al cielo Amber.
Lui le sorrise e tornò a rivolgersi a noi.
-Ho sentito tanto parlare di voi. Sopratutto di te- mi indicò.
-Niente da togliere a te ovviamente- girò la testa verso An che annuì.
-Ian invece ti ha nominato poche volte- disse lei.
Probabilmente non le andava a genio il suo ego maschile.
-Poco importa. Quello stronzo non vivrebbe senza di me-
Amber alzò di nuovo gli occhi al cielo.
-Perdonatelo, non è sempre così-
Ridemmo mentre lui la guardava divertito.
-Che intendi scusa?-
Lei mosse la mano liquidandolo.
-Sapete dov'è Ian?- chiese lui.
Scossi la testa e An fece lo stesso.
-Dovrebbe portare il suo culo qui, tra poco dobbiamo andare in palestra-
La palestra era un'altra cosa di quel college che non avevo ancora provato e mi ripromisi di andarci il prima possibile.
-Fortuna che dovevi stare con la tua ragazza- lo riprese Amber giocando con il bordo della tazza.
Lui le prese la mano e le baciò le nocche.
-Ceni con me?-
-Ci penserò-
-Passo da te alle otto-
-Non ho accettato-
-Io credo di sì- fece un sorriso malizioso e lei si sciolse.
Si vedeva che Brandon era completamente cotto di Amber e lei non era da meno. Mi domandai come si fossero conosciuti quei due per avere un legame così forte.
Mentre ero assorta a pensare una testa si infiltrò nel mio collo da dietro e mi lasciò un bacio. Piegai la spalla per il solletico e guardai Ian rialzarsi per poi appoggiarsi alla mia sedia.
-Vedo che avete fatto amiciza- parlò con Amber che annuì alzando un pollice.
-Sì Ian le tue amiche sono molto simpatiche. Mi hanno detto che non parli di me- disse Brandon spingendo la sedia indietro.
-Brad smettila di infastidirle. Dovresti aver già portato il tuo culo sulla panca per gli addominali- indicò dietro di sé.
-Rilassati amico, stavo raccontando a Jessica quanto ti lagnavi per lei prima che vi metteste insieme-
Ian sbiancò un secondo guardandomi e io scoppiai a ridere.
-Questa me la paghi- prese per un gomito l'amico e lo alzò senza sforzo mentre l'altro rideva.
-E anche tu- mi sussurrò all'orecchio senza che nessuno sentisse.
-Andiamo testa di cazzo- lo spinse per una spalla.
-Ragazze è stato un piacere conoscervi! A dopo piccola- mandò un bacio volante ad Amber che rise.
-Sono sempre stati così- alzò le spalle.
Invidiai per un attimo quella ragazza. Conosceva Ian da molto più di me e sapeva le sue abitudini. Mi chiesi se fosse anche lei una ex scopamica, ma dal rapporto che avevano esclusi la cosa.
-So cosa stai pensando- rise Amber.
Distolsi lo sguardo dal suo corpo arrossendo.
-E no. Non sono mai andata a letto con Ian. Sono sempre stata innamorata di Brad. Ma stavamo molto noi tre insieme e l'ho conosciuto bene, ci siamo aiutati tante volte-
Mi sentii sollevata.
-Scusa io..-
-Non ti preoccupare. È naturale che la pensi così- alzò le spalle e la ringraziai con lo sguardo.
-Annie la tue scarpe sono davvero meravigliose- cambiò argomento.
-Ti piacciono? Le ho prese a Londra!- cominciarono a parlare di moda mentre io pensavo al mio ragazzo in palestra a fare addominali.
***
Due giorni dopo Ian ricevette la famigerata chiamata dai suoi genitori e per l'ennesima volta il suo comportamento mi stupì. Non diede di matto, anzi, si accordò direttamente con loro per telefono e disse che avrebbe parlato lui con il preside. In tutto questo mi tenne stretta la mano e mi rilassai un po'.
-Come ti senti?- chiesi quando riattaccò.
-Il mondo non è crollato- sospirò.
-È già un inizio- sorrise.
Sorrisi anche io, contenta che fosse in pace con sé stesso.
-Quando vi vedete?-
-Abbiamo appuntamento tra tre giorni. Mi verranno a prendere alle tre e tornerò qui alle sei al massimo- disse risoluto convincendo entrambi che poteva farcela.
-Sono fiera di te- gli accarezzai la mandibola e lui girò la testa per baciarmi.
-Sai, pensavo che una sera dovremmo prendere una bottiglia di alcool e portarcela in camera per festeggiare- mi stesi sul suo letto.
-So dove procurarmela- si stese sopra di me puntellandosi sugli avanbracci ai lati della mia testa.
-Non avevo dubbi- sorrisi.
Chiuse lo spazio tra noi e infilò la lingua nella mia bocca. La mia risata si trasformò in un ansimo e sentii il suo copro appoggiarsi lentamente sul mio. Una sua mano si intrufolò sotto la mia maglia e mi accarezzò il fianco.
-Dai ragazzi almeno avvertite!- esclamò Mike dalla porta.
Non l'avevo nemmeno sentito entrare.
Spinsi via da me Ian diventando rossa per l'imbarazzo mentre lui rideva.
-Adesso me ne vado- appoggiò lo zaino sul suo letto.
-No Mike me ne stavo andando- mi alzai cercando di mettermi a posto e Ian mi lanciò un'occhiata assassina.
-Non sembrava- rispose scettico il mio amico.
-Ian la catena la prossima volta- uscì.
-Sì amico-
Sentii la catenella appoggiarsi sulla maniglia della porta e i passi di Mike lungo il corridoio.
-Che vergogna- mi presi la faccia tra le mani.
-Vieni qui- rise Ian prendendomi un polso e facendomi sedere accanto a lui.
-Non lo guarderò mai più negli occhi- scossi la testa.
-Ehi piccola, pensa se ti avesse vista nuda con me dentro! Non stavamo facendo niente-
Lo spinsi facendomi scappare una risatina e lui mi prese per la vita mettendomi fra le sue gambe con la schiena poggiata al suo petto. Mi rilassai e immersi il naso nel suo collo chiudendo gli occhi.
Mi accarezzò le braccia e intrecciò le nostre dita.
-Vuoi che ci sia anche io venerdì?-
Lui scosse la testa.
-Non voglio che ti vedano. Significherebbe che mi fido di loro se ti presentassi e non siamo neanche lontanamente vicini a questo-
Infondo mi sentii sollevata di non doverli incontrare, non ero pronta e non penso lo sarei mai stata.
-Okay- sussurrai baciandogli il collo e lui mi strinse.
-Non vedo l'ora che questa storia sia finita-
-Anche io- risposi sinceramente.
-Poi quest'estate andremo a Londra ogni volta che vorrai-
-Ho già in programma una serata alcolica con le altre- risi.
-Noi possiamo fare tante altre cose oltre ad ubriacarci- mi sussurrò.
Annuii e mi premeti di più su di lui.
-Spero arrivi presto-
Mi baciò dietro l'orecchio annuendo.

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