JESS POV
Quando mi svegliai Ian era ancora saldamente aggrappato a me. Sorrisi facendo scorrere il naso sulla sua mascella marcata. Si lamentò appena e mi strinse più forte intrappolando la mia coscia sotto il suo ginocchio.
Risi.
-Non scappo sai?- gli sussurrai in un orecchio.
Guardai il suo profilo addormentato nel mio collo: le labbra socchiuse e le palpebre abbassate gli conferivano un aria così rilassata dopo tutto quello che aveva passato.
Guardai la sveglia e notando i numeri feci un balzo sul letto tanto che Ian si lamentò grugnendo e gemendo.
-Ian- lo chiamai.
Si rimise fermo.
-Ian- lo mossi un poco da me e lui rafforzò nuovamente la presa.
Sbuffai combattendo un sorriso.
-Ian dai-
La sua mano mi accarezzò un fianco e mi diede un bacio sulla spalla facendomi capire che era sveglio.
-Buongiorno- dissi girandomi verso di lui.
Sorrise e aprì gli occhi lentamente stirandosi.
-Magari potessi svegliarmi sempre così- rispose con voce roca ancora stanca.
-Dormito bene?- chiesi abbracciando la sua vita.
-Mai stato meglio- mi baciò piano.
Si ritirò svelto come se si fosse ricordato qualcosa improvvisamente.
-Tu invece?-
Annuii non capendo.
-Niente incubi?- mi accarezzò la schiena.
Sospirai scuotendo la testa.
-Mi dispiace tanto piccola.. avrei dovuto esserci-
-Sei qui adesso- appoggiai la testa al suo petto.
Mi baciò i capelli continuando a scusarsi.
-Sto bene Ian davvero- sorrisi.
-Mi è servito un po' essere da sola-
Sì corrucciò.
-Per.. sai per riuscire a calmarmi da sola- spiegai senza guardarlo.
Non disse nulla per un po' continuando solo ad accarezzarmi, poi mi prese il mento alzandolo verso di sé.
-Sei così forte Jess-
Arrossii mordendomi il labbro e lui seguì il gesto con lo sguardo prima di riportarlo nei miei occhi.
-Diventi così tenera quando arrossici- si avvicinò.
Aricciai il naso in una smorfia non concordando affatto.
Lui rise sommessamente cercando di baciarmi ma io girai la testa facendo scontrare le sue labbra con la mia guancia.
-Dai piccola stai ferma- mi fece stendere di schiena sul letto schiacciandomi sotto il suo peso.
Scappai ancora alla sua bocca trattenendo un sorriso.
-Siamo in ritardo- cercai di allontanarlo.
-E allora?- mi bloccò i polsi sulla testa.
-Non voglio arrivare tardi a scuola- sorrisi mio malgrado. Bocca traditrice.
-Mmm che alunna modello- spinse i fianchi sui miei facendomi ansimare.
-Ci sono An e Mike..- protestai mentre il mio corpo si lasciava andare al suo.
-Sono al piano di sotto e sicuramente anche loro saranno occupati- mi lasciò umidi baci da sotto l'orecchio al collo
-Ian!- risi guardandolo male.
-Mi sei mancata in prigione- passò la mano sulla mia coscia.
Chiusi gli occhi abbandonandomi e gemendo quando le sue dita si infiltrarono sotto le mutandine.
-La mia salvatrice- accarezzò il clitoride.
-Il mio angelo- mi baciò un angolo della bocca.
-La mia piccola- baciò una clavicola.
-Testarda- passò alla valle tra i seni.
-Ragazza- infilò la lingua nell ombelico facendomi inarcare.
Tolse la mano dalla mia intimità procurandomi un lamento, subito attenuato quando si dedicò ai capezzoli. Leccò e succhiò facendomi ansimare e crescere un bisogno urgente tra le gambe.
-Ian...- sussurrai in preda al piacere.
Presi i suoi capelli tirandoli finché non mi guardò.
-Che c'è piccola?- fece quel mezzo sorriso.
Grugnii spingendo la sua testa più in basso. Quando capì quello che volevo rise malizioso abbassando la stoffa e soffiando sulle mie grandi labbra. Mi dimenai alzando il bacino verso di lui.
Non riuscii nemmeno ad arrossire per le mie azioni tanto era il desiderio che placasse il fuoco che continuava a crescere.
-Ti prego- mugolai.
-Cosa vuoi piccola?- lo guardai.
-Dimmi quello che vuoi che ti faccia-
Mi morsi il labbro scuotendo la testa.
-Dimmelo Jessica o non farò nulla- si allontanò.
Gemetti frustrata e allungai una mano verso il centro delle pulsazioni.
-E nemmeno tu- bloccò i miei polsi.
Puntai i piedi sul materasso ma lui non si scompose di una virgola. Aveva troppo autocontrollo per i miei gusti.
-Dov'è la mia Jessica dalla lingua lunga e biforcuta?- sorrise maligno.
Bastardo orgoglioso.
-Mi dispiacerebbe dover andarmene e lasciarti qui tutta sola..-
-Leccami- lo interruppi con un filo di voce.
Un lampo passò nei suoi occhi.
-Ripetilo- si riavvicinò.
-Leccami Ian-
Gemette facendo scivolare la lingua su di me una sola volta.
-Così?- Annuii più volte.
Fece la stessa cosa ma sentii un incertezza che lo fece fermare un secondo in più.
-E così?-
-S-sì- balbettai.
-Mi piace quando dici le cose sporche-
Alzai gli occhi al cielo.
Quando finalmente si lasciò andare potei venire gemendo il suo nome più volte.
Mi guardò intrecciando le dite alle mie sopra la mia testa. Risi infantile quando il suo naso mi sfiorò il collo. Mi coprì il viso di baci leggeri mostrandomi un lato meravigliosamente dolce e scherzoso. Si fermò sotto il mio orecchio posando l'ultimo bacio e mordendo il lobo.
-Adesso ho una fottuta voglia di scoparti-
E riecco il mio Ian.
-Sei pessimo- risi ancora come una bimba.
-In questo momento sembri davvero piccola- il suo sguardo faceva trasparire tanto di quell'amore e.. adorazione?
-Sei carina quando fai così- mi pizzicò un fianco facendomi saltare.
-Ma preferisco la tua bocca sporca- disse sistemandomi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
-Siamo in super ritardo..- provai a convincere lui e me stessa mentre facevo scivolare le dita dietro la sua schiena fino all'elastico dei boxer sotto i pantaloni.
-Vorrà dire che faremo in fretta- parlò con quella voce roca che mi faceva venire i brividi d'eccitazione.
Gli tolsi la maglia in tutta fretta e poi passai alla cintura dei pantaloni slacciando il bottone ed abbassando la cerniera.
-Dio cosa mi fai..- Mi prese il viso tra le mani baciandomi con forza.
Lo presi per le spalle chiudendo una mano sulla sua nuca e l'altra nei capelli.
Gli abbassai i boxer aiutandomi con i piedi e lui se ne liberò buttandoli giù dal letto. Accarezzai gli addominali e il petto scolpito sopra di me, imprimendo la sua pelle nei miei palmi.
Entrò piano in me procurando un sospiro di entrambi, poi cominciò a muoversi velocemente mantenendo la promessa di finire in fretta. Mi morsi il labbro per non urlare quando venni forte intorno a lui. Ian finì con un basso ringhio abbandonandosi sopra di me.
-Ti amo- sussurrai.
-Ti amo anch'io piccola-
***
Alla fine ci ritrovammo a dover fare le valigie in fretta e furia correndo per la casa. Mandai un messaggio a Sam dicendole che saremmo arrivati per le sei.
-Oh tesoro non ti vedrò fino a giugno!-
-Sono solo due mesi Claire- abbozzò un sorriso Ian stringendo sua zia tra le braccia.
-Hai ragione- tirò su col naso lei.
-Vi aspetto tutti per le vacanze estive allora- sorrise anche a noi tre.
Vidi Ben dare una pacca sulla spalla al nipote augurandogli un buon fine anno per poi raggiungere la moglie consolandola.
I cugini Jons parlottarono tra loro e non ebbi bisogno di guardare per sapere l'argomento della discussione.
Mi avvicinai alla loro famiglia salutando quelli che erano stati anche un po' i miei salvatori accogliendomi.
-Speriamo di rivederci presto allora- Claire si asciugò gli occhi con un fazzoletto bianco.
-Sicuramente- sorrisi accettando il suo materno abbraccio.
Ben mi sorrise e io ricambiai non sapendo bene cosa dire.
Lo stesso trattamento fu riservato ad An e Mike mentre io mi dirigevo verso il mio ragazzo.
-Tutto bene?- chiesi quando gli fui a fianco.
-Certo- sorrise prendendomi per la vita.
-Tienilo d'occhio Jess- Ash mi strinse una spalla allontanandosi per salutare anche i miei amici.
Gli sorrisi annuendo e mi girai verso il taxi che ci stava aspettando.
-Andiamo- disse Mike quando anche loro ebbero finito i saluti.
Salii in macchina e salutai con la mano la famiglia Jons con già una sensazione di nostalgia.
***
-Eccovi finalmente!- Sam ci corse incontro a braccia aperte e io ed An la accogliemmo in un abbraccio a tre. Fui la prima a staccarsi.
-Allora come è andata dai tuoi?- le chiesi.
-Oh bene dai, ma sono contenta di essere di nuovo con gente della mia età- rise e noi con lei.
-E voi? Vi siete divertite?-
-Alla fine è andata meglio del previsto- disse An guardando di sottecchi Mike.
Sam parve rifletterci sopra prima di annuire.
-Corro in camera. È tornata Helen. Ci vediamo stasera in mensa?-
-Certo- risposi alzando le spalle.
-Bene, a dopo allora- ci salutò salendo le scale.
-Ciao- la salutammo in coro io e An.
Quando mi girai trovai Ian a parlare con un giocatore di football quindi mi diressi verso Mike.
-Pronto a ricominciare?- gli chiesi senza alcun entusiasmo.
Lui sospirò portando lo sguardo dall'alto verso di me.
-No. E tu?-
-Per niente-
Cadde uno strano silenzio. Di quelli quasi imbarazzanti, soffocanti, quelli che non c'erano mai stati tra noi e mai avrei pensato ci sarebbero stati. Quelli che da quando avevamo litigato ricorrevano sempre più spesso.
Rimpiansi ancora una volta i tempi in cui eravamo Jess&Mike, senza spazi vuoti, senza egoismo: noi contro il mondo.
Cominciai a pensare che non fosse solo colpa sua in fondo. Negli ultimi tempi non c'ero mai stata per lui, anche se quando avevo bisogno io trovavo sempre la sua spalla su cui appoggiarmi. Una strana nausea mi prese la gola e puntai lo sguardo a terra grattandomi nervosa il braccio. Ian aveva ragione, dovevo abbandonare quell'abitudine al più presto.
Mi passai una mano fra i capelli prima di sospirare.
-Io.. io vado- non avevo intenzione di salutare nessuno. Volevo solo andare via.
M'incamminai ma la voce di Mike mi fermò ancora una volta, come sempre, lui sapeva.
-Jess!-
Mi girai trovando il suo petto e senza la forza di alzare lo sguardo.
-Che c'è?- chiesi piano.
-Cos'hai? Cosa ho detto di sbagliato?- la sua voce sembrava ferita e mi sentii ancora più in colpa.
-Niente Mike, non è niente. Sono stanchissima, questa notte non ho dormito niente e domani ho una verifica- dissi la prima cosa che mi venne in mente un po' più forte senza però alzare la testa.
-Anche se non mi guardi so che stai mentendo-
Alzai gli occhi verso di lui abbozzando un sorriso storto. Lui che mi aveva sempre capita, che mi conosceva meglio delle sue tasche. E io? Io ero stata così ingenua, così presa da me stessa, che non avevo nemmeno notato quando lui era cambiato.
-Tu non hai fatto niente. Tu sei sempre stato perfetto- sono stata io, di nuovo, a rovinarti.
Avrei voluto urlarglielo, ma già troppi studenti ci stavano guardando. Forse pensando, e le ragazze sperando, che tra me e Ian le cose non fossero funzionate.
Lui mi guardò rabbuiandosi.
-Cosa stai dicendo Jess? Nessuno è perfetto. Ho fatto un casino enorme con te e con An e adesso ne pago le conseguenze- disse duro ma con un leggero tono sconfitto.
-Tu non capisci!- sbottai attirando l'attenzione di una ragazza che ci passava a fianco.
Mi bloccai all'istante e presi un respiro.
-Possiamo andare a parlarne fuori?- gli indicai con la testa il giardino.
-Certo- annuì guardandomi circospetto.
Poggiammo i borsoni in un angolo della sala e ci incamminammo verso la porta finestra.
An era scappata di sopra con una sua compagna di corso.
Diedi un occhiata ad Ian ma non lo trovai nello stesso punto di prima. Lo cercai mentre uscivo ma sembrava sparito.
Mi diressi verso l'albero che aveva assistito a tutte le mie conversazioni fatte in quel giardino e mi sedetti sopra le radici con Mike a fianco. Com'ero finita a parlare con lui per l'ennesima volta della nostra amicizia?
-Cosa c'è Jess? Spiegami quale assurdità sta elaborando il tuo cervellino questa volta-
Avrei sorriso, volevo farlo, davvero.
-Mike ho rovinato tutto-
-Con Ian?- chiese spaesato.
-No.. con te- buttai fuori.
Lui rimase in silenzio guardandomi ma io non riuscii a voltarmi.
Quando capii che mi avrebbe fatto parlare, mi sfogai del tutto.
-È che tu ci sei sempre stato. Tu mi conosci meglio di quanto mi conosca io. Se avevo qualcosa, qualunque cosa, potevo contare su di te- gesticolai.
-E sono stata egoista Mike. Sono stata una fottuta stronza con te. Cazzo. Me ne rendo conto solo ora-
Risi isterica per un secondo.
-Non mi sono nemmeno accorta quando hai cominciato a cambiare. Pensavo a me stessa, solo a me e ai miei problemi. Dio sono stata così stupida. È anche colpa mia se ti sei mollato con An, se noi non siamo più quello che eravamo prima. Ho rovinato tutto di nuovo. E ho rovinato anche te. Questo è esattamente quello che intendevo quando ti parlavo degli incubi- Chiusi gli occhi sospirando.
Presi qualche secondo di pausa elaborando.
-Mi dispiace così tanto Micheal- presi i miei capelli in due pugni appoggiando i gomiti alle ginocchia.
Solo il vento faceva da sottofondo intorno a noi. Passarono cinque minuti forse, ma mi parvero un'ora quando finalmente Mike si mosse sul suo posto.
-Gesù Jess non puoi pensarlo davvero-
Mi girai verso di lui, forse involontariamente, con uno scatto della testa.
-Tu non c'entri niente con tutta questa storia. Smettila di incolparti per tutto-
Aggrottai le sopracciglia.
-Ognuno ha i suoi problemi va bene? C'è chi ne ha di più seri e chi più piccoli. Chi non parlerebbe e non ammetterebbe mai le sue debolezze, e chi di un fiocco di neve fa una valanga. Quello che voglio dire è: io non ho mai avuto delle difficoltà enormi, e quando mi lamentavo per delle cagate tu c'eri Jess-
-Come quella del gelato al limone?- sorrisi poco.
-Come quella del gelato al limone- rise di sé stesso.
-In questi mesi mi sono sentito catapultato in una nuova vita e ho perso quello a cui davvero tenevo, ma ho fatto tutto da solo. Nessuno mi ha costretto a pensare quello che ho pensato o a fare quello che ho fatto-
-Ma forse se ti avessi ascoltato di più..-
-No- m'interruppe.
-Non sarebbe cambiato nulla. E forse avresti solo peggiorato le cose. Se avessi cercato di farmi vedere realmente quello che stava succedendo, mi avresti solo indotto a volerlo ancora di più e forse adesso non avrei ancora capito i miei errori- disse vergognandosi.
-Tu pensi seriamente di non conoscermi Jessica?- disse ridendo e guardandomi.
Alzai le spalle guardando quel volto così famigliare.
-Quando mi hai detto di te e Ian per la prima volta sapevi esattamente cosa stavi facendo-
Trasalii.
-Ferirti. Volevo sbatterti in faccia che non me ne fregava del tuo parere e che anche senza di te potevo farcela. Perché Ian sarebbe stato con me- spifferai mordendomi il labbro.
Lui annuì.
-Mi sono sentito una merda nell attimo in cui sei uscita da quella classe-
-Volevo che capissi-
-Ed è stato così. Hai fatto esattamente quello che serviva per aiutarmi-
Sorrisi a quelle parole. Mike sapeva sempre rassicurarmi su tutto.
-E Jess-
Lo guardai.
-Tu non hai mai rovinato nulla. Hai sempre consolidato la nostra fratellanza- disse così sinceramente che mi venne quasi da piangere.
-Ti voglio bene Mike- sussurrai.
-Wow, da quanto non me lo dicevi?! L'ultima volta penso sia stata a nove anni!-
E adesso ne avevamo quasi diciannove.
-Ti voglio bene Jess- mi prese tra le braccia baciandomi la fronte.
E fu come se un'altro frammento del mio cuore fosse tornato al suo posto. Tornai a respirare e strinsi forte il mio migliore amico, mio fratello.
Quando ci staccammo scoppiai a ridere.
-È bello tornare alla normalità- dissi guardando il cielo grigio.
-Mancava anche a me- rispose.
Il silenzio che ci fu tra noi non mi pesò più come nei giorni prima. Non sentivo di essere sbagliata o di dover per forza dire qualcosa.
Mi appoggiai alle mani dietro di me.
-Il gelato al limone è per i vecchi- imitai la voce di Mike.
-Non cominciare-
-Ma Jess ti rendi conto? Ci portano il gelato e mi danno gelato al limone. Al limone. Che schifo!-
-Ero un bambino!-
-Avevi dodici anni!- risi guardandolo.
Sbuffò imbronciato.
-Non fare con me quella faccia Michael Stone!- risi ancora più forte.
-Di solito funzionava a farti smettere- borbottò.
-Non più- mi tenni la pancia per le troppe risate e quando mi guardò scoppiò a ridere anche lui.
Non mi ero accorta di quanto mi fossero mancati il vecchio Mike e la vecchia Jessica fino a quando non li avevo sentiti ridere nel giardino del Dallas College, sotto un vecchio albero, dopo tanti anni.
***
Tornai in camera con un enorme sollievo sul cuore.
-Ehi eccoti- disse An appena varcai la soglia trascinando il borsone dietro di me.
-Sì scusa- ansimai chiudendo la porta.
-Ero con Mike- respirai lasciandomi cadere sul letto.
-A-ah- mi rispose dal bagno.
-Hai visto Ian?- chiesi.
Tornò in camera sedendosi di fronte a me.
-Mmm ha ricevuto una chiamata ed è scomparso su per le scale-
Annuii. Gli avrei parlato dopo, adesso volevo dedicarmi ad An.
La guardai mentre sistemava le sue cose nell'armadio.
-Allora..- cominciai dondolando i piedi.
Mi guardò per un secondo sperando che non facessi quella domanda.
-Con Mike come.. come è finita?-
Le sue spalle si abbassarono e la sentii sospirare anche se continuava a stare girata.
-Io sinceramente Jess non lo so..- Mi guardò demoralizzata.
-Vieni qui- picchiettai il materasso di fianco a me.
Si sedette con le mani in grembo grattando lo smalto dalle unghie.
-Dopo il bacio è..-
-No. Non è successo niente- interruppe subito.
-Okay..- Annuii.
Chiuse gli occhi e inspirò prima di guardarmi.
-Il giorno del compleanno di Ian siamo andati a fare un giro in macchina e..-
Un sonoro bussare fermò il suo racconto facendoci voltare entrambe verso la porta.
-Chi può essere?- mi chiese.
Alzai le spalle prima di andare ad aprire.
-Tu lo sapevi?!- Ian mi urlò contro.
Sbattei le palpebre guardandolo. Non era arrabbiato, era.. spaventato.
-Ian calmati- gli presi un braccio ma lo tolse con uno strattone.
-Dov'eri?!- chiese ancora forte.
Corrugai la fronte e mi girai verso An trovandola già in piedi. Mi strinse una mano sorridendo timidamente prima di sorpassarci entrambi.
Lui non aveva mai tolto gli occhi da me.
-Vieni dentro-
Lui entrò a passo di marcia e io chiusi la porta lentamente, poi lo seguii e mi bloccai davanti a lui con le braccia incrociate.
-Adesso vuoi dirmi cosa è successo con calma?- chiesi dura.
Lui sembrava fumare agitandosi e notai il telefono stretto nella sua mano.
-Chi ti ha chiamato?- ricordai la conversazione con An.
-Dov'eri?- mi rispose con una domanda.
-Con Mike, in giardino-
Lui si bloccò spalancano di poco gli occhi.
-Perché?- chiese più calmo, ora sembrava smarrito.
-Dovevo chiarire ancora delle cose con lui. Ma ora è tutto okay- sussurrai avvicinandomi. Questa volta mi lasciò fare e gli poggiai una mano sul mento.
-Ian dimmi cos'è successo- pretesi.
Il suo viso era piegato da una smorfia che non mi piaceva.
-Tu lo sapevi?- mi guardò negli occhi.
-Cosa?- il mio cuore prese a battere.
Si passò una mano nei capelli tirandoli.
-Della cauzione-
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Breathe
Novela JuvenilCiò che è mio mi appartiene e non sono disposto a condividerlo con nessuno. Non sono disposto a condividerti con nessuno intesi? Quindi quando premerò le mie labbra sulle tue sarai mia. Mia e di nessun'altro