Chapter 62

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IAN POV
-Hai visto Brad?- chiesi ad uno dei giocatori di football nell'atrio.
Eravamo tornati da neanche cinque minuti e già quella bionda di Sam mi aveva portato via Jessica.
-No amico mi dispiace- scrollò le spalle.
-Grazie lo stesso- gli diedi una pacca sulle spalle e mi voltai di nuovo verso i miei amici.
Vidi Jess andare verso Mike mentre An parlava con un'altra ragazza.
Stavo giusto tornado indietro quando sentii la voce di Brad chiamarmi.
-Ehi fratello!-
Mi girai verso di lui e ci scambiammo un abbraccio veloce fatto più di pacche sulla schiena che di stretta.
-Brad dov'eri? Ti stavo cercando-
-Sono qui da questa mattina- sbuffò alzando gli occhi al cielo.
-Alla fine tu e Amber siete rimasti in zona?-
-Sì, non avevamo nessuna meta-
-Strano-
-Sì.. strano- sembrò rabbuiarsi.
-Beh è normale prendersi una pausa dopo un viaggio lungo come quello di questa estate-
-Immagino di sì- alzò le spalle sorridendo di nuovo.
-E tu? Com'è andata?-
Feci una smorfia spostandomi il ciuffo dalla fronte portandolo indietro e creando una specie di cresta che ricadde subito dopo.
-Sono sotto libertà vigilata-
Sbarrò gli occhi sbattendo le palpebre due o tre volte.
-Mi stai prendendo per il culo-
Sospirai scuotendo la testa.
-Ma.. I prof lo sanno?-
-Anche il preside mi tiene d'occhio- mormorai stizzito.
-Cazzo- si passò a sua volta una mano tra i capelli.
Mi guardai intorno nella sala gremita di gente.
-Non penserai di cavartela senza raccontarmi niente- ghignò.
-No stronzo ti racconterò tutto-
Lui annuì soddisfatto.
-Ti piace proprio assistere alla mia rovina eh?- gli diedi una spinta.
Lui rise.
-Non sai quanto!-
Mentre Brad si rimetteva dritto suonò il mio telefono. Lo presi fuori incerto su chi potesse chiamarmi. Ash e zia Claire erano gli unici che potevano avere bisogno.
Tuttavia sullo schermo mi apparve solo un numero sconosciuto.
-Aspetta- dissi al mio migliore amico portandomi il cellulare all'orecchio.
-Pronto?- risposi cercando Jessica con lo sguardo.
Quando la trovai sembrava triste e turbata, aggrottai la fronte.
-Ian?- una voce maschile mi chiamava dall'altro capo.
Guardai di nuovo il numero ma non mi diceva niente di famigliare.
-Mmm.. sì? Chi è?-
-Non riconosci la mia voce figliolo? Sono tuo padre-
Mi bloccai sul posto e mi si congelò il sangue. Guardai Brad in preda al panico e lui si accorse della mia paura.
-Chi è?- si avvicinò sussurrando.
Mi allontanai facendogli segno che ci saremmo rivisti dopo e corsi su per le scale.
-Ian? Ci sei Ian?-
-Ci sono- dissi senza la minima emozione prendendo la chiave della camera dal borsone.
-È strano che tu non riconosca la voce del tuo vecchio- rise un po'.
Era da quasi tre anni che non si faceva vivo. Tre anni.
Non mi ricordavo nemmeno la sua faccia, o il suo corpo, o il suo profumo. Nemmeno come si vestiva per l'amor del cielo! Come poteva anche solo pensare che mi ricordassi la sua cazzo di voce?!
-Cosa vuoi?- chiesi chiudendo la porta e buttando la borsa sul letto.
-Stai bene? Sei tornato al college?-
Presi una pausa sedendomi sul letto.
-Sì- risposi a entrambe.
-Sei uscito dal commissariato senza problemi?-
M'irrigidii.
-Come fai a saperlo?- cercai di mantenere un tono calmo.
Ci mise un secondo di troppo a rispondere.
-Sai.. in periferia le voci girano..-
-Come cazzo fai a saperlo?!- sbottai ringhiando nel telefono.
Sospirò dall'altra parte dell'apparecchio.
-Ho saputo davvero da un mio amico che eri finito dietro alle sbarre. Era nel bar quando sono arrivati gli agenti e ti hanno portato via- si fermò e io respirai forte per non urlare.
-C'è dell'altro?!- scattai quando non continuò.
Altro sospiro. Mi stavo innervosendo.
-Così sono andato da Loose per informarmi e ho incontrato tuo cugino-
-Ash- mi strozzai col suo nome. Come poteva averlo fatto?!
-Sì Ashton, è diventato un vero uomo. I tuoi zii non sanno niente di questa storia da un sacco di tempo...-
-Vai avanti- lo interruppi bruscamente cominciando a camminare per la stanza.
-Ian...-
-Cazzo finisci questa merda di spiegazione!- urlai.
-Mi hanno detto che c'era da pagare una cauzione. Sai per l'alcool, alcuni danni e per farti uscire, ma Ashton non aveva tutti quei soldi-
Mi passai una mano sul viso rischiando davvero di crollare in ginocchio.
-Quindi l'ho pagata io e ti ho permesso di uscire, anche se Loose mi ha riferito che sei ancora sotto libertà vigilata-
Non risposi e mi appoggiai al muro scivolando a sedere sul pavimento. Come poteva Ash non avermi detto tutto? Dopo quello che gli avevo confessato in macchina?
Sentivo la rabbia montarmi dentro. Verso mio padre, mio cugino... e Jessica?! Anche lei lo sapeva e mi aveva tenuto all'oscuro?!
-Figliolo ci sei?-
-Ti aspetti che ti ringrazi?!- sbottai senza più riuscire a mantenere un contegno.
-Avevamo deciso di non dirtelo apposta. Sapevo che non avresti mai accettato il mio aiuto-
-No infatti- sputai.
Calò il silenzio anche da parte sua mentre io guardavo nel vuoto davanti a me.
Dovevo chiamare Ash.
-Adesso devo andare- dissi duro.
-Oh.. certo scusa. Ehm.. buone lezioni. Ti saluta anche tua madre-
-Bene-
Chiusi la chiamata e strinsi il cellulare forte nella mano prima di scaraventarlo dall'altra parte della stanza.
-Maledizione- mi tirai i capelli raggiungendo subito dopo il telefono.
Fortunatamente non era rotto. Solo crepato in un angolo.
Lo appoggiai accanto a me e presi la testa tra le mani chiudendo gli occhi. Dio perché?! Perché erano tornati?! Pensavano che fare i genitori premurosi dopo tre anni che mi avevano abbandonato avrebbe aggiustato qualcosa?! Beh non avevano rotto nient'altro che me e questo non mi bastava. Le parole dolci non sarebbero servite a niente. Non lo avevano mai fatto, non sarebbero iniziate ora.
Presi coraggio e composi il numero di mio cugino. In quel momento doveva essere a lavoro ma non me ne fregava un cazzo.
Alla prima chiamata non rispose, così rifeci il numero una seconda e una terza volta finché finalmente si decise a parlare.
-Ian che c'è?! Sto lavorando- disse a bassa voce.
-Come hai potuto non dirmi niente?!- andai dritto al punto tenendo a freno la voce.
-Di cosa parli?- si mise subito sulla difensiva.
-Ah non lo sai?! Mi ha appena chiamato mio padre, ti dice nulla?!-
Non rispose subito ma lo sentii fermarsi da qualsiasi cosa stesse facendo.
-Possiamo parlarne dopo? Adesso non posso and...-
-Non me ne frega un cazzo Ashton! E no, non possiamo parlarne dopo porca puttana!-
-Ian sta' calmo. Non è niente-
-Lo chiami niente?! Ti avevo detto quanto fossi spaventato all'idea che fossero tornati nella mia vita! E tu hai taciuto! Non ti sei preso nemmeno la briga di dirmi che quel fottuto bastardo mi aveva pagato la cauzione! Non sapevo neanche ci fosse una merda di cauzione!- urlai.
-E cosa avrei dovuto dirti eh Ian?!- disse nervoso ma sempre a bassa voce.
-Sapevo che avresti reagito così. Sapevo che non avresti voluto i suoi soldi, ma ne avevamo bisogno! I non avevo denaro e tu neppure. I nostri risparmi insieme non arrivavano a metà della cifra! Saresti rimasto in carcere per colpa del tuo cazzo di orgoglio!-
-Vaffanculo!- Chiusi la chiamata.
Non dissi niente. Non potevo ribattere perché sapevo che era tutto vero. E per quanto orgoglioso fossi, non volevo litigare con Ash.
Rimaneva che ero ancora incazzato nero e non sapevo se Jessica fosse al corrente di tutta questa storia.
In quel momento entrò Stone che mi guardò per un attimo e si bloccò.
-Stai bene?-
Mi passai una mano tra i capelli e avrei voluto ridere come un isterico.
-Dov'è Jess?- chiesi cercando di trattenere la rabbia, ma da come mi guardò Michael capii di non esserci riuscito.
-Non sono sicuro che tu sia nelle giuste condizioni per parlarle-
Oddio era tornato l'amico protettivo che cercava di tenermi lontano da lei?! Non avrei retto anche questa merda adesso.
-Dimmelo e basta Stone- alzai le mani al cielo continuando a stringere il telefono.
-Non lo so, penso in camera-
-Grazie- mi diressi a grandi falcate verso la porta.
Mi bloccò un braccio.
-Stai attento- disse.
Me lo scrollai di dosso con un movimento brusco.
-Per l'amor di Dio non le farò niente!-
Chiusi la porta dietro di me.
-Io la amo- dissi a me stesso.
E proprio per questo se avesse saputo di mio padre e non mi avesse detto nulla mi avrebbe ucciso.
Corsi giù per le scale fino ad arrivare alla sua porta col fiatone. Bussai forse troppo forte, ma non riuscivo a distinguere i rumori.
Mi aprì poco dopo ma non la lasciai parlare.
-Tu lo sapevi?!- urlai.
Sbatté le palpebre confusa guardandomi attentamente e facendomi innervosire.
-Ian calmati- mi prese un braccio ma lo tolsi con uno strattone.
-Dov'eri?!- chiesi ancora più forte.
Dovevo prendermela con qualcuno e sapevo solo che lei prima non era con me.
Corrugò la fronte e si girò verso An credo. Lei uscì dietro di me ma non la guardai nemmeno. Tenni sempre gli occhi fissi su Jessica.
-Vieni dentro-
Entrai a passo di marcia e lei chiuse la porta, poi si piazzò davanti a me con le mani sui fianchi.
Era sexy anche quando cercava di essere arrabbiata.
-Adesso vuoi dirmi cosa è successo con calma?- chiese dura.
Mi agitai guardandomi intorno.
-Chi ti ha chiamato?-
Seguii il suo sguardo sul cellulare ancora ben sigillato nel mio palmo.
-Dov'eri?-
-Con Mike, in giardino-
Mi bloccai non aspettandomi quella risposta. Cos'era?! La giornata 'Prendiamo tutti Ian per il culo'?!
-Perché?-
Cosa ci faceva da sola con Stone di nuovo?!
-Dovevo chiarire ancora delle cose con lui. Ma ora è tutto okay- sussurrò avvicinandosi.
Non riuscii a rifiutarla di nuovo e mi poggiò una mano sul mento accarezzandomi e calmandomi immediatamente.
-Ian dimmi cos'è successo-
Avevo paura della sua risposta. Se mi avesse detto che lo sapeva non sapevo come avrei reagito.
-Tu lo sapevi?- la guardai negli occhi cercando la verità.
-Cosa?-
Mi passai una mano nei capelli tirandoli.
-Della cauzione- Trattenni il respiro.
Lei parve smarrita quanto me prima di fare un passo indietro.
-Quale cauzione?- chiese.
-Quella che ha pagato mio padre-
Spalancò leggermente gli occhi e la bocca insieme.
-Cosa.. quando.. Ian non ne sapevo nulla- si mise una mano sulla fronte camminando per la stanza.
-Ash lo sapeva- dissi continuando a guardarla.
Si fermò e tornò da me mettendosi dritta inchiodandomi con gli occhi.
-Devi credermi. Non me ne aveva parlato-
-Ti credo- risposi senza esitazione.
-Perché non te lo ha detto?-
Alzai le spalle.
-Dice che sapeva che avrei reagito male e sarei rimasto in carcere per colpa del mio orgoglio-
-Il che è vero- aggiunsi poco dopo.
Lei sospirò annuendo.
-Lo hai chiamato?-
-Sì ma.. non gli ho dato molto modo di parlare..- Mi grattai la nuca.
Tutta l'ansia che avevo accumulato sulle spalle si sciolse quando le sue braccia si avvolsero intorno alla mia vita. Annusai il profumo dei sui capelli e chiusi gli occhi sapendo che, almeno lei, non mi avrebbe mai abbandonato.
JESS POV
Non potevo credere che Ash avesse mentito a entrambi. Insomma dubitavo che fosse all'oscuro di quello che Ian provava nei confronti dei suoi genitori, quindi perché non dirglielo una volta fuori dal commissariato?
-Grazie Jess- sussurrò nel mio collo.
Amore mio..
-Vuoi stenderti un po'?- gli chiesi dolcemente.
Si staccò giusto per annuire e gli presi la mano per condurlo sul letto. Si lasciò cadere pesantemente mettendo un braccio piegato sugli occhi. Rimasi a guardarlo in tutto il suo splendore dall'alto.
-Beh? Non vieni?- picchiettò il materasso vuoto accanto a sé, alzando il braccio per guardarmi.
Annuii e mi misi al suo fianco tirando il lenzuolo sopra i nostri corpi.
-Perché usi le coperte anche a fine aprile?- rise.
M'imbronciai.
-Io le uso tutto l'anno- mi chiusi a uovo dandogli la schiena.
Il letto si incurvò quando Ian si mosse e una mano mi si appoggiò sullo stomaco spingendomi indietro verso di lui. Quando toccai il suo petto con la schiena capii che si era girato verso di me. Rimasi comunque nella mia posizione con le ginocchia quasi al petto.
-Hai freddo?- mi chiese dandomi un bacio sulla tempia.
Annuii anche se non era del tutto vero. Volevo solo che mi abbracciasse.
Provò a intrecciare la sua gamba con le mie, ma non riuscendoci sospirò e mi attirò più vicina.
-Da chi ti stai proteggendo piccola?-
Dormivo da sempre in quella posizione. Abbracciavo un cuscino e mi facevo scudo con le braccia e le gambe. Seppellivo anche la testa a volte.
Rettifico: dormivo sempre così prima di incontrare Ian. Abbracciare un cuscino era bello, ma niente a confronto del corpo del mio ragazzo.
Alzai le spalle e potei praticamente vedere le sue sopracciglia aggrottarsi.
-Spero non da me-
Alla fine riuscì a farmi stendere sulla schiena e mi guardò dall'alto puntellandosi su un gomito.
Copiai la sua posizione col braccio sugli occhi e li chiusi.
-Tu non mi farai del male Ian, perché dovrei difendermi da te?- dissi con voce assonnata.
-Non lo so..- soffiò a un centimetro dal mio orecchio.
Mi rilassai stendendo le gambe e abbandonandomi al morbido materasso. Il sonno per la notte precedente mi stava lentamente richiamando.
Quando sentii un suo braccio posizionarsi protettivo sopra la mia vita mi si gonfiò il cuore per quel piccolo gesto.
Mi avvicinai guardandolo con occhi stanchi. Anche lui sembrava non riuscire a tenerli aperti.
Lo feci stendere di schiena e mi aggrappai a lui come abbracciavo il cuscino nelle notti da sola. Appoggiai la testa sul cuscino tra spalla e testa, gli circondai l'addome con il braccio e una gamba con la mia, salendogli praticamente addosso. Nonostante il peso del mio corpo non disse nulla, si limitò a circondarmi la vita e darmi un bacio sulla fronte.
IAN POV
Mi svegliai per il troppo caldo. O forse per le pacche insistenti sul mio braccio.
Btontolai tenendo gli occhi chiusi e sperando che chiunque fosse la smettesse.
-Ian devi andartene! Non puoi stare qui tutta notte!-
Sollevai le palpebre e la prima cosa che vidi furono i capelli di Jess ammassati metà sul cuscino e metà sul mio viso. Li spostai dolcemente stringendola ancora tra le braccia e alzai lo sguardo verso la sua migliore amica che mi stava letteralmente incenerendo con lo sguardo.
-An- dissi stupito e con la voce impastata.
-Alzati. È quasi mezzanotte e voglio andare a dormire- incrociò le braccia.
Annuii sollevando la mia ragazza per poi riadagiarla sul letto lentamente.
Mi stirai facendo scrocchiare la schiena. Quella posizione era fantastica, ma non tra le più comode.
Coprii il suo piccolo corpo con le lenzuola ma le tolsi un secondo dopo abbassandomi sui suoi jeans.
-Che stai facendo?!- mezzo urlò An.
-Le sto togliendo i pantaloni o domani si ritroverà tutta indolenzita- dissi calmo continuando a tirare giù lentamente il tessuto per non svegliarla.
-Oh..- si sedette sul suo letto aspettando.
Una volta finito il mio compito la ricoprii e lei si girò tastando il materasso vuoto accanto a lei. Dio quanto sarei voluto rimanere. Fece una smorfia non trovandomi ma si rilassò subito e sprofondò di nuovo nel sonno.
-Buonanotte piccola- sussurrai dandole un bacio sui capelli.
Piegai i jeans sulla sedia e mi girai per andarmene.
-Notte An e scusa- sorrisi mentre lei annuiva.
-Notte-
Chiusi la porta dietro di me e salii le scale velocemente facendo attenzione che i sorveglianti non mi sentissero. Sgusciai in camera trovando Stone che russava. Mi sedetti sul letto e presi fuori il cellulare scoprendo tre chiamate perse da Ash e un suo messaggio.
So che sei incazzato con me. Volevo dirtelo ma non ho avuto il coraggio. Richiamami.
Sospirai sapendo che lui in realtà non aveva nessuna colpa se non quella di essere mio cugino.
È tutto a posto Ash. Sono stato un cazzone mi dispiace. Grazie, ci sentiamo domani.
Bloccai lo schermo e misi il telefono in carica, tolsi pantaloni e maglietta e mi stesi sul letto addormentandomi di botto.
***
Aprii il mio armadietto e riposi i libri tenendo solo quello di letteratura. Guardai il cellulare indeciso se chiamare o no Ash. Decisi che lo avrei fatto dopo le lezioni e andai in rubrica per scorrere le ultime chiamate. Il numero sconosciuto rimaneva tale nonostante avessi pensato più di una volta di salvarlo, così nel caso mi avesse richiamato sapevo cosa aspettarmi. E non rispondere.
-Ehi-
Alzai la testa incontrando i suoi occhi castani. Misi via il telefono e la presi tra le braccia.
-Piccola. Dormito bene?-
Passò un dito sulla ruga in mezzo alle mie sopracciglia aggrottate.
-Sì.. anche se te ne sei andato- mise il broncio.
-Oh fidati non è stata una scelta mia- ridacchiai.
Alzò un sopracciglio.
-An mi ha quasi buttato giù dal letto. Ci è mancato davvero poco-
Lei rise dandomi una pacca sul petto e io mi incantai a guardarla.
-Stai bene? Mi sembri.. non so- mi accarezzò la mascella ispida.
Mi chinai per baciarla piano e lentamente.
-Ora va meglio- dissi appoggiando la fronte alla sua.
Arrossì e mi spinse via.
-Quando fai il romantico vuoi sempre qualcosa!- rise cominciando a camminare verso la classe.
-Non è vero!- mi finsi offeso mentre la prendevo per mano.
Prendemmo posto in fondo, dalla parte opposta rispetto alla mia vecchia compagnia. Vidi le ragazze guardare male Jessica ma mi misi subito in mezzo irritato.
-Ian sei sicuro di star bene?-
Non le sfuggiva niente eh.
-Sì piccola sto bene te lo giuro- la baciai di nuovo, questa volta velocemente.
Lei mi guardò finché il prof non fece il suo ingresso in classe. A quel punto prese in mano la penna e cominciò a scrivere gli appunti.
Seguii circa dieci minuti di lezione, poi mi persi a fissarla. Il modo in cui aggrottata le sopracciglia e sporgeva la bocca quando era concentrata, la mano che velocemente scriveva ogni parola, il piede che di tanto in tanto dondolava o batteva a terra.
-Che c'è?- sussurrò girandosi.
Alzai le spalle.
Sbuffò.
-Stai attento Ian. Non voglio che ti boccino-
Risi piano.
-Non posso guardare la mia bellissima ragazza?-
-No se questo ti farà prendere una F-
-Mmm- voltai la testa verso il professore che continuava a parlare, per poi riportarlo a lei.
-Non mi siedo più vicino a te-
-Oh tesoro sarebbe peggio. Starei tutto il tempo a guardare male i ragazzi che ti fissano e a cercare il tuo sguardo-
Socchiuse gli occhi sfidandomi.
-Niente sesso se prendi anche solo un insufficienza in questa materia-
Spalancai gli occhi.
-Non sei seria-
-Vuoi scommettere?- sorrise maligna.
Questo era: un fottuto diavolo totalmente sexy mandato sulla terra per punirmi.
-Dio no!- presi fuori la matita.
Lei rise vittoriosa.
Strappai un angolo del foglio, scrissi due parole e glielo passai.
JESS POV
"Ti amo".

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