-Andiamo Jess, fidati di noi!-
-An lo sai che odio essere bendata!-
Mi aggrappai alla ringhiera sperando di non volare giù dalle scale e morire proprio il giorno del mio compleanno.
-Ti divertirai tesoro- rise Sam dandomi una leggere spinta per farmi continuare.
-Questo è un incubo-
Quella mattina mi ero svegliata con un cappuccino e una pasta sul comodino insieme ad un biglietto di auguri da parte di tutte le ragazze che erano corse a lezione alle otto. Io mi ero concessa almeno di entrare in classe la seconda ora. Avevo fatto colazione sporcando la faccia e il letto di cioccolata, ma Dio ne era valsa la pena!
Arrivata in mensa, dopo una serie di lunghi abbracci da parte di tutti i miei amici, Mike mi aveva porto una rosa bianca, la mia preferita, e gli ero saltata addosso dalla commozione. La prima volta che me l'aveva regalata era il mio tredicesimo compleanno ed era stato l'unico regalo che avevo ricevuto da quando erano morti i miei. Da lì ogni anno Mike se ne procurava una, ma non credevo riuscisse a farlo al college. Trovarmela davanti era stato magnifico.
Alec si era presentato il pomeriggio in camera mia con una poesia scritta da lui: avevo riso fino alle lacrime per le parole che aveva usato, le quali mi descrivevano come una "acidella incazzata col mondo ma che in fondo avrebbe potuto quasi fargli cambiare sponda. Quasi". E avevo già detto della scatola di cioccolatini?
Era proprio vero che chi mi voleva bene mi regalava del cibo. Che poi non fosse salutare per il mio corpo era un'altra storia.
Dulcis in fundo era dalle cinque che le mie teoriche amiche si stavano divertendo con me come se fossi una bambola e facendo allusioni terrorizzanti sulla serata senza mai dirmi del tutto cosa sarebbe successo.
Ed ora mi trovavo truccata e pettinata di tutto punto, nel mio tubino rosso, che mi arrivava giusto sotto le natiche (opera di Sam), con dei tacchi allucinanti (opera di An), sulle scale, bendata e con tre pazze eccitate al seguito.
-Non dire così! Vedrai, sarà una serata memorabile!- aggiunse Helen.
-Oppure avrai bevuto così tanto che non ti ricorderai niente di quello che farai- Sam mi diede una pacca sul sedere e io strillai.
Appena sentii il prato sotto le scarpe ebbi un fremito.
Non avevo la più pallida idea di cosa avessero organizzato e stare al centro dell'attenzione arrivando davanti a probabilmente tutta la scuola bendata era già di per sé una cosa spaventosa. Aggiungendo il fatto che erano solo le nove e la serata doveva ancora cominciare, e sarebbe stata una lunga lunghissima serata, il tutto diventava il peggior momento della mia esistenza.
-Ci siamo- sussurrò An.
Okay. Facciamolo.
Mi sciolsero la benda e un coro di auguri mi inondò le orecchie.
Quando riuscii a mettere a fuoco non potetti trattenere un sorriso che si tramutò in risata davanti a tutta la gente accorsa per la festa. La piscina era addobbata a cerimonia, con ghirlande, ritagli di carta e ogni tipo di luce.
Tantissime facce, chi più note e chi sconosciute, erano davanti a me e mi fissavano sorridenti, alcuni dei presenti già un po' brilli. Chi con le bottiglie in mano, chi prontamente mi passò un bicchiere e lo riempì e chi stava aspettando una mia reazione.
-Che la festa abbia inizio!- urlarono le mie amiche insieme.
-Festeggiamo!- le seguii io e buttai giù il primo bicchiere di un liquido ambrato.
Improvvisamente si era risvegliato lo spirito da festaiola sepolto dentro di me e buttate via le pantofole sfilava ora con un capello a cono colorato e un calice di alcool in mano urlando "era ora che ci si mettesse un po' di animo".
Un'altro coro gioioso si levò nell'aria e la massa si disperse tra pista, bar e tavoli.
Le ragazze mi strinsero in un abbraccio e io ricambiai cercando di prendere tutte.
-Siete le migliori amiche che possa avere-
-Vedremo cosa dirai a fine nottata- risero.
Non mi feci intimorire da quel commento e marciai verso il bar con loro per prendere una bottiglia di qualsiasi cosa.
-Kyle!- dissi sorpresa vedendolo a fare da barman.
-Ehi Jessica! Auguri-
-Grazie- sorrisi appoggiandomi al bancone.
-Per te da bere è gratis ovviamente-
-Questo è vivere!- alzai le mani al cielo sorridendo alle mie amiche.
-Vogliamo vederti barcollare cara-
Raccattai una bottiglia di vino rosso e feci un occhiolino, poi me la portai in giro come se fosse il mio bambino.
-Auguri Jess!-
-Buon compleanno!-
-Auguri bellezza!-
Ringraziai tutti passando tra la folla e riconoscendo meno della metà delle persone.
Mi misi a ballare con le altre senza azzardarmi ad alzare troppo le braccia per via del vestito cortissimo. Ma andando avanti di quel passo, quello sarebbe stato il mio ultimo problema.
Rovesciai la testa all'indietto e presi l'ennesimo sorso dalla bottiglia quando un grido mi fece abbassare il vetro che tenevo davanti alla faccia.
-Jessicaaa!-
Amber mi stava corredo incontro tallonata da Brandon.
-Buon compleanno tesoro! Sei splendida!-
-Grazie Amber- la abbracciai con un braccio mentre con l'altro tenevo il vino.
Salutai il suo ragazzo tenendomi a distanza e lui mi rivolse solo un breve sorriso facendomi gli auguri.
Mi guardai intorno per paura che Ian fosse con loro, ma non arrivò nessun'altro e il mio cuore si calmò un poco. Non c'era. E non sarebbe venuto.
-È tutto fantastico!- sentenziò indicando intorno a noi.
-Già, merito delle mie personali party planners- risi.
-Vedo che ti sei già armata- indicò la bottiglia che reggevo.
Annuii alzandola e scuotendola. Ce n'era ancora abbastanza. Feci un sorrisetto. Quella sera non avrei pensato a nulla, solo a me stessa. Ero decisa a ubriacarmi e a evitare ogni tipo di problema o stress.
Un ragazzo mi venne addosso e finii contro ad Amber, che non ci pensò due volte a mandarlo al diavolo e aggiungendo qualche imprecazione colorita. Brad rise e la prese per i fianchi.
Decisi che era il momento di salutarli con la promessa di rivederli più tardi e continuai il mio cammino da festeggiata mezza single. La bottiglia di alcool contava come mezzo accompagnatore.
Mi infilai tra i corpi sudati e arrivata a un tavolino ci biombai sopra per finire in pace il mio vino.
Guardai tutti ridere, bere e divertirsi. Io sarei stata così. Quella sera era la mia sera e per nulla al mondo me la sarei fatta rovinare.
Peccato che il piccolo e deprimente pensiero di vedere Ian fosse sempre presente.
Finii con un lungo sorso la bottiglia e la lasciai lì rialzandomi. Traballai con la testa a tratti leggera e d'improvviso pesante.
-Tanti auguri a me!- urlai ridendo e un singhiozzo mi scappò dalle labbra.
Un ragazzo mi offrì una mano per ballare ma io mi aggrappai a lui fino alla pista e appena vidi il gruppo delle mie amiche mi aggiunsi a loro muovendo i fianchi a ritmo di musica.
'Fanculo ai ragazzi. Quella sera c'ero solo io.
-Ti stai divertendo?-
-L'alcool per me è gratis. Questo basterebbe a rendere una serata fantastica, ma questa è perfetta!-
-E non è ancora cominciata!-
Risi e iniziai a cantare finché un paio di braccia non mi circondarono la vita. Sentii i fianchi dello sconosciuto premersi contro il mio fondo schiena e mi venne un brivido.
Non ero ancora abbastanza ubriaca per questo.
Mi girai schifata ma appena vidi i due occhi che mi fissavano scoppiai in un'altra fragorosa risata e mi strusciai sul suo cavallo.
-Zuccherino dovrei davvero riconsiderare le parole della mia poesia!-
Mi girai e gli poggiai le mani sulle spalle.
-Se ti sentisse Dylan-
-Sarà il nostro piccolo segreto- Alec mi diede un bacio sulla fronte.
-Buon compleanno di nuovo. Come procede la serata?-
-Grazie di nuovo. Bene per adesso, ma non sono ancora ubriaca- storsi il naso.
-Ma come? La festeggiata non ha bevuto abbastanza e le sue amiche non fanno niente? Menomale che ci sono io per te allora-
-Mio eroe!- feci un mezzo casquet e lui mi resse tra le braccia ridendo.
-Farai ammattire anche me con quella testa che hai. Vieni ti offro un drink- mi tirò verso il bar.
-Per me da bere è gratis- urlai allegra.
Mi guardò scandalizzato e invidioso.
-Non è per niente giusto-
-Oh sì lo è!-
Presi un'altra bottiglia, questa volta di vodka alla pesca, e la divisi con il mio secondo migliore amico.
-Ehi Jess bevi con lui e a me non offri niente?-
Uh eccolo il primo.
-Miiiikeee- mi alzai di scatto dallo sgabello e precipitai in avanti.
-Presa- rise mettendomi le mani sulle braccia.
-Sto bene- mi rimisi dritta davanti a lui.
Sbarrai un po' gli occhi per vederlo bene. Pareva un po' sfocato.
-Mi sembra che tu ti stia divertendo alla grande-
-Tantissimo- confermai muovendo la testa su e giù.
-Hai visto An?- gli diedi uno schiaffo sul petto e mi ci appoggiai.
-Profumi come la rosa che mi hai regalato- guardai la sua faccia confusa e divertita e scoppiai nuovamente a ridere.
Tutto sembrava così facile e leggero.
-Okay la cerco da sola!- lo scansai con uno spintone e incespicai sui tacchi in mezzo alla pista.
-An!- urlai aprendomi un varco tra la folla.
-Aaan!- continuai mettendo le mani a coppa sulla bocca.
Tutti gli occhi si giravano nella mia direzione e io salutavo con un cenno della mano.
-Auguri-
-Buon compleanno-
-Grazie a tutti!- risi accarezzando e abbracciando chiunque si fermasse per parlarmi.
-Aaaaaan!- riprovai un'ultima volta prima di arrendermi.
Eh vabhe.
Mi misi a girare intondo su me stessa per poi aprire le braccia ad aeroplano, quando vidi una bottiglia venirmi offerta la presi e cominciai a girare con quella bevendo. Il pensiero di An volato via.
-Su le mani!- alzai le mie e gli altri fecero lo stesso.
Sentivo il vestito alzarsi di troppi centimetri ma chissene importava! Era il mio fottuto compleanno! Non avevo mai festeggiato così in vita mia.
Vidi finalmente An, Sam ed Helen ai lati della pista e quest'ultima teneva in mano un telefono puntato su di me.
-Ragazze venite!- le incitai e loro risero.
-Eddai!- mossi i fianchi e mi abbassai muovendo i capelli che mi erano finiti davanti alla faccia.
Visto che nessuno a parte me stava ballando dedicai uno spettacolino a tutti i presenti e finii la bottiglia per essere sicura che fosse indimenticabile.
La lanciai da qualche parte ma non la sentii frantumarsi, probabilmente qualcuno l'aveva presa al volo. Peccato.
Ballai e ballai e ballai, tra i fischi dei ragazzi, gli applausi a ritmo con la musica e le urla di incoraggiamento.
Mi sentivo leggera.
Mi sentivo bene dopo settimane.
Ad un certo punto venni raggiunta da tre ragazzi muscolosi che si misero a ballare ognuno a un lato del mio corpo.
-Ciao ragazzi!-
-Ciao amore. Sei tu la festeggiata?- mi chiese il ragazzo moro.
-Assolutamente si!-
-Bene, allora ci divertiremo!-
Quello che aveva parlato si tolse la maglia rivelando una tartaruga possente e facendo esplodere la folla femminile in urletti. Capii subito che si trattavano di spogliarellisti e decisi che ci avrei giocato un po', d'altronde quando mi sarebbe ricapitato? Le mie amiche non mi avevano fatto mancare davvero niente a questa festa.
Mi spostai davanti a lui e appoggiai le mani sui suoi pettorali sodi.
Fu seguito dal rosso che si tolse la cintura e me la avvolse ai fianchi attirandomi a sé. Gli accarezzai le guance e il collo provocandogli un sorriso malizioso.
Risi di gusto e passai al terzo, un biondo, che tolta già la maglia passò ai pantaloni scoprendo dei boxer leopardati. Li fissai e girandomi di schiena scontrai i fianchi con i suoi a ritmo.
Continuai a girare tra loro finché non rimasero tutti in mutande, uno leopardato, uno con un tanga rosso e uno con un pezzo di stoffa che copriva solo il suo amichetto.
Ogni volta che si rivelavano io scoppiavo a ridere e mi coprivo gli occhi. Sopratutto nel momento in cui il moro si girò mostrandomi il culo sodo.
Quando infine uno spesso strato di sudore mi ricoprì il corpo mi fermai. Baciai sulle guance i miei ballerini, feci un inchino rischiando di cadere piantando la testa nel cemento e mi andai a sedere.
Ripresi fiato e mi feci aria con la mano appoggiandomi al tavolo. La musica era ovattata nelle orecchie ma forte nella mia testa e il mio corpo era pieno di adrenalina.
-Non sarai già stanca!- fui subito raggiunta dalle mie amiche.
-Naaaah- schioccai la lingua sul palato e risi.
-Bene perché adesso c'è la torta!-
-Evvai!- mi alzai con l'aiuto di Sam e le stampai un bacio sulla tempia.
-Forza ragazze! Sono le undici e mezzo, tra mezz'ora non sarà più esattamente il mio compleanno- brontolai.
Loro annuirono ridendo e mi condussero al centro della gente che si era radunata al bar.
Mi guardai intorno fino a individuare l'enorme torta destinata a me. Tre piani di cioccolato su cui la scritta "Buon compleanno Jessica" era in un corsivo elegante e sopratutto commestibile, insieme a diciannove candeline tutte accese.
-Tanti auguri a te.. tanti auguri a te... tanti auguri a Jessica.. tanti auguri a te!- cantarono tutti insieme in un acuto ubriaco.
Io risi e con un lungo respiro spensi tutte le fiammelle.
-Chi vuole la torta?- urlai e una massa di mani si alzarono in aria.
Presi la prima fetta tagliata accuratamente da Helen e litigai per avere il fiorellino in cima alla torre.
Quando ebbi ottenuto l'oggetto dei miei desideri mi diressi verso An che stava distribuendo calici di champagne.
-Addirittura lo champagne?- presi e bevvi d'un fiato il primo bicchiere.
-Un altro-
Lei me lo porse.
-Sì lo ha trovato Ty-
-Un brindisi a lui allora- feci cin cin con la mia migliore amica.
Guardai la mia enorme porzione di torta e mi leccai i baffi prima di divorarla senza grazia o femminilità.
Sentii una minima quantità di alcool essere assorbita dal cibo così presi un calice per ogni mano e mi addentrai di nuovo in pista.
Li svuotai che la prima canzone non era ancora finita e li misi in mano a un ragazzo che mi passava accanto.
-Non sono un cameriere bellezza-
-Ah no?- chiesi innocente sporgendomi verso di lui.
Non era per niente male.
-Per questa sera potrei fare un eccezione- mi prese per i fianchi avvicinandomi a lui. Chissà dov'erano finiti i bicchieri.
Adesso ero abbastanza ubriaca da non fermare le sue mani che si spostavano sul mio sedere.
-Sarebbe gentile da parte tua- sbattei le ciglia.
Lui alzò un angolo della bocca in un movimento troppo famigliare e rimasi imbambolata a guardarlo senza notare le sue labbra in avvicinamento. Per fortuna prima che potesse baciarmi arrivò An che mi tirò con sé e io mi ripresi.
Scossi la testa e notai che stavo praticamente correndo dietro alla mia migliore amica.
-Dove andiamo?- chiesi divertita.
-Vedrai- fece un ghigno.
Se un attimo prima ero in piedi sulla pista, ora mi ritrovavo a galleggiare. Forse ero svenuta e quello era un limbo temporaneo.
Solo quando mi arrivò uno schizzo capii di essere stata buttata in piscina e che anche altri si stavano tuffando.
-Stronza!- additai An che mi stava facendo una foto.
Nuotai fino a lei e le presi una caviglia tirandola.
-Jess no!- urlò prima di cadere al mio fianco.
-Bastarda- mi buttò l'acqua contro.
Io risi cominciando a camminare nell'acqua con i tacchi a spillo e con lei a seguito. Dopo varie incitazioni e una spinta dai proprio fidanzati, anche Helen e Sam ci raggiunsero e ballammo in piscina per qualche canzone finché non si aggiunse anche Amber.
-Ragazze questa festa è davvero una bomba!- disse entusiasta.
-Lo sooo- biascicai.
L'effetto di tutto l'alcool ingerito si stava facendo valere e io non sentivo più la testa.
Chiusi gli occhi e mossi il collo da una parte all'altra.
-Jess ci sei?-
-Mmm?- mi ritrovai An di fianco.
-Ma certo!- risi e mi appoggiai a lei.
-Grazie per questa serata ragazze- trascinai le parole puntando un dito in aria.
Spalancai gli occhi e poi li richiusi alla vista delle luci che si riflettevano sull'acqua.
Quando li riaprii erano comparsi anche i ragazzi tra noi.
-Ehiilaaa-
Li vidi ridere e dire qualcosa che non capii.
-Decisamente troppo- rispose Helen.
Mike mi prese un braccio.
-Sicura di stare bene? Hai bevuto un po' troppo forse-
-Pfffff- lo scansai.
-Sto benone ragazzi-
Nell'ora e mezza successiva stetti in uno stato a metà tra il coma e la realtà, sorridendo tutto il tempo.
Quando però le coppie cominciarono a formarsi e io rimasi da sola sbuffai annoiata.
-Dovrei andare fuori- mi girai verso la scaletta ma non beccai il primo gradino e ricaddi giù. Risi.
-Jess forse è meglio se viene qualcuno con te-
Non seppi chi lo disse.
-Sciocchezze- questa volta presi bene la mira e uscii dalla piscina.
-Ci vediamo dopo- salutai e barcollai verso la pista.
Incrociai Alec in compagnia di Dylan e mi diressi nella loro direzione.
-Ehi festeggiata. Dove stai andando?-
-A fumare- avvolsi le braccia intorno al collo di Alec e quasi mi addormentai.
Mi riscossi di scatto e abbracciai anche il suo fidanzato.
Uffi perché erano tutti fidanzati tranne me?
Poi ricordai e mi rabbuiai.
-Ciao Dylan-
Lui ricambiò facendomi gli auguri. Ringraziai e mi voltai nuovamente per andare in giardino.
-Sicura di stare bene?- mi fermò di nuovo Alec.
-Perfettamente-
Arrivata finalmente sull'erba una mano mi prese il polso.
Mi girai e incontrai il septum nero di Abby.
-Principessa buon compleanno!-
-Abby!- la strangolai e mi sbilanciai verso di lei.
-Wow stai bene?-
-Perché me lo chiedono tutti?-
-Forse perché sembri una che ha bisogno di una bella dormita?-
-L'ho detto ad alta voce?-
-Sì cara e stai continuando a parlare da sola-
-Oddio sono andata- Mi presi la testa tra le mani.
-Puoi darmi una paglia? Le mie sono in camera-
Mi porse il suo pacchetto.
-Ce ne sono cinque. Consideralo il tuo regalo di compleanno- mi sorrise.
Non avevamo parlato dell'episodio nel tabacchino con Ian e il solo pensiero che potesse tirarlo fuori ora mi faceva salire ancora di più la depressione.
-Grazie- lo accettai con la voglia di scappare il più in fretta possibile da lì.
-Magari ci vediamo dopo-
-A dopo- se ne andò.
Appena fu sparita dalla mia visuale corsi verso il mio albero e ci caddi sopra. La testa girava davvero tanto.
-Gesù- sussurrai.
Aprii il pacchetto e accesi una sigaretta. Per fortuna che Abby teneva sempre un accendino con sé.
Appoggiai la schiena al tronco e incrociai le caviglie. Chiusi gli occhi e abbandonai la testa all'indietro fumando nella più totale calma.
Sentivo solo il fischio delle mie orecchie, il buio intorno mi dava un senso di tranquillità.
Quando sentii il filtro scottare rialzai le palpebre e lo spensi in terra.
Sospirai e girai la testa verso destra vedendo un ombra immobile al mio fianco.
-Oh cazzo!- urlai rimettendomi in piedi con un salto.
Peccato che la testa non fosse in grado di trasmettere segnali ai miei arti e ricaddi in avanti.
L'unica cosa che pensai fu che chiunque fosse stato davanti a me mi avrebbe con ogni probabilità stuprata e io non volevo fare quella fine.
Sentii le sue mani avvolgersi intorno a me e mi si spezzò il respiro.
-Ti prego non farmi male- singhiozzai.
Mi posò a terra e la sua mano risalì prima il mio fianco e poi il mio braccio.
Provai un brivido di ribrezzo. Mi stava toccando.
Quando sentii il suo palmo accarezzarmi la guancia m'irrigidii e strizzai gli occhi. Non volevo vederlo.
Dio ma cosa avevo fatto?!
-Jessica-
Sapeva il mio nome. Era uno stalker. Perché non ero stata alla festa? Era la mia festa per l'amor del cielo cosa facevo qui?!
-Jessica apri gli occhi per favore-
Non lo feci e mi raggomitolai. Sentivo il sangue ronzarmi nelle orecchie e l'alcool risalirmi lo stomaco.
Per favore qualcuno mi aiuti. Fa che se ne vada.
-Perché per una maledetta volta non mi ascolti?! Sei sempre la solita testarda-
Spalancai gli occhi a quelle parole. A quella voce stizzita.
-Ian-
-Sì Jess. Sono io-
-Oddio...- lo strinsi a me.
Il cuore galoppava nel mio petto.
Lui mi abbracciò stretta.
Avevo avuto così tanta paura. Come avevo fatto a non riconoscerlo? Avevo decisamente superato il limite con il bere stasera.
Si stava così bene tra le sue braccia calde. Erano così forti e protettive e così famigliari per il mio piccolo corpo.
Mi staccai appena mi resi conto della posizione in cui mi trovavo e indietreggiai.
-Cosa ci fai qui?- chiesi non capendo quanta durezza avessi usato.
-Stavo andando alla festa-
-A quest'ora?-
-Mmm sì. Buon compleanno comunque-
-Grazie- risposi ormai in automatico.
-E tu che ci fai qui?-
-Fumavo-
Calò il silenzio che passai fissandolo da sotto le ciglia. Il suo volto era ancora bello come mi ricordavo. Se non di più. Dio quanto avrei voluto poterlo toccare. Mi sembrava così irreale averlo lì davanti a me.
-Jessica probabilmente non sai di star dicendo quello che pensi ad alta voce-
-Eh?!- sbattei le palpebre.
-Ho sentito tutto-
Oh merda.
Ma che cazzo. Quanto avevo bevuto?!
-Davvero troppo-
Smettila di parlare da sola!
-Sì dovresti. Non mi era mai capitato di sentire i pensieri delle persone- rise lo stronzo.
Lo guardai male e misi a tacere la mia testa.
Però era sexy quando rideva.
-Tu sei sempre sexy bambolina-
Smettila smettila smettila.
-Torniamo alla bambolina?- questo volevo dirlo.
O fu l'alcool a darmi il coraggio di esternarlo probabilmente.
Il suo sorriso si spense.
-Non sono stato io a volerlo-
Credeva davvero di intavolare questo discorso mentre ero ubriaca?!
Dovevo andarmene. Appurato che non era uno stupratore sarei dovuta andare via subito.
-Sì beh..- alzai le spalle.
-Dovrei andare- provai ad alzarmi ma ricaddi.
Sbuffai.
-Mi aiuti?-
-No-
Lo guardai e lui mi stava già fissando.
-Scusa?-
-Ho detto di no. Non voglio che tu torni là-
Spalancai gli occhi. Ma che cazzo voleva?! Chi si credeva di essere?!
-Beh io sì. Sono la festeggiata e voglio tornare alla mia festa di compleanno- provai a rimettermi in piedi ma la testa mi diede una scarica che mi spaccò il cervello.
-Da sola non andrai lontana-
-Ma che cazzo vuoi Ian?!- scattai.
Lui continuò a fissarmi intensamente ma non disse nulla.
L'aria si era fatta elettrica in un secondo.
Non si doveva permettere di dirmi cosa fare. Non aveva il diritto e io non glielo avrei permesso. Se volevo tornare alla mia cazzo di festa a divertirmi lo avrei fatto e lui mi avrebbe accompagnata perché maledizione! Era lui il motivo principale per cui adesso non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi!
-Voglio andare via da qui- dissi e mi appoggiai a lui per alzarmi.
Finalmente riuscii a stare sulle mie gambe in posizione verticale. Gli feci un sorriso strafottente ma appena provai a muovere un passo barcollai e mi sbilanciai all'indietro.
-Jessica cazzo!-
Mi prese al volo e mi tenne stretta. Non mi ero nemmeno accorta che si fosse alzato.
-Accompagnami in piscina Ian-
-Sei già bagnata fradicia. Domani sarai malata-
-Voglio bere-
-Non stai nemmeno dritta, anche se volessi portarti là, cosa che non voglio fare e non farò, non toccheresti un goccio di alcool-
-Non puoi impedirmelo- lo accusai.
-Posso invece-
-No!- urlai.
-Tu non puoi! Non ne hai il diritto! Non più cazzo!- mi sgolai e lo spinsi via da me riuscendo non so come a stare in piedi da sola.
-E invece io ti assicuro che te lo impedirei! Tu non tornerai là in ogni caso!- la vena sul suo collo si fece evidente mentre anche lui urlava.
Mi sentii salire la rabbia da dentro. Saliva dallo stomaco e arrivava dritta al cuore. Facendogli male. Eravamo due grandi orgogliosi. I peggiori. E due orgogliosi feriti non andavano da nessuna parte se non verso un buco nero.
-Sei un egoista. E un grande grandissimo pezzo di merda!-
Lui rimase scioccato. Aprì di poco la bocca ma non ne uscì niente.
Poi risi. Risi della sua faccia. Mi creava ilarità.
-E tu sei una grande codarda. Scappi dai problemi-
Feci un cenno con la mano minimizzando la sua verità.
-Questa sera hai superato il limite! Sono stato zitto e fermo mentre tu facevi..-
-Ma che ne sai Ian- lo precedetti ridendo e biascicando leggermente.
-Ti ho vista sai?! Con quegli spogliarellisti intorno. Ti strusciavi su di loro come se fossero pali in discoteca! Per non parlare dello spettacolino che hai dato da sola!-
-Oh quindi è questo il problema! Sei geloso! Beh sai cosa ti dico?! Che il tuo modo da cavernivolo possessivo non mi farà pentire. È il mio compleanno e faccio quello che voglio perché che io sappia non devo delle spiegazioni proprio a nessuno!- ripresi lucidità immediatamente causandomi un gran mal di testa.
Si avvicinò pericolosamente ma io non indietreggiai di un millimetro. Alzai il viso anche se mi costò fatica e lo affrontai.
-Nemmeno a quel biondo platinato di merda con cui giri sempre?! Eh?! Quello che ti scopi del corso di letteratura- digrignò i denti sussurrando con cattiveria le parole.
Strinsi le labbra per non mandarlo a fare in culo. Non doveva mettere in mezzo i miei amici.
-Ma tu come fai a sapere queste cose eh? Non stavi andando adesso alla festa?!-
-Per essere ubriaca ti ricordi tutto quello che dico-
-Con te non posso permettermi passi falsi- e lo pensavo davvero.
Lui rimase in silenzio.
-Quindi mi stavi controllando?- lo incalzai.
-Prima dimmi che non esci con quello- mi prese i fianchi avvicinandomi a lui.
-Dimmi che non mi stavi spiando- ribattei.
Cercavo davvero di stare lucida e combattere la mia testa, ma era difficile stando così vicina a Ian.
-Volevo solo essere sicuro che non facessi cazzate-
-Ma me le hai fatte fare-
Sospirò.
-Pensavo ti avrebbe fermato il tuo nuovo amicone- rise amaro.
-Smettila di parlare di lui- lo ripresi acida.
-Quindi è così. Ci esci-
Mi bloccai. Non sapevo cosa dirgli. Non potevo mentirgli.
Non avrei retto, davvero. Sentivo le vene traspostare litri e litri di alcool invece che sangue e la testa girare.
-Dimmelo Jessica. Voglio sapere che ci fai l'amore come facevi con me e che non lo scopi solo. Voglio sapere che quando lo baci non ti vengo in mente io e che quando ti dice che andrà tutto bene ci credi più di quando lo sentivi dire da me. Voglio sapere che il tuo cuore è suo adesso-
Abbassai la testa.
Il suo discorso mi aveva sconvolta. Non me lo aspettavo ed ero del tutto impreparata.
Ma dal tono dolce e ferito passò alla difensiva.
-Non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi! Cazzo Jessica credevo fossi diversa! Pensavo che almeno avresti avuto le palle di dirmelo! Pensavo davvero che..-
-Alec è gay!- urlai bloccando il fiume di parole che mi stava distruggendo.
Non volevo più ascoltarlo. Avrei rovinato tutto quello per cui avevo lavorato.
Lui diventò di pietra.
Passarono minuti interi in cui sentii solo il suo respiro affannoso e il mio altrettanto. Tenni gli occhi chiusi. Non osavo guardare il suo viso.
-Quindi non ci esci..- sussurrò.
-No-
-Non lo scopi..-
-No-
Aprii gli occhi e li immersi nei suoi.
-Non appartieni a lui-
-No..- mi uscì un suono strozzato.
Appartengo ancora a te.
-Merda Jessica lo sai che ti ho sentito?-
Mi sentii svenire. Letteralmente. Le gambe non reggevano.
Ian sostenne il mio peso.
-Quindi non esci con nessuno adesso-
Scossi la testa.
-Dillo-
-No sono libera Ian. Ma a te non dovrebbe importare-
-E tu?- mi lasciai sfuggire. Che masochista.
-Sono libero anche io. Ma a te non dovrebbe importare giusto?-
Annuii anche se sollevata. Non mi aveva sostituita. C'ero ancora io nel suo cuore. Come lui nel mio.
Alzò il viso al cielo inspirando profondamente.
-Ti ho vista ballare con lui. Lo provocavi-
-Mi dispiace..-
Quando riabbassò lo sguardo su di me sembrava stesse combattendo una guerra con sé stesso.
Mi rilassai tra le sue braccia e gli occhi si fecero pesanti. Mi presi il labbro tra i denti mordendolo forte.
-Oh fanculo-
Mi prese la nuca e sbattè con prepotenza le labbra sulle mie.

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Breathe
Ficção AdolescenteCiò che è mio mi appartiene e non sono disposto a condividerlo con nessuno. Non sono disposto a condividerti con nessuno intesi? Quindi quando premerò le mie labbra sulle tue sarai mia. Mia e di nessun'altro