Salutai An e Mike ringraziandoli ancora e chiusi la porta dietro di loro. Mi appoggiai con la schiena al legno e presi un lungo respiro. Ora che erano usciti avevamo casa libera, tutto intorno a me taceva tranne le mie insicurezze che si erano affacciate nella mia mente urlando. E se non gli fossi piaciuta? Se mi avesse considerata una puttana? Se il vestito mi fosse stato male? L'intimo nuovo magari non lo avrebbe nemmeno notato.
Con un colpo di reni mi staccai avviandomi su per le scale e obbligai ogni dubbio a cercarsi qualcun'altro da infastidire. In punta di piedi raggiunsi la mia camera e mi infilai dentro prendendo vestito, reggiseno e mutandine. Altrettanto silenziosamente mi chiusi in bagno per una doccia veloce ma purificante. I muscoli si sciolsero sotto l'acqua calda e la pelle fresca di lametta della sera prima diventò liscia e morbida. Riposi l'olio profumate di An e mi sciacquai i capelli. Guardai il mio corpo nudo e ne rimasi soddisfatta per la prima volta.
Uscii, mi avvolsi in un asciugamano e cominciai a spazzolarmi finché non ottenni un effetto perfettamente liscio. Dopodiché accesi il phon e asciugai con precisione, dalle punte alle radici, passandoli e ripassandoli tra le dita. Feci scorrere l'aria calda anche sul corpo prima di spegnerla e cominciare a vestirmi. Indossai prima le mutandine e poi il reggiseno rigirandomi almeno dieci volte davanti allo specchio. Dopodiché fu la volta del vestito e anche in quel caso ci misi cinque minuti prima di decidermi a continuare. Lisciai i capelli un'ultima volta ma non mi truccai, rimasi davanti alla mia faccia riflessa per diversi secondi guardando in quegli occhi che non sembravano più i miei. Da quando avevo conosciuto Ian erano più luminosi, sorridenti, felici... vivi. Passai una mano sulle ciocche ribelli tirandole dietro l'orecchio e ispezionai il mio volto da destra a sinistra, in alto e in basso, finché non dovetti ammettere di essere veramente ridicola. Stavo solo cercando di prendere tempo, avevo una folle paura che Ian non avrebbe apprezzato quello che avevo da offrigli, che fossi troppo brutta per quello che indossavo, che il mio corpo fosse inadatto, che la mia faccia fosse inadatta, che io fossi inadatta per un dio greco come lui.
Chiusi gli occhi e presi un respiro. Al diavolo Mrs Grace, io sarei entrata in quella camera e avrei fatto impazzire il mio ragazzo.
Uscii dal bagno con i tacchi di An in mano e mi diressi verso la camera dei maschi. Stavano bussano alla porta o era il mio cuore a fare tutto quel casino?! Socchiusi la porta e infilai la testa dentro: Ian dormiva. Un braccio dietro testa e uno a penzoloni giù dal letto, l'espressione beata di chi dorme sereno, le labbra semiaperte e le palpebre abbassate, il respiro regolare.
Entrai e chiusi dietro di me anche se eravamo soli in casa. Misi le scarpe e gattonai sul letto fino ad arrivare al suo corpo nudo per metà.
Mi piegai e lasciai un piccolo bacio sulla sua mascella, poi un altro scendendo sul mento e un'altro sul collo. Mugulò nel sonno e si mosse leggermente.
-Buon compleanno tesoro mio- sorrisi nell'incavo del suo collo e leccai un punto sensibile facendogli venire la pelle d'oca.
-Jessica?- aprì gli occhi con la voce rauca ancora assonnata.
-Mm-mm- Annuii strofinando il naso fino al suo orecchio.
Sentii la sua mano accarezzarmi la coscia e stringere il mio sedere.
-Dove sono An e Mike?- si stava svegliando e prima che ritrovasse tutte le forze dovevo alzarmi almeno per vedere che faccia avrebbe fatto davanti al mio nuovo outfit. Era una questione di orgoglio femminile.
Risi e mi staccai tornando a posare i piedi per terra.
-Dove vai?- si lamentò tastando con la mano il lenzuolo.
-Da nessuna parte- battei i tacchi sul pavimento e mi posizionai attaccata alla parete di fronte a lui. Mi appoggiai al muro con le mani dietro la schiena e le gambe in avanti.
Trasalì e deglutì lentamente sbarrando gli occhi.
-Oh cazzo..- sussurrò portandosi i capelli all'indietro.
Sorrisi vittoriosa.
-An e Mike sono da qualche parte in giro e non torneranno prima delle due- mi lisciai i capelli senza fretta.
L'attesa era la parte migliore. Più o meno.
Appoggiò i gomiti sul letto passandosi la lingua sulle labbra.
-A cosa devo questo meraviglioso risveglio?-
-Mi è giunta voce che oggi sei più vecchio di me. Forse dovrei stare lontana dai ragazzi più grandi...- Mi morsi il labbro.
Un mezzo sorriso gli spuntò sul viso sfatto dal sonno.
-Si dice che gli anziani abbiano più esperienza-
Mi premetti l'indice sul mento.
-Non saprei.. gli anziani sono anche lenti, deboli e bavosi. Non so se sono pronta a diventare una badante-
-Te lo faccio vedere io come può diventare cattivo il nonno se viene disturbato dal suo riposino-
-Allora sarà meglio che vada.. non vogliamo che gli venga un attacco di cuore no?-
Mi staccai dalla parete e mi avviai alla porta ancheggiando.
-Tu non te ne andrai da qui senza un mal di gambe atroce-
In un attimo fui girata e sbattuta contro il legno, feci in tempo solo a mollare la maniglia che Ian mi era addosso. Non lo avevo sentito alzarsi.
Avvicinò le labbra alle mie contemporaneamente con il bacino. Sentii il suo desiderio e inspirai bruscamente.
-Non riuscirai a sederti per un po' dopo tutto quello che ho intenzione di farti- mi fece scorrere le mani da sopra le ginocchia alle natiche premendo su tutti i punti giusti.
-Sei bellissima- la sua bocca era a un centimetro dalla mia ma non mi baciava.
Salì ancora con le mani sotto il vestito.
-Mmmm... pizzo?- passò il dito tra le cosce.
Boccheggiai.
-In realtà oggi sei tu il festeggiato. Sono io che devo ricoprirti di regali- mormorai.
Mi guardò negli occhi.
-Sei tu il mio regalo più bello-
Premetti le mani sulla sua nuca e lo attirai a me prepotentemente. Gemette e mi si appoggiò addosso facendo entrare la sua lingua nella mia bocca. I pugni chiusi ai lati della mia testa.
-Questi tacchi mi piacciono- riuscì a dire quando ci staccammo per un secondo.
Lo spinsi e lui indietreggiò senza opporre resistenza. Lo condussi sul letto e lo feci stendere.
-Hai delle gambe favolose piccola-
In ogni momento non perdeva occasione di farmi sentire speciale. Nessuno lo aveva mai fatto per me, nessuno mai mi aveva fatta stare bene col mio corpo.
Mi piegai sopra di lui mostrandogli la profonda scollatura e ciò che c'era sotto.
-Mi piace tutto di te. Mi fa impazzire- ansimò.
Mi passò le mani sulla pancia e le chiuse sul mio seno strappandomi un gemito. Mi tolse il vestito e fu la sua volta di gemere.
-Mi ucciderai-
Sorrisi vedendo il suo sguardo lussurioso scivolare sul mio corpo e le sue mani seguire lo stesso percorso.
-Ho sempre adorato il pizzo.. e questa retina..- prese tra i denti la parte sotto l'ombelico e la tirò verso il basso.
L'immagine di una sfilza di ragazze in lingerie di pizzo, simile o peggio della mia, che si mostravano a Ian cercando la sua attenzione, balenò per un secondo davanti agli occhi e mi affrettai a scacciarla. Lui era qui con me.
Sentii il suo respiro farsi pesante quando risalì sulla mia bocca.
-Sei bellissima-
-Ti piace?- riuscii a sussurrare.
-Se mi piace? Dio Jess mi fai venire in mente così tante cose da farti che..- chiuse gli occhi inspirando a fondo e mi ribaltò sotto di lui. Gli circondai le guance e lo tirai giù con me.
-Oggi sono io che devo far impazzire te-
-Lo hai già fatto.. dalla prima volta che ti ho visto-
Un tuffo al cuore e pensai che se fossi morta in quel momento per mancanza di ossigeno, almeno sarei stata felice.
Gli presi il labbro tra i denti e lo attirai a me finché non mi fu completamente sopra. Gli passai le mani sul petto, risalii le spalle, la nuca e riscesi sulla schiena. Ogni muscolo del suo corpo si tese al mio passaggio. La sua pelle calda era così rassicurante, così protettiva, così famigliare.. sapeva di Ian.
Lo ribaltai sul letto mettendomi sui suoi fianchi e lo guardai. I suoi occhi passarono dalle mie labbra al mio seno e decisi di accontentarlo. Aprii i gancetti e lo feci scivolare molto lentamente sulle mie braccia finché non lo lanciai in fondo al letto. Sotto di me sentii un rigonfiamento già promittente crescere ancora e sorrisi per il potere che avevo sul suo corpo.
-Ti piace sentirti così eh?-
Chinai la testa di lato.
-Ho un dominio lampante su di te-
-Per questo comando io piccola- cercò di alzarsi, ma sfregai i miei fianchi contro i suoi facendo una piccola pressione e questo bastò per bloccarlo. Si ridistese sul materasso con un tonfo e le mie mani cominciarono a vagare sul suo meraviglioso addome. I muscoli degli addominali scolpiti erano addolciti dalla pelle liscia e perfetta.
-Non guardarmi in quel modo- alzai gli occhi su di lui e trovai i suoi con due pozze dentro.
-Ha un bel fisico Ian Jons-
-Potrei dire la stessa cosa di lei Jessica Packwood- le sue grandi mani presero i miei fianchi e cominciarono a salire.
Mi scansai stendendomi su di lui e appoggiando il seno sull'elastico dei boxer.
-Perché non mi hai detto che oggi era il tuo compleanno?- chiesi disegnando piccoli cerchi con la punta delle dita sul suo ombelico.
Mugulò in disapprovazione.
-Perché.. non lo so.. io.. dai Jessica proprio adesso?!- sbuffò.
Risi e annuii.
-L'ho dovuto scoprire da Claire. Non è leale-
-Perché non volevo che ti preoccupassi. A me basti tu, non volevo che stessi a cercare chissà cosa mentre l'unico regalo, quello perfetto, l'ho dovuto aspettare diciannove anni.. e comunque nemmeno io so quand'è il tuo compleanno-
Lo guardai adorante. Il ragazzo che mi aveva salvata, la mia perfezione in una vita di disastri.
-Il ventidue maggio-
Aspettai che si rilassasse poi con uno scatto mi tirai su e gli abbassai i boxer liberando l'erezione.
Anche io sono contenta di rivederti Ian Junior.
-Je..- Il resto del mio nome si perse in un sospiro ansimante quando la mia mano raggiunse la sua pelle. Lo massaggiai un paio di volte poi abbassai la testa.
-Oddio no.. ti prego.. fermati.. io..-
Baciai la punta e si perse in un lungo gemito. Quando passai la lingua su tutta la lunghezza si inarcò imprecando. Continuai così lentamente finché non lo presi in bocca man mano di più. Gli girai intorno con la lingua premendo più forte e più piano a seconda del gioco. Continuai la mia opera aggiungendo anche le dita alla base e lo sentii sgretolarsi sotto i miei denti.
-Jess.. Jess.. sto per..- ansimò.
Vieni per me Ian.
Esplose con un urlo strozzato e il suo seme si riversò nella mia gola a ondate. Il sapore divino come ogni parte di lui.
Mi rialzai e lo guardai con gli occhi chiusi e il respiro affannoso. I capelli bagnati e il collo coperto da una leggera patina di sudore. Lo baciai e gli accarezzai il viso.
-Oh Jessica che cosa mi fai..-
Sorrisi e mi appoggiai a lui continuando a godermi il panorama.
-Non sarai già stanco- lo derisi.
Alzò un sopracciglio ancora ad occhi chiusi e se un secondo prima stavo guardando quel movimento, il secondo dopo le mie mani erano imprigionate sopra la mia testa in una sola delle sue, mentre l'altra stringeva il mio seno. La sua bocca si gettò a capofitto sull'altro capezzolo e io ansimai cercando aria.
-Ian..- buttai la testa all'indietro.
Salì sul collo e cominciò a baciarlo, leccarlo, mordendomi la pelle, lasciando i segni del suo passaggio.
-Tu sei mia-
Gemetti forte. Quella frase. Oddio quelle tre semplici parole che insieme potevano avere un effetto disastroso su di me.
-Dillo Jessica- soffiò sul collo bagnato provocandomi dei brividi.
Ero già abbastanza stordita non potevo anche parlare. Chiusi gli occhi.
-Dillo- sussurrò ancora.
Cominciai a tremare, potevo sentire l'orgasmo aumentare dentro. Mancava così poco.. e non aveva ancora cominciato!
Mi presi il labbro forte tra le labbra aspettando il momento in cui sarei scoppiata.
Di colpo si bloccò tutto. Ian si tolse da me e io riaprii gli occhi di scatto.
-No!- quasi urlai.
Un ghigno malefico davanti ai miei occhi. Oddio io stavo per.. e lui si è..
-Sei uno stronzo- assottigliai lo sguardo.
-Dillo-
Mi buttai su di lui per avere quello che mi spettava e lo sentii di nuovo duro. Mi bloccò in un secondo di nuovo sotto di lui.
-Perché non vuoi dirlo?-
-Perché lo sai-
-Dillo ancora-
Ormai la sensazione di piacere immenso se ne era andata.
-Sono tua Ian. Non potrei essere di nessun'altro. Dove vuoi che vada?-
-Ci sono un sacco di ragazzi che non vedono l'ora di infilarsi nelle tue mutande-
-Per fortuna che io voglio solo te nelle mie mutande allora- gli sorrisi.
Alzò gli occhi al cielo ma sorrise.
-Sei impossibile Ian Jons-
-Sei incredibilmente testarda Jessica Packwood-
Non so chi fu il primo a baciare l'altro. Ci buttammo addosso e le sue mani ritrovarono il mio seno mentre le mie affondarono nei suoi capelli.
Finalmente venni gemendo il suo nome.
Quando riaprii gli occhi lo trovai a sovrastarmi e mi sorrise con dolcezza.
-Che vuoi fare ora?- chiese sfiorando il mio naso col suo.
-Sei tu il festeggiato- mi stiracchiai.
-Mmm... allora ho proprio voglia di penetrarti-
Mi si bloccò il respiro.
-E vedere quanto sei pronta per me-
Le sue dita accarezzarono la pelle della mia pancia e arrivarono nel punto riservato a lui. Chiuse la mano a coppa e la mosse avanti e indietro facendomi trasalire.
-Sei così bagnata..- sorrise compiaciuto.
Mi presi il labbro tra i denti mentre faceva scivolare l'indice dentro di me.
Lo tirò fuori subito e lo leccò mandandomi scariche in tutta la schiena. Si alzò da me e gli bloccai un polso.
-Non ce n'è bisogno- sorrisi.
I suoi occhi si sbarrarono e apparve il terrore misto all'orrore sul suo viso.
-Jess non per offenderti, ma non mi fido dei conti che fate voi donne sulla luna, i giorni, le vostre cose e dio solo sa cosa ci mettete-
Risi e gli mollai uno schiaffo sul braccio.
-Idiota. Il genere femminile è molto più sviluppato e intelligente del testosterone maschile-
-Stiamo facendo una lezione sulla libertà e potere della donna o io posso andare a prendere questo benedetto preservativo?-
-Sto prendendo la pillola- sorrisi sperando che la notizia gli sarebbe piaciuta.
Sbatté gli occhi un paio di volte continuando a guardarmi.
-Buon compleanno- risi.
-Sei sicura?- chiese riavvicinandosi.
Alzai gli occhi al cielo.
-Ma certo. Avevi detto che odiavi quegli aggeggi e ho deciso di farti una sorpresa-
Mi guardò ancora sospetto
-Guarda che la ragazza mamma io non ci tengo proprio a farla!-
Quella risposta parve tranquillizzarlo e finalmente sorrise.
-Mi chiedo come sarà-
-Cosa?-
-Stare dentro di te senza una barriera-
Sorrisi anche io.
-Sarà una nuova esperienza per entrambi-
-Non l'hai mai fatto prima?-
-No- scossi la testa.
Il ghigno che gli si formò sul viso mi ripagò dell'impegno con la dottoressa.
-Solo io eh? Non permetterò che nessun'altro sappia come ci si sente-
Lo sperai dentro me stessa ma non glielo dissi.
Posizionò le mani ai lati della mia testa e si chinò per baciarmi. Dopodiché entrò lentamente e gemetti con lui a quella sensazione. Tutto era amplificato. Uscì quasi del tutto e riaffondò.
-Jessica..- gemette nel mio orecchio e io mi beai di quei suoni.
Aumentò il ritmo e la sua carne si fuse con la mia, mi sforzai di non venire per farlo durare ancora un po'.
-Vieni piccola. Voglio sentirti- mise una mano tra i nostri corpi e con le dita mi stuzzicò il clitoride. Urlai ansimante il suo nome venendo e quando sentii il suo liquido dentro di me gemetti rabbrividendo di piacere.
Ian uscì da me e si stese al mio fianco.
-È stato così..-
-Intenso- conclusi.
Annuì.
-Non ero mai stato dentro una ragazza senza preservativo- e ce ne dovevano essere state tante.
Allontanai il mio subconscio per concentrarmi sul viso del mio ragazzo.
Mi avvicinai e misi la testa sul suo petto raggomitolandomi su di lui.
-Sei tutto quello che voglio- lo sentii sussurrare tra i miei capelli.
Forse non voleva che lo sentissi. Forse gli era scappato. Sorrisi come una bambina e mi accorsi di esserlo. Con Ian ero finalmente la bambina che non ero potuta essere nella mia infanzia. Lo strinsi a me e gli baciai lo sterno.
-Dammi dieci minuti poi sono di nuovo pronto-
Risi.
-Tra dieci minuti facciamo colazione- lo corressi.
-Ma è qui il mio cibo- mi passò una mano sulla schiena e la fermò sul mio sedere. Feci la stessa cosa con lui.
-Attenta piccola. Non ho ancora finito con te-
-Nemmeno io, ma prima lasciami il tempo di mettermi in forma-
Acconsentì seppur lamentandosi e dopo dieci minuti ci alzammo. Guardai il suo corpo nudo e lui mi sorprese a fissarlo.
-Ti voglio giù solo con quelli addosso- indicò i tacchi.
Arrossii e il cuore prese a martellare. Non volevo cadere giù dalle scale.
Mi infilai i trampoli e lo guardai coprendomi un po' con le braccia.
-Non è giusto. Tu puoi metterti le mutande-
-Io sono il festeggiato- mi prese in giro avvicinandosi.
-Non coprirti. Non c'è niente da nascondere- mi spostò le braccia dal seno e le mise dietro la schiena baciandomi avidamente.
Dovevo resistere, dovevo riuscire come minimo ad arrivare in cucina. Al mio primo tentativo di fuga mi ancorò le mani alle natiche e mi tirò su, ovviamente arresa gli allacciai le gambe ai fianchi.
Tornò sul letto e si sedette con me in braccio cominciando a sbottonarsi i boxer. Di nuovo? Cristo sarei arrivata veramente senza le gambe a fine giornata.
Mi staccai e lo guardai mentre liberava l'erezione di nuovo pronta all'assalto.
-Non ti stanchi mai- ansimai.
-Non ne ho mai abbastanza di te-
Con un colpo fu dentro e io lo spinsi fino a farlo stendere. A cavalcioni su di lui e con la sua carne dentro lo guardai.
-Gesù sei.. perfetta- disse abbandonandosi a me.
Mi alzai e abbassai con un colpo e gemette. Volevo sentire ancora quel suono. Ripetei l'azione e dopo poche spinte caddi sopra di lui con il suo calore che si espandeva.
-Ora ho fame- disse facendomi ridere.
Mi alzai e feci tappa in bagno per pulirmi un po'. Quando scesi Ian stava già preparando uova, bacon, pancake e versando del succo di frutta nei nostri bicchieri. I tacchi batterono la mia entrata in cucina e lui squadrò il mio corpo nudo.
-Buongiorno bambolina-
Feci una smorfia e mi misi ai fornelli. L'orologio segnava già le dieci.
Mangiammo parlando della scuola e dell'Università. Mezz'ora dopo stavamo ancora discutendo delle varie scelte nostre e dei nostri amici. Non avrei mai immaginato che anche Ian si sarebbe iscritto lì dopo il college.
-Non sapevo sapessi anche cucinare-
-Non è la prima volta che cucino per te-
Risi al suo volto imbronciato. Mi alzai e sparecchiai mettendo tutto nel lavello, presi il detersivo, una spugna e cominciai a pulire.
-Che fai?- mi prese per i fianchi.
-Lavo-
-Ora?-
-Ora-
Sbuffò ma mi circondò e mise la testa sulla mia spalla aspettando calmo. Mi appoggiai al suo corpo caldo.
-Sbrigati o ti prendo qui-
-Come sei impaziente- borbottai sorridendo.
Mi cadde il piatto di mano quando lo fece davvero.
-Ian..- brontolai e gemetti insieme.
-Con queste scarpe mi fai impazzire- le sue mani si chiusero sui miei seni stringendoli e facendomi scappare un urletto di piacere.
Mi fece sedere sul piano e poggiai le mani bagante sul suo collo. Rivoli d'acqua scendevano lungo il suo copro scolpito.
***
-Ian stanno per arrivare- gemetti quando riprese a baciarmi.
-Dai ti sto solo baciando-
-Ogni volta cominci così, poi mi ritrovo nuda e con il tuo amichetto dentro-
Dopo la colazione lo avevamo fatto altre cinque volte: una sul divano mentre cercavamo di guardare i cartoni della mattina, una sulle scale mentre stavamo salendo per andare in bagno, una in camera mia prima del bagno (avevo cambiato tutte le lenzuola in entrambe le camere sotto protesta di Ian), due volte nella doccia e una di nuovo in camera sua.
-Sei senza fondo- lo presi in giro.
-Pensavo di aver chiarito questo concetto-
-Alla perfezione-
Seduti sul divano aspettavamo il ritorno non molto atteso di An e Mike.
-Chissà come è andata tra quei due-
-Me lo farò raccontare- gli promisi.
-Ehi guarda che con Stone ci parlo anche io- si offese.
Risi e gli diedi un bacio sulla guancia.
La porta si aprì lentamente e An mise dentro la testa per prima urlando.
-Siamo a casa!-
-E noi non siamo sordi- si lamentò il mio ragazzo.
La mia amica girò la testa e ci vide. Puliti, sorridenti e sopratutto vestiti. Ian voleva accoglierli in mutande ma mi ero rifiutata categoricamente. Si era messo a ridere dicendo che scherzava. Non ci avevo creduto.
-Scusate non volevo rischiare- rise.
Entrò Mike e lei praticamente scappò mettendosi a sedere sulla poltrona. Lui sorrise. Sorrisi anche io. An stava cominciando a cedere.

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Breathe
Novela JuvenilCiò che è mio mi appartiene e non sono disposto a condividerlo con nessuno. Non sono disposto a condividerti con nessuno intesi? Quindi quando premerò le mie labbra sulle tue sarai mia. Mia e di nessun'altro