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ASHLEY

Non credo di essermi mai sentita così... sporca, in vita mia.

Io, con un ragazzo, a baciarci nascosti in una nicchia appena sotto le scale che portano al piano di sopra del locale. Per di più, oggi è venerdì e il Masquerade è pieno di gente.

Queste cose avrei dovuto farle da adolescente, non ora, a ventitré anni!

E se qualcuno ci vedesse? Scommetto che Jean non si sta nemmeno ponendo il problema, a giudicare dal trasporto che ci mette.

Le sue mani mi tengono a sé, una aperta sulla schiena, l'altra sulla nuca, le dita fra i capelli mi fanno venire la pelle d'oca fino a... a... lasciamo stare.

Si tiene ben lontano da zone proibite del mio corpo, e gliene sono grata perché non saprei davvero come reagire.

Cosa succederebbe? Mia madre sta già urlando nella mia testa, non vuole proprio concedermi qualche attimo di felicità, ma... sono tutta presa da lui.

Dalle sue labbra morbide, dalla sua lingua che accarezza la mia, dal cercare di rispondere per evitare di fare la figura di chi non ha mai fatto niente in vita sua.

Andrò bene così?

Ogni tanto le luci del locale arrivano su di noi, lui mi ripara col suo corpo ma le percepisco al di là degli occhi chiusi, e mi distraggono. Perdo il filo, devo ricominciare da capo.

Ma non potevamo baciarci a casa, senza gente, senza diversivi...?

...però, ora siamo qui, e non voglio che lui smetta.

Ho bisogno di queste attenzioni, necessito di questo contatto, di questi abbracci...

...di lui.

Un piccolo spasmo del ventre mi fa sobbalzare. Mi stacco da lui, una mano va sul pube.

«Cosa c'è?» chiede.

Come faccio a dirgli che non lo so nemmeno io? Però... fa male, dentro.

No, non fa male... o sì? Non capisco.

Era piacevole, poi...

Lo guardo. Non so cosa dirgli, ma i suoi occhi mi tranquillizzano.

Lui ne sa più di me, se lui è tranquillo allora posso esserlo anche io.

Eppure fa male. Proprio , proprio dentro, ma non voglio smettere. Lo accolgo tra le braccia quando si riavvicina e poggia di nuovo la bocca sulla mia.

Fa piano, prima un bacio asciutto, schiude le mie labbra con le sue e mi sembra una lunga carezza. Le sue mani sono ferme sulla mia vita, e io adoro tutto.

Adoro come mi tocca, adoro come mi bacia, come la sua lingua sfiora la mia.

Mi piace, sento caldo, la pelle si arriccia, la stoffa della maglietta mi fa il solletico sul petto.

Sospiro. Il dolore riprende, ed è peggio di prima.

E se fosse collegato?

Dovrei indagare, prima di fare altro...?

«Jean, dobbiamo tornare dagli altri...»

«Me ne frego degli altri.»

Cielo, ha il fiatone! Eppure non ho fatto niente.

Mi stringe a sé, le sue mani si muovono verso l'alto, vagano sulla salopette e si fermano poco sotto il petto. Perché si stacca da me?

Lui mi guarda, sembra che stia aspettando qualcosa, ci metto qualche istante a capire.

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