Il Taiciuto fu di parola.
Omnod era appena tornato dalla caccia con quattro conigli selvatici, che Uleg chiese a Saaràn di portargli il vecchio pezzato per l'ultima volta. Quando il Tarpan gli fu accanto, il servo sollevò con una certa fatica la pesante sella a cui stava lavorando da ore e di slancio gliela pose sulla groppa.
Monglik sentendone il peso e la dimensione inconsueta vibrò la pelle e sbuffò, ma non si mosse.
Il vecchio passò le cinghie sotto il petto dell'animale e vi assicurò la sella. Con mano esperta strinse il sottopancia e aggiustò la lunghezza delle staffe, poi indicò al Naaxia il risultato:
"Provala!" gli disse soddisfatto.
Saaràn si accostò al fianco sinistro del cavallo.
Un poco a disagio infilò il piede nella staffa e dandosi lo slancio, con un certo sforzo si sollevò sul piccolo Tarpan, ma ancora non si sedette.
Tastò l'alto schienale in legno: non avrebbe potuto salire passando la gamba da dietro come faceva sempre, ma avrebbe dovuto farla passare dal davanti, come aveva visto fare a Uleg, scavallando il collo.
Avendolo capito ridiscese, si posizionò diversamente da come era abituato a farlo, poi si diede nuovamente lo slancio.
Non fu molto difficile montare in groppa a Monglik, facendo in quel modo.
Strano, inusuale e poco onorevole per un Un, però comodo una volta capito come mettere i piedi.
Tra la bassa statura al garrese del Tarpan e le staffe piuttosto lunghe, i piedi non distavano che poche decine di centimetri da terra.
Quando mise in tensione la schiena, ella gli ricordò immediatamente gli sforzi del giorno precedente, ma appena fu seduto sulla sella i muscoli si rilassarono.
Le anche doloranti si adagiarono alla perfezione al sedile rivestito in cuoio e dall'alto sostegno posteriore in legno, ottenne un immediato giovamento al dorso.
Una volta vedendolo salito, Uleg gli ritoccò ancora la lunghezza delle staffe e poi si allontanò per ammirare la sua opera.
Omnod si avvicinò a vedere.
Come Un rise di quella manifestazione di debolezza, però non poté che ammettere che la sella Taiciuta era proprio bella.
Il servo gli lanciò uno sguardo d'intesa e sollevò il mento, fiero del proprio lavoro.
"Allora?" affermò Uleg alla volta del Naaxia, sicuro della risposta che avrebbe ottenuto "Non è forse comoda, la tua nuova sella?".
Omnod, sentendolo rivolgersi a Saaràn in quel modo così confidenziale, lo fissò in modo strano e il Taiciuto se ne accorse, ma non gli badò.
Per la prima volta dopo dieci anni di silenzi forzati, iniziava a respirare un'aria nuova che non voleva nuovamente farsi rubare.
Anche Saaràn si accorse dello sguardo sbalordito del giovane Un, ma a sua volta fece finta di nulla del suo stupore.
Non gli importava nulla dello Scengun, anzi, sotto sotto gli faceva piacere vederlo umiliato dal Taiciuto.
Con l'arroganza che aveva dimostrato il giorno prima se lo meritava e un po' di umiltà non gli avrebbe fatto male.
Diede di talloni e fece girare il Tarpan attorno al carro, al focolare, alle vacche stese nell'erba, poi provò a fare un breve tratto al trotto.
Anche Helun e Gerel, attratte dal baccano che facevano i tre uomini nel campo, uscirono dalla Yurta e lo osservarono cavalcare Monglik in quel modo bizzarro e diverso dal solito.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...