39) L'ARGINE

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Pur vergognandosi nel dover chiedere in prestito un cavallo proprio all'uomo che stava tentando di salvare il Tarpan che lui stesso aveva rischiato di far morire, Saaràn non sapeva a chi altro fare una richiesta simile.

Avesse potuto aspettare o avesse saputo a chi altri chiedere una cosa del genere l'avrebbe fatto, ma non aveva tempo da perdere e a parte Nuuts, nel Castello Uleg non conosceva molti altri Togril.

Comunque, ora, grazie alla generosità del fabbro, egli poteva esaudire due desideri in una volta sola, uno suo e uno della Sua Signora.

Per quanto riguardava il suo, voleva raggiungere al più presto la valletta dove si trovavano i suoi Tarpan e prenderne uno per sostituire Monglik il tempo necessario affinché gli zoccoli gli guarissero del tutto.

Frassinella gli aveva detto che non sarebbero serviti i cavalli per il viaggio che avrebbero intrapreso insieme quella sera, comunque lui preferiva avere una cavalcatura sua, in caso ne avesse bisogno.

Non gli piaceva dover dipendere dagli altri per doversi muovere e ora, per la prima volta in vita sua, possedeva talmente tanti Tarpan da aver soltanto l'imbarazzo della scelta.

Non gli restava che andare a prenderne uno, tuttavia il tragitto per raggiungere il recinto era troppo lungo per riuscirci con le sue gambe storte.

Non si faceva illusioni, a piedi non ce l'avrebbe mai fatta e non voleva sovraccaricare il cavallo di qualcun altro anche con il suo peso.

Aveva già combinato fin troppi guai per quel giorno e non voleva commettere altri.

Il fabbro aveva avuto ragione a essere arrabbiato con lui e preferiva non farsi vedere nei dintorni da lui fino a sera.

Così avrebbe fatto come gli aveva consigliato la Yaonai, avrebbe passato il resto della giornata assieme alla sua famiglia e avrebbe fatto ritorno soltanto poco prima del tramonto, giusto in tempo per partire con lei.

Quando comunicò le sue intenzioni ai suoi, ne furono tutti contenti.

Stranamente anche Omnod non ebbe nulla da obiettare.

Anzi, il giovane si affrettò a preparare il suo Tarpan e fu pronto a partire quando ancora gli altri dovevano finire di sellare i propri.

Nel vedere lo Scengun così ansioso nel voler lasciare il Castello, all'inizio Saaràn divenne sospettoso, poi Helun gli si avvicinò furtiva e gli bisbigliò qualcosa all'orecchio.

"Tu dici?" le fece lui perplesso e quando lei annuì per confermare la propria convinzione, si sorrisero a vicenda.

Lanciando uno sguardo veloce al giovane, Saaràn annuì a sua volta.

Tutta quella fretta doveva avere un motivo e per un ragazzo della sua età, per Helun quel motivo poteva essere uno solo. Una donna.

Secondo lei solo una donna poteva smuovere in quel modo l'apatia in cui era caduto Omnod e quella donna aveva anche un nome, Burjgar, la ragazza dai capelli rossi e il volto pieno di lentiggini.

"Potresti aver ragione, Khani" le confermò.

Partirono poco dopo senza fretta, seguiti dai soliti Khar e Zurvas che non si staccavano un solo momento dagli zoccoli del Tarpan che Saaràn montava.

Sotto gli sguardi attenti dei Togril, gli Un presero con sé soltanto lo stretto necessario, un poco di provviste e acqua sufficiente per un giorno.

Saaràn aveva intenzione di restare fuori fino al tramonto e non voleva sprecare un solo momento di quella giornata portando con sé cose inutili.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora