23) ASSALTO A SORPRESA

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Saaràn aveva appena finito di pronunciare quelle parole al cugino di Kutula, che avvertì il terreno sotto i suoi piedi muoversi, come se qualcosa dal basso lo stesso smuovendo.

Prima ancora di rendersi conto di quello che stava succedendo, venne scaraventato in aria da una forza inaudita che lo spinse lontano e lo mandò a cadere nell'erba ad alcuni passi di distanza dal nobile Gaikh-san e dalla Lupa Azzurra.

Stordito e sorpreso dall'improvviso balzo all'indietro, quando fece per rimettersi in piedi vide che davanti a sé, nel punto esatto dove si trovava prima, dal terreno spuntava qualcosa di nero e uncinato.

"Zűin!" esclamò forte Saaràn, riconoscendolo all'istante.

Sfilando veloce dal sottosuolo, flessibile, lungo e sinuoso come un serpente, un arto mostruoso, grosso quanto un braccio, usciva dalla terra puntando in alto.

L'estensione di Gioturna fuoriuscì dall'erba per almeno venti Tese, distendendosi in tutta la sua lunghezza e puntando dritta verso Ten-gri, quasi volesse raggiungerlo.

Si sollevò in aria, poi, non potendo arrivare oltre, la liana si dimenò nel cielo, sovrastando dall'alto gli Un.

Pareva furiosa.

L'aculeo sulla punta si voltò verso il basso e dopo un attimo d'incertezza, si avventò sul nobile Un- han.

Gaikh-san, riavutosi in fretta dalla sorpresa e vedendosi in pericolo, schivò un primo assalto colpendo il pungiglione con un colpo di scimitarra e chiamò a sé i suoi soldati, ma prima che potessero fare qualcosa in sua difesa, la lunga liana scivolò sinuosa alle sue spalle e lo colpì in mezzo alla schiena, trapassandolo da parte a parte.

Boccheggiante per il dolore e lo stupore, l'Un non emise che un soffocato rantolo. La sciabola gli cadde di mano.

Senza alcuno sforzo Zűin lo sollevò in aria, sbattendolo poi più volte in terra come aveva fatto con il giovane Togril pochi giorni prima.

In pochi istanti l'Un-han era morto.

Rimessosi in piedi, Saaràn gridò ai soldati di allontanarsi da quel mostro.

Li vedeva agitare le armi in aria nel vano tentativo di spaventare Gioturna e farla desistere dal massacro del loro Capo, tuttavia sapeva che era inutile.

"State indietro, state indietro! Allontanatevi più che potete, presto, presto!" gli urlò parandosi davanti alle lance.

In quel momento nemmeno pensò al pericolo che correva a compiere un gesto simile.

Neppure lo sfiorò il dubbio che alcuni di quei soldati, in preda alla furia, all'odio che provavano per la sua famiglia e allo stordimento, avrebbero potuto usare quelle armi contro di lui.

Pensò soltanto a tenerli lontani dal contagio e dalla morte.

Nel frattempo Bortecino lo raggiunse e si frappose tra lui e la liana, ancora bloccata dal corpo martoriato del nobile morto, rimastole incastrato sull'aculeo.

Era quasi il tramonto.

La luce del sole non era più così intensa e la lupa ne approfittò per riprendere le sembianze Yaonai.

Rimanendo a difesa del Naaxia e imponendo le mani davanti a sé, Frassinella puntò le dita verso Gioturna che immediatamente ne avvertì la presenza.

La liana sussultò sorpresa.

Saaràn allora fece per sfilarsi dalle spalle l'arco che portava a tracolla, quando udì la voce della Yaonai urlargli:

"Non così! Usa lo specchio di Sangun! Puntalo verso il sole! Presto, fai presto!".

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora