Saaràn avrebbe voluto rispondere a quell'uomo, ringraziarlo, domandargli chi fosse e da dove venisse, ma la gola gli bruciava troppo.
Se avesse parlato, temeva di tossire ancora.
Quasi che ne avesse compreso le intenzioni, l'anziano trasse fuori dallo zaino un contenitore in legno ricavato da un ramo, cavo all'interno e tappato.
Dentro vi erano delle piccole palle verdastre, dei boli dall'intenso odore di erbe essiccate, miele e cera.
Ne porse una a Saaràn e gli fece il gesto di porla sotto la lingua:
"Succhiala lentamente, ti allevierà il bruciore alla gola e la tosse" affermò sereno, poi porse il contenitore a Frassinella.
"Seguita a dargliene una ogni volta che tossirà, lo farà sentire meglio. Se potrò ne porterò altre, altrimenti cerca di farle bastare" le disse un poco in apprensione, poi vedendola allontanare:"Aspetta" aggiunse velocemente, la richiamò ancora.
Cercando a fondo nello zaino, l'uomo ne trasse un sacchetto di stoffa dal quale emanava un forte e pungente aroma.
Porse anche quello alla Yaonai rimasta in attesa.
"Ormai devi aver quasi finito le altre. Nel caso ti servissero ancora, queste ti basteranno per almeno tre giorni. Solo per la febbre e non più di quattro al giorno, mi raccomando. Per la mano invece va bene l'unguento che hai usato finora. Il paziente è robusto, dovrebbe riprendersi rapidamente".
Frassinella ascoltò attentamente, poi ritornò al suo posto.
Infine l'uomo parlottò sottovoce con la Grande Madre e ambedue fecero per alzarsi.
La donna salutò con un cenno il malato, poi si avviò verso l'uscita della grotta.
Quando si mosse dal capezzale, il vestito della Yaonai sparse tutto attorno al giaciglio un profumo di viole selvatiche e liquirizia e l'Un, vedendola andare via, avvertì immediatamente un senso di abbandono che lo portò a seguirla con lo sguardo.
A riportarlo al presente ci pensò l'attempato medico, che con un tocco leggero gli sfiorò la spalla: "Tornerò presto, uomo. Se mi sarà possibile, prima di sera, altrimenti appena potrò farlo. Riposa e resta al caldo. Vedrai che in poco tempo starai meglio" affermò il vecchio accennando a sua volta ad andarsene.
I suoi occhi brillavano di fiducia e conforto.
Saaràn gli credette.
Incuriosito da quel tipo così strano e mite, vedendolo andare via e sforzandosi a parlare, riuscì a emettere qualche faticosa parola:
"Tu... chi sei?" gli domandò.
L'anziano si fermò, quasi stupito della domanda.
Pareva non dare nessun peso alla cosa.
Si voltò e sorrise:
"Il mio nome è Neko. È strano, lo so, ma appartiene a una terra troppo lontana perché tu la conosca, Vuol dire Nessuno. Ora riposa, ci vedremo ancora" sorrise, dandogli qualche pacca d'incoraggiamento sulla spalla.
Detto questo, senza attendere altre domande alle quali non avrebbe avuto tempo per rispondere, raccolse lo zaino, il bastone da viaggio e si allontanò deciso, seguendo Faggiola a lunghe falcate.
Era pressato, aveva fretta d'andarsene.
Quando l'uomo passò accanto a Frassinella, la Yaonai lo salutò riverente, mentre lui accennò appena un veloce gesto con la testa.
Rimasti soli lui e la Sua Signora, l'Un volle saperne di più su quei due.
Soprattutto gli premeva sapere qualcosa sugli occhi di quell'uomo, grigi come i suoi, che se sul momento l'avevano sorpreso e ora l'incuriosivano.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...