50)EPILOGO-PICCOLI SEGNALI

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Ora che la minaccia degli Un era finita, era inutile mascherare la strada nell'erba e nell'autunno passato i Togril avevano provveduto a spianarne il percorso come si doveva, per poter giungere velocemente ai confini dei loro domini.

Il tracciato su cui marciava la vettura condotta da Helun, piatto e liscio, era una striscia di ghiaia grigia stesa nel verde dell'erba, eppure a Saaràn che seguiva al passo il carro-Yurta, pareva un meraviglioso tappeto che l'avrebbe condotto fino a casa.

Quando il carro passò in mezzo al villaggio Un, la donna rallentò per non calpestare nessuno.

Molti degli abitanti si erano avvicinati per vederli passare e fecero dei cenni di saluto verso il Gran Khan e la sua compagna, prima che fossero passati oltre e si fossero allontanati troppo per poterlo fare.

Altri, occupati nei campi di miglio coltivati oltre l'abitato o attardati lungo il torrente a governare le mandrie, sebbene in ritardo, avvisati dal clamore della folla, arrivarono di corsa per non perdersi la partenza del Naaxia e si unirono agli altri, cercando un posto libero lungo il ciglio della strada.

Erano stati avvertiti il giorno precedente della loro partenza ed erano venuti per vedere il loro signore andarsene.

Saaràn salutò tutti quanti con gesti misurati e li osservò attentamente.

Era soddisfatto.

In quei mesi invernali il suo Anda aveva lavorato bene e già si vedevano i primi frutti del difficile lavoro che assieme avevano elaborato l'anno precedente.

Apparentemente tutto era uguale a come era stato per secoli all'interno dell'Urdu, quantunque, da piccoli segnali, il suo occhio attento vedeva che le cose iniziavano a cambiare.

Come sempre al centro del villaggio vi era la Yurta del Khan e le altre erano disposte ordinatamente lungo la carreggiata, separate per Clan e famiglie.

In prima fila, da una parte della strada si trovavano i vessilli Kaidu e dall'altra quelli Konghirati.

A loro spettava il posto d'onore accanto al Khan.

In fondo erano state le prime che partirono da Dai-Sescen guidate da Frassinella e da Scengun e quel posto se l'erano guadagnato con la fede e la pazienza.

Saaràn sorrise. Era quasi un ritorno alle origini.

I pochi Clan rimasti delle altre cinque Tribù e quelle dei Raccoglitori di Sterco erano collocate più lontane, nelle seconde e terze fila di tende partendo dalla strada, ciononostante, ed era questo a farlo ben sperare, ora tutti quegli Un erano raccolti lungo il ciglio della strada mescolati tra loro come capitava, senza far caso a rango, Tribù, Clan o famiglia di appartenenza.

Vicino a un Fugai Raccoglitore di Sterco poteva esserci un Hanbakai dal passato superbo, un Un accanto a un Nonun, oppure un anziano di un Clan Obor spalla a spalla con una giovane donna Merchita.

Cose inaudite soltanto fino a pochi mesi prima, ora erano la normalità per tutti.

Chi all'inizio non le aveva accettate se ne era andato da tempo e chi era rimasto, aveva dovuto piegarsi a esse e farle sue.

Le mille regole che avevano governato quella gente scandendo per secoli i loro gesti e i loro atti, si erano sgretolate assieme all'Orda.

Dopo che gli Un avevano accettato lui, il Naaxia, come loro Gran Khan, molte delle abitudini che avevano regolato la vita all'interno dell'Urdu per generazioni intere, erano svanite come fumo nel vento.

Nessuno badava più a usanze che solo fino a pochi mesi prima avrebbero significato la morte certa per uno dei due contendenti.

Cose impensabili soltanto fino all'anno passato ora, invece, erano tangibili davanti ai suoi occhi.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora