Saaràn e Kutula, dopo aver riconosciuto Muu-Gol dal riflesso del dente d'oro, si scambiarono uno sguardo, allibiti.
Quella massa sporca e fangosa che si stava avvicinando al pendio su cui essi si erano riparati, era lui.
Non potevano credere che quell'uomo meschino fosse ancora vivo.
Dopo tutto il dolore che aveva provocato ovunque fosse andato, meritava di morire.
Riconosciutolo, anche Bortecino si mise a ringhiare verso quella massa informe e alle sue spalle, disponendosi a ventaglio, tutto il branco l'imitò.
Khar e Zurvas si portarono davanti a Saaràn per proteggerlo, scoprendo i denti verso il nuovo arrivato.
Abbassarono cauti le teste e, tendendo tutti i muscoli del corpo, si acquattarono sulle quattro zampe, pronti a scattare verso l'intruso al minimo cenno di pericolo.
Persino gli Un superstiti, addossati contro la parete e stretti l'un l'altro per darsi coraggio, ammutolirono dallo sbigottimento.
Il vecchio e il nuovo Khan erano entrambi vivi e stavano per incontrarsi ancora una volta faccia a faccia.
Ora, però, la situazione si era ribaltata.
Adesso era Kutula il favorito dalla sorte mentre Muu-Gol, abbandonato dalla Fortuna, strisciava nel fango.
Sapevano che uno solo tra loro poteva rimanere in vita, ma increduli e confusi com'erano, essi non fecero nulla, né a favore dell'uno e nemmeno a favore dell'altro.
Temevano troppo l'ira di Ten-gri per esporsi, così, non sapendo chi dei due alla fine avrebbe prevalso sull'altro, ancora troppo sconvolti dagli ultimi eventi per comprendere cosa fosse giusto fare, osservarono, silenziosi e smarriti, l'evolversi della situazione.
Quando Muu-Gol giunse a poche Tese di distanza dalle rocce su cui si erano riparati il Naaxia e il suo Anda, con uno sforzo immane si mise sulle ginocchia e con le dita strette attorno il Pugnale Azzurro, tese le mani verso Saaràn.
Avrebbe voluto parlare, invocare la sua pietà, implorare come mai aveva fatto in vita sua, ma dalla bocca gli uscirono soltanto rauchi colpi di tosse che sapevano di sangue rappreso e muco.
Il Naaxia nemmeno gli badò.
Era ben altro quello che attirava l'attenzione di Saaràn, in quel momento.
Era quello che Muu-Gol teneva stretto tra le mani e gli porgeva disperato perché lo prendesse.
Nonostante il pugnale fosse incrostato di fango, egli lo riconobbe subito e il cuore prese a battergli forte nel petto.
Quindi Frassinella aveva avuto ragione, pensò.
Quel folle glielo aveva portato per davvero.
Il Pugnale Azzurro era qui! , ma quanto detestava quell'uomo.
Dopo che l'aveva fatto pestare a sangue, l'aveva fatto legare alla gogna, gli aveva rapito il figlio e violentato moglie e figlia, ora lo implorava di salvarlo come se fosse possibile dimenticare tutto il male ricevuto.
Adesso che se lo trovava ancora davanti, comprendeva per intero tutto il rancore che da tanto tempo provava nei suoi confronti.
Con tutto quello che la sua famiglia aveva sofferto negli ultimi tempi per colpa di quell'essere spregevole, non poteva che gioire nel vederlo umiliarsi in quel modo.
Vederlo rotolarsi nel fango davanti a lui, gli dava un'immensa sensazione di trionfo, eppure riusciva a malapena ad appagare un desiderio di vendetta che da quarant'anni portava nascosto nel suo animo e che solo ora poteva esaudire almeno in parte.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...