Questo era il pensiero Un e lui lo sapeva bene, molto bene, purtroppo.
Sospirò, sperando che questo non diventasse un problema troppo difficile da risolvere.
Il cavaliere Togril che rispondeva al nome di Khűchtei, vedendoli tutti quanti arrivati e fermi ad ammirare il panorama che dava sulla valle, a un cenno di Chonyn fece voltare il cavallo e imboccò al passo la strada che avevano seguito le donne con i Tarpan.
Si diresse verso la vallata e senza più voltarsi disse a voce alta:
"Togriluudyn-d tavtai moril!" (Benvenuti a Togriluudyn!)
Uleg lo tradusse per tutti e prima che chiunque altro potesse dire qualcosa, Gerel disse l'unica parola in lingua Togril che avesse in precedenza scambiato con uno di quegli sconosciuti e di cui conoscesse il significato:
"Bayarlalaa". (Grazie).
Nell'udirla Khűchtei rallentò, fece voltare il suo cavallo e, fatta fermare un momento la colonna, le fece un cenno con la testa.
Di quell'uomo imponente si intravedevano appena gli occhi chiari spiare la bambina attraverso le fessure squadrate del copricapo, eppure Saaràn avrebbe giurato sopra qualunque cosa, che in quel momento il Togril stesse sorridendo a sua figlia.
"Bayarlalaa, Byatskhan Khatagtai shargal tsenkher nűdtei emegtei" le rispose il soldato. (Grazie a te, Piccola Signora dagli Occhi Azzurri).
Nonostante le parole uscissero distorte dai fori dell'elmo che gli ricopriva la bocca, a nessuno sfuggì una nota deferente nella voce del guerriero mentre le pronunciava.
Gerel arrossì leggermente quando Uleg tradusse quella che era stata la risposta e ricambiò incerta il gesto al Togril.
Lentamente la colonna s'incamminò e riprese a seguire la strada in pendenza.
Di quando in quando, Saaràn scorgeva molto più in basso le Togril procedere a passo lento con i suoi cavalli e poi di colpo le perdeva di vista, quando esse svoltavano seguendo un tornante che le portava a procedere in senso contrario al suo.
Man mano che gli Un scendevano avvicinandosi al pianoro, Saaràn notò gli imponenti lavori di scavo che erano stati necessari per ottenere quei terrazzamenti pianeggianti e irregolari che, seguendo le sinuosità del pendio, parevano aggrappati al fianco della montagna in un modo così saldo e duraturo, da diventarne una parte integrante.
La strada che seguivano, costeggiava muri a secco costruiti ad arte, posti a sostegno della montagna tra un livello di gradoni e il successivo, e appena poteva si insinuava sulla roccia nuda, rubando così meno spazio possibile al terreno coltivabile.
Da ogni terrazzamento l'acqua tracimava scendendo in quello sottostante attraverso saracinesche che ne regolavano la portata, ruscellando in stretti canali ben curati e riempiendolo completamente, prima di scendere a colmare quello sottostante ancora, in una catena di scoline continuative e ordinate che giungevano fino a valle, dove limacciosa e densa, essa confluiva infine nei campi del fondovalle, inondati anch'essi.
In ogni appezzamento allagato vi erano donne di tutte le età che al passaggio dei cavalieri Un si sollevavano per guardarli, tralasciando per qualche tempo quello che stavano facendo e fissandoli con sospetto.
Le mondine lavoravano chine fino all'acqua e in una mano tenevano mazzi di piantine ancora da mettere a dimora, piantandole una a una con l'altra nella melma.
Saaràn ne notò i corpi forti, ben nutriti e la carnagione chiara, differente dalla loro benché abbronzata dalla vita all'aria aperta.
Ne ammirò gli occhi quasi sempre chiari, tenaci, sicuri, che non si abbassavano davanti ai suoi.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...