18) VERITÀ SVELATA

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Per quel che ne sapeva Muu-Gol, gli altri testimoni, i suoi uomini, erano morti lottando contro i lupi di Bortecino e stavano marcendo stesi nella Steppa o lungo le rive del torrente.

Sarebbe stata la parola del Naaxia contro la sua, valutò alla fine.

Un rischio che poteva correre.

Sogghignò all'idea.

Vedendo che Saaràn non accennava ad avanzare verso di lui, il nuovo Khan dell'Orda Azzurra si rilassò impercettibilmente.

Il rossore del volto sbiadì e uno sguardo colmo di stupore sostituì in parte la rabbia.

Con quella perversa lucidità che accompagna le menti alienate quando sono messe sotto tensione, non capiva dove si celasse l'inganno, eppure, nonostante sentisse che doveva esserci qualcosa di losco dietro a quella offerta così generosa, decise di rischiare.

Ora era il Khan, aveva il potere, l' Aul della sua Tribù era appeso al Palo, in mano stringeva il Pugnale Azzurro e quegli uomini a cavallo che lo guardavano da sotto erano ai suoi ordini.

Era lui che comandava, adesso. Accettò.

"Va bene, verme schifoso" annuì, sorridendo beffardo verso Saaràn e mettendo in risalto il suo dente d'oro "Fai quello che devi. Parla e dopo vattene pure con il tuo Anda. Ormai non gli resta più molto da vivere. Nelle condizioni in cui si trova, non potrà ancora nuocermi a lungo. Vai!" gli fece cenno agitando il Pugnale Azzurro verso la folla che attendeva in silenzio, ammutolita da tutte quelle novità.

Tuttavia Saaràn non si mosse.

Rendendosi conto che muovendosi avrebbe dato la schiena a Muu-Gol, tentennò un momento prima di correre un rischio del genere.

Non si fidava per nulla di lui, inoltre avrebbe dovuto lasciare da solo Kutula.

Legato, immobilizzato e nelle condizioni in cui si trovava, il suo Anda era completamente indifeso e non avrebbe potuto difendersi in nessun modo da un assalto portato a tradimento dall'altro.

Mentre pensava a come fare per uscire da quella situazione, Bortecino, accorgendosi che Saaràn aveva bisogno del suo aiuto, si spostò indietro di qualche passo e prendendo lo slancio, con un agile balzo salì sul carro, infrapponendosi tra lui e Muu-Gol.

Il Khan, vedendosela atterrare a pochi passi, arretrò spaventato.

Indietreggiò piano fino ad andare a sbattere contro il Palo del Comando su cui si trovava l'Aul della sua Tribù.

Gli occhi dell'animale erano fissi su di lui e non lo perdevano di vista un solo momento.

L' Hanbakai divenne livido in volto e non osò più fiatare.

Per non perdere quel poco di onore che ancora gli restava davanti ai suoi uomini, Muu-Gol rimase immobile.

Nel medesimo istante, vedendo la Lupa Azzurra accorrere a protezione del Naaxia, dai Clan presenti si levò un gemito di stupore, poi un lungo e sommesso mormorio incredulo.

"Bortecino è con lui!" si udì bisbigliare da basso "È con lui! Ten-gri è con lui!", si percepì sussurrare altrove.

Muu-Gol li udì e si voltò verso la folla.

Erano stati una donna e un uomo a parlare, da dietro, dai Fugai, Raccoglitori di sterco che contavano poco.

Gelò i due con lo sguardo, ma in quelle semplici frasi il nuovo Khan non avvertì la solita arroganza, il ripudio, il disprezzo degli Un nei confronti dell'uomo dagli Occhi Limpidi.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora