34) SCOMODE VERITÀ

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A questo punto Frassinella smise di narrare, chiuse le labbra e si prese una pausa per ritrovare una forza che le era venuta meno.

Sospirò a fondo e sollevò gli occhi al cielo. Era profondamente turbata.

Saaràn attese, in silenzio, che la Yaonai se la sentisse di proseguire.

Non l'aveva mai vista così sconvolta.

L'Un fissò la penombra della Stanza dei Lupi con occhi pieni di sgomento.

Al pari della donna era turbato da quello che stava ascoltando e ancora non gli pareva possibile.

Aveva già assistito due volte aggressioni portate dalle liane nere.

La prima a Togriluudyn, quando Zűin aggredì il giovane Muu Atzai nella risaia in costruzione e la seconda quando uccise Gaikh-san, ma quello che allora vide, non era nulla in confronto a ciò che udiva ora.

Questo era molto, molto peggio.

"Io non l'ho sentita arrivare" frusciò lei dopo un po', distogliendolo dai pensieri.

Sussurrava sottovoce quella tremenda verità, mormorandola più a se stessa che a lui.

"Io non ho avvertito la sua presenza. Non ho sentito nulla" aggiunse scandendo ogni singola parola.

"Ti rendi conto di quello che vuole dire tutto questo?" domandò infine a Saaràn.

Angosciato, smarrito, egli annuì piano, prima di risponderle.

Aveva compreso e la cosa lo terrorizzava.

"Che hai perduto ogni controllo su Zűin. Ora quella creatura è libera di fare ciò che vuole" le disse piano.

Frassinella sorrise appena e accennò una triste conferma.

"Andai a Sud, alla ricerca della Grande Madre della mia gente per averne conferma. Ora più che mai avevo bisogno della sua saggezza e del suo consiglio per sapere cosa dovevo fare. Mi trovavo inerme davanti a quella belva immonda e non ero pronta ad affrontarla. Dovevo assolutamente sapere cosa mi avesse fatto perdere i poteri e solamente Faggiola avrebbe potuto dirmelo. Quando infine la trovai, purtroppo non fece che confermare i miei timori, togliendomi anche le ultime speranze rimaste.

Mi disse che nemmeno lei poteva fare più nulla per controllare ciò che restava di Gioturna. Fu categorica a proposito.

L'esplosione del vulcano che un tempo fu la prigione per quell'essere immondo, decretò anche la fine del controllo da parte delle Yaonai su di quella creatura malefica.

Saltando in aria, il cratere portò via con sé certezze conosciute e ne liberò altre, fino ad allora ignorate.

Gioturna e Zűin non sono la medesima cosa. Non più perlomeno.

Gioturna è morta, mentre Zűin vaga libero ovunque voglia, senza controllo alcuno.

L'Immonda è morta mesi fa per mano di un valoroso giovane che vive assieme a quello che resta del mio popolo e alla sua gente. L'ho visto stamane e gli ho anche parlato, si chiama Baliji, un nome strano per un uomo. Vuol dire Farfalla. Nel combattere contro Gioturna ha riportato gravi danni alle mani, ma ora sta meglio e vive sereno. Aiutato da Faggiola stessa e da un pugno di amici fidati, costui ha potuto sconfiggerla, ma ciò che Gioturna aveva scavato con pazienza infinita nel buio, quello ancora vive. Un tempo Gioturna era prigioniera della mia gente, ora Zűin è ovunque. La Cosa contro cui noi dobbiamo lottare, Zűin, discende da Gioturna. Ne è in parte figlio ed erede, simile alla madre che l'ha originato per ferocia e crudeltà, eppure è completamente diverso da combattere. Gioturna ebbe origine in un'era da lungo tempo dimenticata, Zűin invece vive e si sposta nel Mondo dei Semplici, proprio come la mia gente. Comprendi ora, mio fidato Naaxia, la gravità della situazione?" gli domandò, infine.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora