"Benvenuti, miei cari amici. Avete gradito la visita alla nostra valle?" domandò la Signora ai due stupiti Un.
Sia Saaràn che Helun, per quanto avessero già assistito prima a quel prodigio, fecero fatica a vederlo compiere un'altra volta davanti ai loro occhi e rimasero ammutoliti.
Saaràn si tolse il cappello in segno di rispetto, mentre Helun, timorosa, abbassò lo sguardo e si strinse al marito.
Bortecino era lì, davanti a loro, in carne e ossa e gli parlava, sorrideva e attendeva una risposta.
La Lupa Azzurra, Colei che inviata da Ten-gri campeggia sul drappo del Khan; la Suprema Guida che lasciando Dai-Sescen promise agli Un di condurli fino alla fine del loro cammino, era lì, gli stava parlando e li osservava.
L'entità più sacra che potesse esistere per un Un dopo il Ten-gri, era davanti a loro, si comportava come una qualunque padrona di casa verso ospiti riveriti e li trattava come fossero suoi pari.
Helun faticava ancora a credere ai propri occhi.
Non comprendeva come fosse possibile che la famiglia più povera e mal vista di tutta l'Urdu, potesse godere di un onore così grande da parte sua, così bella e luminosa.
Bortecino, la mitica Lupa Azzurra dei suoi avi, il Nodo che sanciva l'unione sacra tra la Terra e Ten-gri, ciò che qualunque Un sarebbe stato onorato di scorgere anche solo da lontano, per la seconda volta in poche ore si faceva vedere proprio da loro, i Naaxia.
Un onore inaspettato, incredibile, il divino che scendeva al piano dell'umano e a esso si rivolgeva come se nulla fosse.
Eppure, ora che nuovamente l'aveva davanti a sé, Helun avvertiva che quella che lei e il marito avevano di fronte, per quanto eccezionale fosse, era solamente una donna, non un'essenza divina.
Lo sentiva, lo percepiva a pelle, lo avvertiva in quella parte nascosta del cervello in cui sorgono sensazioni che rasentando l'impossibile e nascono dal nulla: quella che aveva davanti ai propri occhi, non era un essere sovrannaturale, era come loro, come lei.
Glielo leggeva negli occhi, nei modi, lo indovinava dai gesti; per quanto lenti ed eleganti essi fossero, quelli erano i movimenti di una donna, non di una Dea.
Senz'altro una donna singolare, unica, con tutta la suprema dignità che esprimeva dalla sua persona, comunque non la superba presenza di un essere superiore, celeste e prodigioso, bensì il prodotto della terra su cui entrambe camminavano.
Era un essere umano, certamente differente, di nascita e condizioni eccezionali, incomprensibili per gente semplice come lei, comunque, in fin dei conti, pur sempre una donna.
Sebbene l'esserne certa la tranquillizzasse un poco, come tutti gli Un Helun era di natura superstiziosa e una simile circostanza, appartenendo comunque a una sfera di avvenimenti che sfuggivano alla normale comprensione umana, la parte timida e riservata della sua persona, ben presto ebbe la meglio sulla curiosità che tutto quello le suscitava.
Per quanto fosse tentata a farlo, tanto temeva quell'essere mirabile, che non le riusciva di guardarla diritta negli occhi.
Temeva di rivedere in quello sguardo la belva che quella donna era stata fino a pochi momenti prima e che già vide la prima volta che l'incontrò, molti anni prima, quando nacque la sua bambina.
Allora salvò Gerel e non ne ebbe paura, piuttosto accettò la sua venuta come una benedizione e supplicò il suo aiuto, ma ora, dopo quello che le aveva visto compiere, accettarla per quella sua doppia natura, umana e animale al tempo stesso, non era facile.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...