41) FANGO

13 6 6
                                    


I difensori di Togriluudyn ancora fissavano disorientati il fango e i detriti che ricoprivano il pianoro dopo il passaggio della piena, quando Neko parlò, sorprendendoli tutti.

L'anziano guaritore pronunciò poche parole in Un, forte e chiaro, in modo che i cavalieri della Steppa potessero comprenderlo.

Si rivolse a Saaràn.

"Naaxia! Pensa a chi vive!" gli disse fissandolo con benevolenza "Tu oramai non sei più contagioso, salvali! Al resto penserò io".

Sul momento Saaràn rimase perplesso, non afferrò subito cosa volesse dire il vecchio, poi, vedendo che indicava i sopravvissuti dei Clan abbarbicati sui declivi dei monti un po' più a valle, comprese.

Il guaritore aveva ragione, non era ancora finita, quegli Un erano ancora disperatamente vivi ed erano smarriti come mai prima d'allora.

Non sapeva dove fosse Zűin, però era sicuro che quell'essere immondo prima o poi sarebbe arrivato da quelle parti.

Di certo non sarebbe stato fermato dall'acqua della piena.

Rabbrividì, al solo pensiero di cosa sarebbe successo allora.

L'ondata di fango che aveva salvato Togriluudyn aveva portato a valle tanto cibo fresco da saziarlo per un po', ma alla fine quella bestia orribile avrebbe ugualmente risalito la valle e sarebbe arrivato fino a quella gente uccidendoli tutti quanti, fino all'ultimo.

Centinaia di donne, bambini e anziani, in questo momento terrorizzati e abbandonati a se stessi, se non fossero stati allontanati in fretta da dove si trovavano, avrebbero fornito cibo a sazietà per qualche giorno al figlio di Gioturna ed egli sarebbe stato il responsabile delle loro morti.

Al di fuori di lui, nessuno avrebbe potuto fermare Zűin.

Nemmeno ciò che restava dell'esercito del Khan sarebbe stato in grado di farlo.

Dopo quello che avevano appena assistito, Saaràn era certo che i pochi soldati sopravvissuti a quel disastro al momento non rappresentassero un pericolo, tuttavia essi avevano un prepotente bisogno di qualcuno che dicesse loro cosa fare, prima che potessero combinare qualche guaio per la disperazione in cui si trovavano.

Lui e Kutula dovevano sfruttare subito il timore reverenziale che gli Un avevano da sempre verso i Monti d'Oro e l'ondata di piena, dopo tutto quello che era successo in seguito al suo passaggio, giocava a loro favore.

Dubitava che quegli Un sapessero cosa fosse una diga e avessero compreso da dove arrivasse il fango che li aveva sommersi, ma di certo avevano bisogno di un Capo che ridesse loro un po' di coraggio e il vecchio Khan era ancora vivo.

Il terrore superstizioso che i sopravvissuti provavano verso l'ira di Ten-gri, non doveva essere sprecato.

Se lui e il suo Anda volevano portarli dalla loro parte, dovevano farlo ora e approfittare del momento propizio.

Difficilmente si sarebbe ripresentato un altro momento come questo.

Doveva soltanto fidarsi del Curandero, oppure restare fermo, attendere che Zűin arrivasse e non fare nulla.

Sospirò, comprendendo che gli restava ancora qualcosa da fare, prima di potersi riposare.

Scuotendo la testa si dispiacque anche per il suo amico, ma non era ancora finita nemmeno per lui.

Non sapeva come avrebbero fatto a salvare quella gente dal morbo che ancora circolava a Togriluudyn, ma era certo che Neko avrebbe fatto tutto il possibile per prevenire i rischi di un contagio e lui, avendolo visto all'opera, si fidava di quell'uomo.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora