5) RITORNO A CASA (Seconda parte)

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Nei tremendi giorni che seguirono il rogo della Scheggia con cui era cresciuta nella Foresta Scura, Frassinella arrivò a detestare tutti coloro che considerava responsabili delle proprie disgrazie.

Per primo Flot, l'autore della nefandezza, poi il padre del ragazzo, Aldaberon il Varego, che lo generò e infine la madre, Salice Splendente, che alla nascita del neonato non lo soppresse, soffocandolo come un animale feroce.

L'odio alimentò la forza vitale e l'aiutò a sopravvivere, ma le avvelenò la mente.

Il sentimento che l'aveva sorretta e tenuta in vita, ora rischiava di diventare un rimedio peggiore del male.

Quello che all'inizio l'aveva salvata, poco alla volta le avrebbe intossicato così a fondo l'esistenza da distruggerla del tutto, ma Salice Splendente se ne accorse in tempo e intervenne.

Decise di allontanarla dalla Foresta Scura, affidandole una missione.

Quando venne scelta per andare a Est, Frassinella detestò la Grande Madre, pianse, sfogò lacrime amare pensando che la volesse punire per aver rifiutato le lusinghe del figlio.

La considerò un'ingiustizia, lei che era la vittima, si sentì punita come fosse colpevole di ogni cosa.

Invece con il tempo comprese che Salice Splendente a suo modo volle salvarle la vita.

Nella sua immensa saggezza, la Grande Madre le diede quello di cui in quel frangente una Yaonai privata di tutto necessitava per sopravvivere, lontana dall'odio e dall'inedia che ormai la circondavano nello spirito e nel corpo.

Suo malgrado, Salice Splendente le diede una nuova ragione di vita a cui dedicare pienamente un'esistenza oramai vuota di significato.

Una missione che soltanto una Yaonai senza legami come lei poteva assolvere; difficile, importante, vitale per migliaia e migliaia di persone innocenti, ma impossibile per chi avesse qualcosa da perdere.

Una missione a cui dedicare ogni momento della propria esistenza, fino a ottenere un unico esito sperato: soggiogare Gioturna al volere delle Yaonai nelle estreme terre dell'Est.

Per permetterle di ottenere quel risultato, Salice Splendente le affidò delle armi: una parte del suo potere.

Le insegnò come assumere forme e sembianze diverse, ma soprattutto, per quanto fosse riluttante a farlo, la Grande Madre le diede una parte del suo sapere, le narrò di Gioturna, di cosa fosse stata in origine quella Creatura e di quale fosse la sua natura.

Le fece comprendere di come quell'essere immondo fosse tutto quello che restava di un'Era scomparsa ormai da tempi immemorabili.

Discendeva da un'epoca in cui i confini tra il Bene e il Male erano labili e in tutto questo, Gioturna aveva un ruolo ben preciso, riconosciuto da tutti: lei era il Male Assoluto.

Le narrò di come la custodia di quell'essere infernale venne affidata millenni prima dal Fato alla Grande Madre e di come, per il bene di tutti, da allora quella bestia infame fosse reclusa sotto il Vulcano Sacro delle Yaonai, al Centro del loro Mondo.

Le riferì di come Gioturna ogni giorno tentasse di fuggire dalla prigionia in cui era reclusa.

Di come, seppur limitata nei movimenti, poco alla volta, anno dopo anno, secolo dopo secolo, come un cancro che si espande in un corpo sano passando di cellula in cellula, così lei riuscì a estendersi sotto la pelle della Foresta Scura.

Si diresse ovunque.

Le occorsero millenni per riuscirci, ma con i suoi aculei Gioturna scavò ogni giorno.

Lenta, costante, meticolosa, poco alla volta si allontanò dal vulcano e dalla Grande Madre.

Ovunque arrivasse quella belva, portava con sé l'unica cosa potesse dare al mondo: il Male.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora