Facendo fatica a credere alle parole del Taiciuto, Saaràn deglutì e fece il possibile per riordinare le idee.
Era stato tutto così veloce, che non era ancora riuscito a riprendersi dalla sorpresa.
Quell'uomo di ferro, quelle donne armate, quei lupi stesi ai loro piedi, tuttora non comprendeva come quella gente avesse potuto prenderli in trappola in quel modo.
Erano stati così rapidi e silenziosi, che nemmeno il Naaxia se ne era reso conto.
Era sbalordito dalla capacità che quelle persone avevano dimostrato di sapersi muovere sulle pietre.
Tutto era successo troppo velocemente, perché riuscisse a essere abbastanza lucido da sapere cosa fare in quel momento.
Aveva bisogno di tempo, per pensare e per ragionare sul da farsi.
Lui e i suoi, senza nemmeno rendersene conto, erano passati da essere sopravvissuti a Muu-Gol al trovarsi prigionieri di quella gente, tanto in fretta che qualunque pensiero di resistergli sarebbe stato inutile.
Fece cenno a tutti di restare calmi e di gettare tutte le armi che avevano ancora addosso.
In modo estremamente cauto, con due dita sfilò il pugnale dallo stivale e lo lasciò cadere ai suoi piedi.
La stessa cosa fecero Uleg e Omnod.
Vedendo gli uomini che si disarmavano, anche Helun sfilò dalla custodia il suo e lo gettò davanti ai piedi, in modo che fosse bene in vista.
Le armi a terra e le braccia alzate, ora erano disarmati, completamente alla mercé di quegli sconosciuti. Nessuno fiatava.
Aggressori e prigionieri si studiavano reciprocamente in silenzio.
A un gesto del uomo sulla rupe, in un baleno i quattro uomini di ferro in attesa appena fuori del carro scavalcarono la fragile barriera di rocce raccolte dai difensori e raccolsero le armi degli Un.
Si posero davanti al carro, dove fino a poco prima si erano riparati Saaràn e i suoi.
Ora erano veramente in trappola.
I lupi che erano con loro non si mossero da dove si trovavano, controllando l'ingresso della valletta dall'esterno.
La mandria, già in allarme per l'odore di lupi che avvertiva nell'aria, vedendo comparire all'improvviso i quattro Togril si mosse nervosa e si spostò più che poté verso la parete in fondo.
Senza un'apparente motivo, uno dei quattro guerrieri in armatura si gettò su Omnod e con lo scudo spinse malamente avanti il giovane Scengun che per un attimo parve rivoltarsi, ma a un gesto di Saaràn l'Un si fermò.
L'uomo di ferro brandiva con decisione la spada ed era pronto per usarla contro il soldato.
Il Konghirato gli ubbidì e si trattenne, nonostante avesse gli occhi pieni di rabbia e fremesse dalla voglia di ribellarsi.
Entrambi sapevano che in tutta l'Urdu del Khan, a eccezione forse del Naaxia, nessun altro guerriero Un avrebbe sopportato un simile affronto e avrebbe attaccato con qualunque cosa avesse avuto a disposizione.
Si fosse trovato in altre condizioni, probabilmente Omnod avrebbe aggredito a mani nude i nuovi venuti e sarebbe stato un massacro, ma per fortuna l'autorità che il Naaxia aveva su di lui lo trattenne.
"Omnod, vai a sederti al focolare e non ti muovere per nessun motivo!" gli ordinò Saaràn duramente, senza perdere altro tempo.
Ne andava della vita di tutti e non poteva permettere che accadesse.
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OCCHIO LIMPIDO
FantasyPuò un uomo solo cambiare il destino di un'Orda intera? È quello che proverà a fare Saaràn, il Naaxia, il Cercatore di Strade, il derelitto, l'escluso, l'ultimo degli ultimi tra gli Un. Ottavo discendente di Sangun il Traditore, guidato dalla Sua Si...