14) LOCUSTE

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Il primo a cui venne detto di arrampicarsi lungo il sentiero dietro alle Togril, fu Saaràn.

Helun, seduta alle sue spalle sul groppone del cavallo che li portava entrambi, si teneva talmente avvinta ai suoi fianchi da togliergli quasi il fiato.

Come quasi tutti gli Un, anche lei soffriva di vertigini e aveva iniziato a stringere gli occhi poco tempo dopo essere partiti, man mano che vedeva il precipizio farsi sempre più alto.

Benché esso fosse in parte coperto alla vista della donna dai rami intrecciati delle piante sistemate lungo il bordo del sentiero, ciò che lei vedeva tra uno spiraglio e l'altro, era più che sufficiente per farla inorridire e gemere di spavento.

Egli aveva provato a rassicurarla, ma ogni suo tentativo fu reso vano dal timore che la donna provava ogniqualvolta scorgeva il vuoto, distante poco più di un passo da sé.

Dopo poco Saaràn sospirò, rassegnato ad avere nuovamente le costole indolenzite per qualche giorno, visto che sapeva che cercare di tranquillizzarla davanti a quel burrone sarebbe stato tutto tempo sprecato.

Fin da piccola sua moglie non si era mai allontanata dalla pianura e l'unica elevazione che fino ad allora aveva conosciuto, erano i piccoli poggi presenti nella Steppa che difficilmente superavano le venti Tese di altezza.

Se lei ora aveva paura, egli poteva comprenderla e sapeva che avrebbe potuto fare ben poco per aiutarla, perché il timore per il vuoto non le sarebbe passato tanto facilmente.

Lui in passato aveva già scalato dei monti, ma la donna stava scoprendo solo allora cosa fossero le vertigini.

Preoccupato per i figli, Saaràn si guardò alle spalle per vedere come se la cavavano.

Dietro al Tarpan dei genitori salivano prima Saryn e poi Gerel, uno su un morello e l'altra su Filli.

Fece un cenno a entrambi, accompagnandolo con un debole sorriso d'incoraggiamento.

"Come va?" domandò, tentando con questo di alleviare la tensione che vedeva trasparire dagli occhi dei due bambini, malgrado ciò vedeva chiaramente che entrambi si reggevano al pomolo della sella per timore di cadere.

Anche loro era ben poco rassicurati da quello che vedevano oltre le frasche e lui non sapeva cos'altro fare per tranquillizzarli, se non tentare di mantenere la calma egli stesso.

I due, vedendolo sorridere, lo ricambiarono con un cenno veloce.

Parzialmente rassicurato da quei gesti, Saaràn notò che per fortuna i Tarpan che i due figli cavalcavano parevano molto più tranquilli dei cavalieri.

Filli, la giovane pezzata di Gerel, s'inerpicava senza fatica alcuna lungo al sentiero, con lo sguardo fisso a terra e a dove metteva gli zoccoli.

La cavallina annusava di quando in quando il selciato e i muretti che costeggiava, all'apparenza per nulla infastidita dal precipizio che le si apriva al fianco.

Anche il morello di Saryn non dava cenni di nervosismo, camminava lento e costante, mantenendo senza fatica il passo della colonna.

Saaràn annuì soddisfatto.

Sapeva che il figlio avrebbe preferito affidarsi a Bor, il suo pezzato grigio e nero con il quale aveva maggiore affiatamento, ma purtroppo non c'era stato il tempo di prepararlo e il Tarpan al momento era portato al traino da uno dei Togril che li seguivano.

Gli fece un cenno d'incoraggiamento in modo che lo sentisse vicino, perché temeva che tra i due, sarebbe stato lui quello che avrebbe avuto più problemi ad andare avanti.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora