3) L'UOMO DI FERRO

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Quell'uomo era alto quasi quanto lei seduta a cavallo e la fissava in silenzio.

Colta nuovamente di sorpresa dall'improvvisa apparizione, Gerel spalancò gli occhi dallo spavento e rimase senza fiato.

Ogni parte di quel corpo immenso era rivestito di lame metalliche sottili e flessibili, perfettamente adatte a seguire il movimento degli arti.

Non un solo centimetro di pelle restava esposta e indifesa.

Il guerriero che l'aveva bloccata si nascondeva dietro un lungo, curvo scudo di metallo, completamente liscio e lucente sulla superficie. Impugnava una breve spada dalla lama a due tagli che terminava in una punta affilata e minacciosa.

Un elmo alto, circolare e piatto sulla cima, con strette fessure scure che parevano vuote, le impedì di vedere gli occhi di quell'uomo.

Una lamina verticale arrotondata sporgeva come un naso tra le fessure degli occhi dalla cima al fondo dell'elmo e, al posto della bocca, piccoli fori nel metallo ad ogni respiro emettevano un sibilo roco e aspro.

Quella visione improvvisa e orribile luccicava sotto i raggi del sole e, restando perfettamente immobile davanti a lei, le impediva di proseguire sbarrandole la strada.

Filli, al vederlo comparire all'improvviso, s'imbizzarrì e per poco non la sbalzò a terra.

La bambina si resse a fatica in groppa aggrappandosi alla sella e stringendo le ginocchia con tutta la forza che aveva nelle gambe.

In qualche modo riuscì a tenersi in equilibrio e rimanere sul dorso, ma per la paura urlò con tutta la forza che aveva in corpo e il suo grido fece sollevare un poco lo scudo del misterioso avversario.

Spaventata Filli scartò di lato.

Per lo scossone improvviso il lupo sulla slitta uggiolò di dolore e la cavalla minacciò di partire al galoppo, scalciando e spostandosi da una zampa all'altra con fare minaccioso.

La giovane Tarpan sbuffò e nitrì innervosita dalle strane presenze che avvertiva attorno a sé, dilatando le froghe e fremendo con occhi sbarrati dal terrore.

Facendosi forza per non cedere al panico, Gerel fece il possibile per tranquillizzarla, anche se la sorpresa era stata troppa anche per lei.

Era stata colta alla sprovvista un'altra volta e ora si trovava impreparata a reagire.

Non sapeva cosa fare, se non trattenere la cavalla.

Si guardò attorno, alla ricerca di una qualunque via di fuga, ma non ne vide nessuna.

Se non avesse avuto la slitta attaccata alla sella avrebbe potuto far voltare Filli e fuggire veloce, tuttavia i lunghi pali di legno la bloccavano implacabilmente sul posto.

Si sentiva in trappola e quando vide l'uomo di ferro fare un passo in avanti, strillò nuovamente.

Fece per scendere da cavallo e scappare a piedi, ma poi pensò a Filli, al lupo, non poteva abbandonarli.

Stringendo i denti si trattenne dal piangere.

Sollevò la fronte pronta a tutto, quando, sbucando dal nulla, tra le alte erbe comparvero due Tarpan spinti al galoppo da cavalieri che urlando come ossessi si gettarono di slancio tra la bambina e l'uomo di ferro.

Il misterioso aggressore non li aveva sentiti arrivare e non era pronto ad affrontarli.

Sorpreso a sua volta dai nuovi venuti, egli s'immobilizzò dove si trovava e alzò lo scudo per fronteggiare i nuovi venuti.

La spada luccicò minacciosa spuntando oltre lo scudo, pronta a colpire come un pungiglione micidiale.

Spostò indietro una gamba e sollevò ancora lo scudo, ma prima che l'uomo di ferro potesse terminare di posizionarsi in difesa, Saaràn, brandendo alta la spada e urlando come un folle, spinse avanti il suo Tarpan e lo investì in pieno, mandando il cavallo a scontrarsi con tutto il suo peso contro lo scudo.

OCCHIO LIMPIDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora