Family.

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Family.

(Dean POV)
La stanza era ancora buia e gli occhi chiusi quando zio Bobby iniziò a chiamarmi in continuazione, dopo la morte dei miei genitori lui si era preso cura di me e di mio fratello Sammy e ora, come ogni mattina, me lo ritrovavo a farmi la ramanzina che è tardi per andare al college e che la notte precedente ero tornato troppo tardi a casa. Scusa zio, ero a lavoro, sai, mi pago la retta universitaria per me e mio fratello!
"Arrivo!" Urlai appena sentì la maniglia della porta aprirsi leggermente. Sentì i suoi passi dirigersi verso la camera di mio fratello, a lui non c'era motivo di urlare così tanto, sicuramente stava già sistemando la cartella e si era messo la divisa scolastica, anzi conoscendolo aveva anche una brioche in mano mentre faceva tutto quello insieme.
Mi alzai a sedere e a tentoni aprì la finestra: bene, pioveva e tutto il lavoro per lucidare la mia deliziosa Impala e renderla nuova per far colpo sulle ragazze era andato in fumo.
"Il buon giorno si vede dal mattino, dicevano!" Dissi a me stesso.
Andai nel bagno e 20 minuti dopo uscì vestito di tutto punto: Giacca nera, camicia bianca e cravatta rossa scura bassa. I pantaloni beige chiari e le mie amate vans grigie, in realtà avevamo anche le scarpe come divisa, ma odiavo letteralmente quei mocassini neri da figlio di papà e poi anche le mie Vans assomigliano a dei mocassini, diamine!
Presi la tracolla rossa scura come la cravatta e scesi le scale frettolosamente, eravamo in ritardo di 10 minuti e ce ne volevano già 20 ad arrivare al college. Presi anche lo zaino di mio fratello, misi in entrambe una bottiglietta d'acqua e i sandwich che lo zio aveva preparato per noi, nonostante sapesse che al college c'era la mensa.
Presi le chiavi e feci cenno a quel cretino di mio fratello di seguirmi, era ancora intento a mangiare i suoi pancake con mirtilli ed io stavo per avere una crisi di nervi ad immaginare le varie vie percorribili per arrivare presto al college. Se solo avessi la mia figlia con me... Dio, quanto era bella! Sicuramente l'avrei rivista sta sera, ma nessuno mi aveva aggiornato riguardo a cosa e quando ci saremmo riuniti.
"Dean, il cellulare! Credo che Lisa ti abbia chiamato ieri sera, ma con sti cosi tecnologici non vado d'accordo, lo sai!" Fece con un qualcosa che sotto la barba assomigliava a un sorriso. Mi passò il cellulare con qualche dollaro per entrambi, sapeva che avrei pagato la mensa per me stesso e Sam, ma comunque ci teneva ad assomigliare al padre che non avevo mai avuto. È straziante come zio lo ricordasse così chiaro e divertente e io così sfocato, per non parlare del fatto che Sam non lo avesse mai conosciuto. "Comportatevi bene."
"Ok, la richiamo mentre vado all' università. A dopo Bobby!" Uscì dalla porta sul retro e mi diressi verso il parcheggio. In realtà tra l'officina e le nostre macchine non c'era molta distanza, tempo al tempo e si sarebbero unite.
Ridacchiai a quel pensiero e anche al borbottio di Bobby che si lamentava sulla nostra poca delicatezza riguardo il salutarlo. In realtà sapevo che gli mancavano i tempi in cui ci aggrappavamo alle gambe e doveva scollarci con un ghiacciolo alla menta o qualche caramella gommosa.
La strada che portava all' università era fortunatamente deserta, o quasi, dovetti inchiodare alla vista di un auto della polizia sul lato della strada e mio fratello, che ripassava matematica, quasi non si spiaccicò contro il cruscotto. Slittai leggermente, ma ripresi il controllo ancor prima che loro potessero vederci. Ero decisamente sopra la massima, forza dell'abitudine!
Girammo l'angolo ed ecco la mia croce: Texas Tech University di Lubbock, l'unica che avesse ingegneria, il mio indirizzo, e giurisprudenza, quello di Sammy. Per un fattore di comodità ci iscrissimo insieme, in modo da risparmiare su iscrizione e trasporto. Non guadagnavo abbastanza per permettere a Sam di andare all'Università più lontana.
L'università aveva uno stile classico, ricordava vagamento quello delle case in Inghilterra a detta del prof di arte, forse per i tetti spioventi e rossi e le scale che sembravano quasi principesche. Prima dell'entrata c'era un enorme viale con prato e scale che portavano a tre porte di tre sezioni alte e grandi. Tutta l'architettura aveva un non so che di elegante e le matricole, come mio fratello, ebbero un attimo di timore nell'entrarci, quasi non fossero all'altezza.
L'unica cosa positiva era che arrivammo all'università prima del previsto ed entrai con un paio di alunni in ritardo di classi diverse dalla sezione sinistra: Sam andò verso la sua classe, l'aula di diritto, e io all'aula di storia in fondo alla scuola. Me la presi con calma e percorsi i lunghi ed enormi corridoi, c'era silenzio, rotto solo da qualche urlo di qualche professore verso chissà chi. Ecco, urlo, se non avessi mandato un messaggio di scuse a Lisa mi avrebbe urlato contro fino alla morte!
-Buon giorno amore, ieri ero a lavoro. Se tutto va bene, ci sentiamo questo pomeriggio. Ti amo.
Inviai. Sul serio avevo scritto quel "ti amo"? Scoppiai a ridere da solo e dopo aver percorso una lunga fila di armadietti verde acqua e bagni dalla dubbia sanità, arrivai alla mia classe senza neanche essermi preso il disturbo di prendermi i libri di storia.
Questa volta la professoressa Abbadon mi avrebbe decapitato! Certo, però, che avrei avuto una bella visuale prima di morire, se non fosse che non mi ha dato nessun cenno di interesse, me la sarei fatta e fanculo rapporto alunno-insegnante.
Bussai ed entrai nella classe con il mio solito fare ammiccante.
"Ammetetelo, vi mancavo!" dissi e mi diressi al mio posto, affianco a Kevin.
Kevin era il mio migliore amico, ci conoscevamo dalle elementari e sapeva tutto di me... Forse troppo. Conosceva la storia della mia famiglia e sapeva ogni cosa sul mio carattere, sul mio fare impulsivo e quanto amassi la mia vita un pò così, alla leggera. Nonostante questo, mi è sempre stato vicino e mi ha accettato in tutto, così come io accettavo la sua ossessione verso ogni cosa dall'aspetto nerd. Prima di sapere dell'omosessualità della professoressa Charlie, ebbe una cotta per lei proprio per la sintonia che avevano nel parlare di certe cose.
"Winchester è la quinta volta che arrivi in ritardo alla mia lezione, che scusa hai oggi?" urlò sbattendo i libri, anzi mattoni, di storia.
"Uhm... Il cane mi ha rubato le chiavi dell'Impala?" chiesi ironico e la classe scoppiò a ridere. Rubai un foglio dal quaderno del mio compagno di banco e iniziai a scrivere le parole chiave di quella lezione di storia. Mi bastava poco per creare un discorso da 8, in questo dovevo ammettere di esser bravo.
"Prima è venuto il preside" fece Kevin in un sussurro. "Abbiamo un nuovo professore di letteratura."
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Le lezioni continuarono tranquillamente come sempre, avevo passato la lezione di matematica ascoltando gli AC/DC perchè avevo litigato con la professoressa, quella stronza mi abbassa la media per un errore nel compito! Un errore, neanche fosse grave! Mi stava mandando dal preside, ma a una certa ho acceso il computer che ci avevano dato in dotazione all' inizio dei corsi e feci finta di prendere gli appunti: in realtà ripetevo chimica, neanche se mi impegnato riuscivo a capirla, alla fine imparavo tutto a memoria. L'unica materia per cui mettevo i libri sotto al mio viso.
Entrai con Kevin in mensa e tra i tavoli celesti intercettammo la coppietta felice di mio fratello e Jessica e dovemmo passare dal tavolo del club di letteratura femminile, una di quelle aveva una cotta per me, ma aveva 5 anni in meno di me e per giunta la mia reputazione ne avrebbe risentito se avessi passato una notte con "miss io amo i romanzi d'amore.". Non mi andava di rompergli il cuore e vederla piangere ogni qualvolta mi guardava passare, anche io ho un cuore... Sotto strati e strati di odio sociale. Mi chiedo se nei suoi libri ci sono i fighetti che si fanno tutti, ogni ragazza o ragazzo con cui andavo a letto sapeva che il giorno dopo sarebbe finita, l'unica a non saperlo era Lisa a quanto pare.
Sorrisi a quel pensiero e mi sedetti al fianco di Jessica.
"Buon giorno, piccioncini!" feci e presi il mio pranzo dalla tracolla: due sandwich tonno e formaggio, zio Bobby sapeva come viziarmi. "Sei ancora decisa a uscire con Sam o vorresti provare qualcosa di migliore?" chiesi scherzando e facendo l'occhiolino alla bionda.
"Sei ancora deciso a esser un idiota o vorresti provare qualcosa di simile all'intelligenza?" Ribattè.
C'era uno strano chiacchierio intorno e iniziai a pensare che la situazione si stesse agitando a causa del nuovo professore, Kevin mi aveva detto che a quanto pare era un tipo strano, ma dannatamente bravo in quello che faceva.
Alzai la testa verso la mensa e vicino alla frutta c'erano due ragazze che guardavano un signore alto e ben composto, non lo avevo mai visto e arrivai alla conclusione che fosse lui. In mano aveva un computer e una mela rossa, lo vidi dare uno sguardo alla mensa e agli alunni, poi ridere di qualcosa che avevano detto le ragazze.
Dio... I suoi occhi erano innaturali.  

Nota: Questa fanfiction è stata  scritta a 4 mani. Dean viene scritto da Destockles (LoveAlwaysAndForever su EFP // http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=632475 ) e Castiel viene scritto da Destiel87 ( https://www.wattpad.com/user/Destiel87 // http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=6571 )

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