Temptation.
(Dean POV)
La strada di ritorno sembrava più lunga rispetto all'andata, forse per la stanchezza o la voglia di tornare a casa nel mio caro letto, ma certamente mi sentivo il peso che portavo sulle spalle molto più leggero rispetto a prima: il primo giorno son stato a dormire e quello dopo sono andato al cimitero mattina e pomeriggio per salutare i miei e leggere qualche passo di quel libro. Alcune volte pensavo che fosse davvero stupido pensare che loro potessero sentirmi, eppure quella era la mia unica consolazione nelle difficoltà. C'erano giorni in cui stavo con mia figlia e continuavo a parlare di loro, come se lei potesse capirmi.
Mi misi a ridere a quel pensiero e dopo le estenuanti ore di viaggio mi parcheggiai nel garage di Bobby, sicuramente era nell'officina con qualche cliente. Scesi dalla macchina e presi lo zaino sulle spalle, dopo di che entrai e vidi Benny chino su un auto e Bobby osservare la situazione in un altro, mi avvicinai dando gentilmente il buon giorno e senza disturbare guardai i due uomini discutere.
"Scusa zio se interrompono." feci posando lo zaino a terra e prendendo lo straccio "secondo me, è un problema di candele."
"Ci vorrà qualche giorno." concluse zio Bobby "Non ho al momento il materiale e il mio rivenditore di fiducia è a qualche ora di distanza da qui."
Il cliente segnò il giorno di ritiro sull'agenda e salutò con cortesia sia me che il maestro in questo genere di cose, poi appena uscì zio mi guardò e sorrise, di quei sorrisi così gentili da farmi pensare che per tutto il viaggio non ha fatto altro che pensare a me e a quello che potesse essermi successo nelle ore in cui non lo chiamavo. Squillò in cellulare nello zaino e quando vidi il nome di Lisa, la speranza di vedere un nome diverso svanì di colpo, mentre zio divenne serio: mi prese la mano con uno strattone e potei vedere la sua rabbia negli occhi, conoscendolo pensava avessi fatto una rissa per quei tagli sulle mani.
Gli spiegai velocemente della tomba e per tutto il tempo non volle guardarmi negli occhi, forse non voleva vedere che entrambi avessimo gli occhi lucidi, poi gli dissi di voler andare a dormire.
Entrai in camera e mi stesi sul letto tutto vestito come ero, poi presi il cellulare e misi silenzioso alle chiamate e messaggi, entrai nella chat di Castiel e pensai a qualcosa da scrivergli.
Erano le 10 di mattina, mi ero messo in viaggio all'una di notte, alle 16.20 del pomeriggio dovevo andare a scuola per le lezioni pomeridiane e nonostante la stanchezza ero con gli occhi mezzi chiusi a pensare cosa scrivere al mio professore.
Mi addormentai con il telefono in mano e la chat aperta.
Quel viaggio mi aveva cambiato decisamente, forse era davvero arrivata l'ora di abbattere le mie barriere nello stesso modo in cui lo facevo guardando le foto dei miei genitori.
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Entrai a scuola con la tracolla e con l'uniforme scolastica, anche se l'idea di mettere la cravatta mi scocciava e la lasciai un pò lenta: mi rendeva decisamente un cattivo ragazzo e lo sarei stato dopo questi 3 giorni senza Castiel. Ok, forse sto esagerando, ma addormentarmi con lui nella mente non aiutavano di certo i miei ormoni già impazziti per i suoi occhi celesti.
Spinsi la porta senza bussare e sorrisi al mio caro professore.
"Buon pomeriggio"
"Avresti dovuto bussare." fece lui serio e mi scrutò, sembrava cercasse di capire come stavo.
Stavo bene, ricordavo quel momento come un bel viaggio e non avevo nessun rimpianto se non non esserci andato più volte, era liberatorio parlare con loro e sentirli vicini dopo quello che era successo, era come se fossero lì al mio fianco e mi dicessero che andava tutto bene ed erano fieri di me, anche se ero un irresponsabile a fare certe tipo di cose. Ne ero cosciente.
"Ma poi non sarebbe sorpreso di vedermi!" dissi facendo l'occhiolino.
Mi misi al mio posto a fianco a Kevin e lui mi chiese dove fossi finito, mentì dicendo che stavo poco bene e che non avevo la forza di muovermi neanche dal letto: non mi andava di spiegargli del perché fossi andato in Kansas City, non sarebbe stato il forte Dean Winchester a parlare, ma qualcuno mi molto più fragile.
Alzai lo sguardo al prof e gli sorrisi mordendomi le labbra, i miei occhi erano fissi sui suoi, poi cadevano alle sue mani che mentre spiegava gesticolavano con una penna tra le dita. In quel momento mi venne un idea, diceva che gli mancavo a lezione, cioè non lo aveva detto, ma lo sapevo e in quel periodo usciva un film di nome Magi, a quanto pare era un mix di esorcismi e varie scene cruente e splatter.
Finì subito la lezione e quando gli studenti furono quasi del tutto usciti, mi avvicinai a Castiel.
"Castiel, pensavo che magari noi due potessimo uscire questa sera. Al cinema danno un film abbastanza bello" dissi, avvicinandosi a lui con un sorriso. L'aula ormai era vuota. Posai la mano sul suo fianco e fissai le sue labbra, mordendomi le mie."E poi so che le son mancato!"
Il professore guardò altrove e prese la sua borsa tra le mani, fece per andare via, ma lo bloccai con l'altra mano sul fianco.
"Passo a prenderla alle 8!" sussurrai e scivolai le labbra sulla sua guancia, fino alla mascella contratta. Gli diedi un bacio appena dopo, stringendo i fianchi e sentendolo irrigidirsi sotto il mio tocco, poi scesi più in basso e gliene stampati un altro, sfiorandolo con la lingua. Mi spinse via, guardandomi con un sorriso mal trattenuto e le guance paonazze.
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...