I can't.

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I can't.


(Dean POV)
Percorsi così tanta strada che forse mi dimenticai anche dove fosse il B&B dove avevamo prenotato, ma non importava perché Castiel questa volta l'aveva fatta grossa: Nessuno doveva anche sol sfiorare con il pensiero i miei genitori.
Tutto quello che era successo a loro, è successo per quel cortocircuito di merda che vicino la poltrona in pelle sintetica di papà. Noi dormivamo e quando ci svegliammo ci trovammo le fiamme a due passi dal letto, io mi alzai e scoppiai a piangere, ero così piccolo che quando sentì le urla disperate di mio fratello andai dai miei, ma una porta in fiamme cadde nel corridoio bloccando il passaggio. Iniziai a tossire e decisi di andare da mio fratello, ricordo che una volta mia mamma mi insegnò a prenderlo in braccio, e rifeci tutti i gesti anche se dovetti prendere una sedia per arrivare alla culla e poi scendere a terra.
Iniziai a scendere le scale, nonostante gli anni passati ricordo ancora le urla nelle mie orecchie, poi un uomo, un pompiere mi prese violentemente insieme a Sammy, mentre altri correvano nelle altre stanze. Ripetevo al signore che c'era mamma e papà e lui diceva a me che andava tutto bene, mettendo una mascherina a me e mio fratello per farci respirare credo.
Una volta fuori vidi zio Bobby, che tra l'altro era il nostro vicino di casa, correrci incontro e piangere stringendoci forte.
Non ho mai saputo esattamente come sono morti e neanche volevo saperlo forse, ho già gli incubi così, non vorrei immaginarli in quel modo.
Arrivai in un vicolo buio, ormai stava tramontando e tutta la rabbia stava evaporando in una disperazione che non ero pronto ad affrontare, mi sedetti sul un gradino di una scala e mi aggomitolai, scoppiando a piangere, senza trattenere nulla, anche se ci provassi mi farebbe solo star peggio.
Dopo qualche minuto mi calmai ed andai in un bar, non riuscivo a guardare nessuno in volto e l'unica cosa che riuscivo a pensare era che io avrei potuto perdere Jack e Cas, per non parlare di Sammy, Jody e Bobby. Loro erano la mia famiglia e farei di tutto per loro, qualsiasi cosa, ma non poteva dirmi di mollare la cosa che amo di più al mondo, un pezzo della mia vita, e continuare a vivere normalmente, tra l'altro lui non sapeva nulla di quella storia, per Cas era solo correre e guadagnare, mentre io ero tutta un altra cosa: Io ero un sacco di soldi per loro, non potevo mollare di colpo o il professore sarebbe stato avvisato di un omicidio.
Mi sedetti al bancone e ordinai una birra, quando finì, passai ai superalcolici. Avrei voluto quanto prima non pensare a nulla, parlare con qualcuno, avrei voluto sentire il parere di qualcuno che stesse fuori da questa storia e per un attimo pensai a Sammy, poi a zio Bobby, ma tutto svanì con un altro sorso di non so quale merda.
"Giornata pesante eh!" Disse una ragazza al mio fianco.
"Non sai quanto!" Dissi bevendo ancora, forse stavo esagerando, eppure non riuscivo a smettere. Volevo solo tornare da Cas, crollare nel sonno, poi il giorno dopo litigare di nuovo per la mia sbronza e andare a casa.
Non volevo vederlo, volevo tornare nel mio letto e ricevere uno di quei abbracci di Jody, anche se non glielo avrei mai chiesto. Volevo studiare qualcosa che non mi ricordi lui, volevo non avere tutto questo in testa, volevo smettere con tutto perché tutta questa responsabilità mi stava uccidendo: Famiglia, lavoro, Sammy che non so che cazzo fa, Cas, gli esami... Non ce la facevo più!
Avevo bisogno di aria e forse l'alcool mi sarebbe bastato.
"Deve essere grave se già alle 8 di sera sei ubriaco!" Disse lei ridacchiando e riempì il mio bicchiere per poi bere da lì stesso.
Mi guardò e mi accorsi di che bellissima ragazza avessi al mio fianco: Era formosa con una coda rossa fuoco, probabilmente erano tinti perché era innaturale un rosso così forte. Sul braccio aveva un tatuaggio, una specie di bambolina voodoo trafitta in cuore, e indossava una maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloncini. Un bel bocconcino!
"Non sono ubriaco." risposi in tono calmo, presi un altro sorso dal bicchiere che aveva pieno la ragazza e sentì squillare il telefono.
- Tesoro, non volevo... Io non volevo dire quello, solo che... Ti prego torna... Sono al B&B...
"E non voglio parlare di questa giornata." Aggiunsi poi spegnendo il telefono.
La guardai e mi sorrise, iniziammo a parlare un po' di noi e quando il locale divenne un inferno di chiacchierii vari, presi la bottiglia mezza vuota e da gentiluomo pagai per entrambi. Gli chiesi se volesse far quattro passi, siccome mi stava tirando su di morale con i suoi racconti strambi e lei accettò. Ci sedemmo insieme in una panchina del parco lì di fronte, sembravamo due ubriaconi nel pieno della notte, poi tutto precipitò: Ci guardammo e scoppiammo a ridere perché avevamo finito la bottiglia in neanche 20 minuti, se poi pensi che fosse un superalcolico e probabilmente saremmo finiti a vomitare l'anima dopo qualche ora dopo, allora si che diventava tutto più comico! Ma non fu quello il crollo, il parco era praticamente abbandonato da anni e vidi lei avvicinarsi con quell'aria sicura di se che mi faceva impazzire nelle ragazze.
Mi baciò decisa e si sedette sulle mie gambe, avrei dovuto respingerla, ma l'alcool mi aveva annebbiato completamente la mente e la sola cosa che feci fu quella di avvicinarla e guidarla nel muovere quei perfetti fianchi. Scesi le mani sul suo fondoschiena stringendolo, poi salì sopra la schiena ansimando quando quando lei iniziò a baciarmi il collo e le sue mani iniziavano a toccarmi tra le gambe: Dannazione, mi faceva perdere del tutto il controllo così e mi piaceva, dio se mi piaceva!
Non potevo credere di star tradendo Castiel...

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