Smile.

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Smile.


(Dean POV)

Non ho mai capito cosa fosse successo quella sera quando iniziai a bere con il professore, non che ricordassi molto, ma certamente era successo qualcosa che ha cambiato il nostro modo di vedere le cose: io non smettevo di pensarlo, era quasi impossibile gestire Lisa, la mia vita, le mie conquiste tenendo solo in mente quei occhi celesti e il suo sorriso, soprattutto se provocato da qualche messaggio bizzarro che gli mandavo. Tra l'altro non smettevamo di parlare e lui era il solito idiota a non ammettere di volermi, più che altro, da quello che avevo capito, lui non voleva aver degli appuntamenti con me perchè pensava volessi solo portarmelo a letto ed aveva ragione: non sono mai stato capace ad essere fedele, ma forse se trovassi qualcuno di abbastanza coraggioso da aver pazienza con il mio muro, con la mia poca fiducia del genere umano, forse, e ripeto forse, c'è l'avrei fatta.
La lezione era quasi finita, mancavano 10 minuti per il suono della campanella ed io ero preso dalla lettura dei primi righi di Romeo&Giulietta, mentre la classe faceva le ultime domande. Kevin, invece, era preso dal suo monologo da voler trovare una Giulietta per la festa a fine settimana ed eventualmente anche per il prom.
"Professore" chiamò una la ragazza alla mia sinistra, credo che si chiamasse Barbara. La cosa sicura era che me l'ero spassata con lei e che lei, ora come ora, fosse perdutamente innamorata di Castiel, il che mi dava stranamente nervoso. "Lei ha una Giulietta?"
Dovetti usare tutte le mie forze per non scoppiare a ridere, ma nonostante gli sforzi nel trattenerlo mi scappò un sorriso e guardai Barbara con la coda dell'occhio. Alzai lo sguardo al professore e mi accorsi che stava sorridendo anche lui con lo sguardo basso, imbarazzato da quella domanda.
"No, mia cara." disse poi alzando lo sguardo.
Presi il cellulare e feci per inviargli un messaggio:
-Ne sei proprio sicuro? Magari non una Giulietta, ma un Romeo di certo lo avrai se continui a sorridere così ;-)
Gli vibrò il cellulare, sorrise.
"Allora perchè è così felice quando le vibra il telefono, professore?" gli risposi con la mia solita malizia "Questo mi sembra un classico sintomo da ragazzino innamorato!"
Certo che ero davvero stronzo.
-Ti rammendo il fatto che la storia di Romeo e Giulietta è durata 3 giorni e ci son stati 6 morti ;-)
"Magari anche i professori hanno i loro segreti, Winchester"
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Il giardino del college era pieno come al solito ed io ero seduto su un gradino delle scale a sorseggiare una lattina di the fresco e a mangiare il sandwich con il mio gruppo di sventure di sempre, si parlava della festa e che quel genio di Charlie avrebbe procurato le chiavi della palestra a patto che non si sappia chi o come siano arrivate nelle mani di Jessica, se potessi l'avrei sposata quella donna per la sua genialità in queste cose.
"Spiegami come sarà, non ci hai anticipato niente" disse Sam stringendo dalle spalle la ragazza.
"Non è a tema, ci sarà musica, alcool e dei giochi a fine serata. Qualcosa di bello e semplice!" disse lei "Lo start sarà alle 22, ma certamente la vera festa inizierà alle 23, sapete come son ste cose!"
"Ruberò qualche bottiglia di non so cosa da zio e ve la porterò" feci io guardando Jessica con un sorriso. "Come nasconderemo il tutto?"
"In palestra e comunque nessuno se ne accorgerà" fece spallucce e diede un morso alla sua mela.
"Come fai a saperlo?" chiese Kevin che rileggeva freneticamente meccanica, avevamo un compito l'ora dopo.
"Bè, prendi uno scatolo e mettilo al centro di una stanza piena zeppa di persone: nessuno se ne accorgerà perchè a nessuno importa, troppo impegnati in altro per capire che succede, poi fai la stessa cosa in una stanza con 2-3 persone. Sicuramente ci vorrà poco prima che uno dei 3 si avvicini a capire che succede!" spiegò semplicememte il suo punto di vista. "E di certo questo college non ha 2-3 persone"
"Questi discorsi son proprio alla Sam, ora capisco perchè state insieme!" dissi ridendo.
Jessica mi fece una smorfia e io diedi un morso al mio sandwich, poi mi persi a fissare un punto indefinito del giardino: mi chiesi perchè ora stessi pensando a quando Castiel mi abbracciò e sentì il suo dolce profumo di dopobarba inondarmi la testa come una soave melodia, mi chiesi perchè mi piacesse così tanto quel contatto e cosa gli avessi detto nella sbronza, mi chiesi perchè desideravo che le sue labbra si posassero di nuovo sulla mia fronte e sentirle morbide e leggere, avrei voluto averle sulle mie labbra, diamine!
Non ricordavo nulla, ma sapevo che era stato un bel momento tra noi, che aveva decisamente cambiato il nostro punto di vista l'uno dell'altro.  

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