Monday.

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Monday.

(Dean POV)
Mattina presto, finalmente avevo fatto una nottata intera di sonno ed ero pronto ad andare a scuola in modo decente, per lo meno non mi sarei addormentato sul banco: Ero ancora iscritto solo perchè i miei ottimi voti impedivano l'espulsione.
Mi alzai ed entrai nel bagno subito dopo, notai allo specchio di avere un succhiotto sulla spalla e sul collo fatti sicuramente dalla cheerleader e mi appuntai mentalmente di dover evitare di uscir con Lisa a meno che non volessi morire di punto in bianco: lei era molto gelosa, forse per il mio carattere da donnaiolo o forse perchè gli faceva paura il fatto che fossi il suo primo ragazzo.
Uscì dal bagno 20 minuti dopo e misi la divisa, ero in orario perchè a prima ora avevo il signor Castiel io prendo la cannuccia in bocca come una pornostar Novak, tramite ai siti scolastici seppi anche il cognome, e volevo arrivare per primo per potergli dire alcune cose, forse con questo avrebbe accettato un appuntamento in futuro o avrei dovuto accettare la sconfitta e comunque avevo anche il suo test da dover fare, dovevo arrivare in orario.
Presi le chiavi dopo che Bobby mi avvertì che sta sera Jody avrebbe portato la pizza e avremmo mangiato insieme, salì in macchina con Sam e dopo pochi metri di strada interruppe Another One Bites The Dust: dovetti trattenere ogni mio istinto per non strozzarlo nello stesso modo in cui farebbe Homer con Bart.
"Allora?" Fece lui, alzando il viso da diritto e leggi costituzionali.
"Eh?" Risposi, non capivo cosa gli prendeva.
Mi fermai al semaforo e ne approfittai per guardare il suo viso e capire cosa volesse dire: stava sorridendo con fare curioso e mi osservava come se cercasse di capire cosa avevo in mente, poi continuò a guardare la strada. Eravamo quasi vicini a scuola.
"Tra e te e il professore? Non sono scemo eh!"
Ok, ora lo strangolo sul serio, pensai tra me e me.
Di colpo mi venne in mente il viso del professore e quel suo modo di fare che sembrava esser caduto dalle nuvole, non si accorgeva di quando il suo modo di fare era così dannatamente eccitante: La prima lezione che ebbi con lui, le sue parole, i suoi occhi così differenti dai miei e il carattere di qualcuno timido, ma anche sensibile e a cui importasse di tutti e sempre.
Sorrisi e mi mordicchiai le labbra cercando di non dare sospetti a mio fratello che affianco sistemava lo zaino e lo metteva dietro la schiena, subito dopo parcheggiai affianco ad una bici e corsi a lezione.
Dannazione, nonostante il mio impegno ad arrivare puntuale a quanto pare ero in ritardo. Mi sedetti e cacciai il mio astuccio e penna, senza dir niente il professore mi mise il test di fronte e io gli rivolsi un sorriso malizioso che guardò, potetti giurare di averlo visto sorridere imbarazzato mentre tornava alla cattedra.
Iniziai a compilare il test, era su un libro che ci aveva assegnato e che prontamente non lessi, fortunatamente però avevo un innata virtù a saper ascoltare e capire le cose e appena un ora dopo riuscì a finirlo. Diedi una lettura accurata di ogni domanda e in alcune dovetti prendere un foglio per fare una seconda parte della risposta perchè i righi non bastavano: a fine foglio misi la mia firma, come di abitudine ad ogni test e quando vidi di aver un foglio di carta straccia in più mi balenò un idea.
Lo presi e ci misi il mio numero di telefono con la scritta "chiamami.", poi lo piegai e sistemai ogni cosa per essere consegnata. Mancavano 10 minuti.
Alzai lo sguardo e guardai Kevin e i miei vicini impegnati allo scrivere, poi li fissai sul professore: si mangiucchiava le unghie mentre leggeva le risposte ai test di altre classi e ogni tanto correggeva qualcosa o cancellava, appoggiato con le gambe sulla cattedra come di abitudine. Alzò lo sguardo e gli sorrisi, poi portai la penna alle labbra e quando fu abbastanza vicina la avvicinai con la lingua e la presi tra i denti.
Fissò le mie labbra per tutto il tempo e subito dopo arrossì, dovetti trattenere una risata orgogliosa. Mi misi a disegnare sul banco, forse era meglio, e dopo poco suonò il cambio d'ora. Bene, il piano B doveva svolgersi ora.
Aspettai che tutta la classe uscì, cosa che si svolse in qualche minuto, e solo allora mi accorsi che tutto girava a mio favore, ovvero durante il compito il prof pensò bene di chiudere la porta per non avere distrazioni, così come lo pensò l'ultimo alunno che uscì. Grazie, chiunque tu sia.
Mi avvicinai a Castiel, dopo aver preso la tracolla. Pensai bene di star ben vicino al suo corpo e posare i fogli al suo fianco.
"Spero che le... piaccia il testo che ho svolto." dissi pensando ogni parola. "Sono sicuro che ci troverà qualcosa di interessante." sorrisi a due centimetri da lui.
Mi stava fissando gli occhi, ma poi le labbra si aprivano appena e i suoi occhi cadevano sulle mie. Come potevo resistere? Misi la mano sul suo fianco e lo avvicinai a me, non opponeva resistenza, ma aveva spostato lo sguardo per evitare di baciarci. Bene, mi stava offrendo il collo e le sue orecchie. Sarebbe stato perfetto.
Posai la punta del naso sul suo collo ispirando profondamente e risalendo all'orecchio, lo sentì sobbalzare appena la mia mano strinse ancora di più il fianco e sorrisi. Se solo fosse stato in un altra stanza io...
"L'altro giorno ero con la mia ragazza e ti ho pensato Castiel..." sussurrai vicino al suo orecchio.
"Perchè?" chiese balbettando "è una lettrice anche lei?"
"No, in realtà stavamo scopando... E avrei voluto te sopra di me" sussurrai piano "A muoversi e-" Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e mi scostai subito guardandolo con voglia. Mi morsi le labbra quando lui mi guardò e feci per andare, appena la porta di aprì. "Le auguro buona giornata professore, immagino che le piacerà il mio test. Buon giorno Charlie!" aggiunsi poi.  

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