You're the only exception.

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You're the only exception.


(Dean POV)
Chiusi il frigo e mi voltai aspettando a braccia conserte che Castiel venisse da me, quando poi lo vidi mi guardò dall'isola che divideva cucina e salone, si sedette su uno sgabello e mi osservò seriamente.
Dentro di me provavo un misto di rabbia e delusione per un gesto così infantile da parte di un uomo che ritenevo adulto e che soprattutto mi aveva insegnato cose che neanche consideravo: era andato da Lisa e gli aveva chiesto una torta, ma se questo fosse solo la copertina di qualcosa di molto più grande? Che si erano detti?
Castiel mi avrebbe messo nei guai con lei, ne ero più che sicuro, non che questo mi dispiacesse, anzi in questa settimana l'ho odiata. Ho passato giorni interi a fissare la chat di Castiel e mi ribolliva il sangue quando al posto del suo nome, compariva quello di Lisa o quando suonava la chiamata e io gliela rifiutato. Sembravo un cazzo di adolescente in crisi per il proprio ragazzo e di questo Jody se n'era accorta tanto che mi disse di confidarmi con lei. Roba da pazzi!
"Allora? Dammi una spiegazione." sbottai nervoso.
"Volevo vedere cosa aveva di così speciale questa Lisa." fece con gli occhi fissi su di me. "Dovrà avere pur qualcosa che io non ho se ci tieni-"
"Lo sai che io non ci tengo a lei." urlai, anche se non volevo. "Tengo molto di più a te!"
Alzai gli occhi al cielo a sentire quelle parole uscire spontaneamente dalla mia bocca, mi morsi le labbra e ripresi le robe che mi aveva tolto di dosso all'entrata, poi mi sedetti sul bordo del letto e iniziai a rivestirmi.
Castiel mi seguì e si posò sullo stipite della porta.
"Ci tieni a me, però stai con quella." osservò.
Sbuffai e misi la felpa e i jeans, questa conversazione non sarebbe stata un bel pensiero per la mia gara e di certo non volevo di nuovo finire come l'altra volta. Penso che mi sarei distratto con qualcuno dopo aver vinto, almeno sia uno che l'altro avrebbero smesso di inondarmi la mente su quello che devo o non devo fare.
"E tu con la stronza rossa." urlai ancora. Non capivo perché mi dava così sui nervi che quella stesse sempre culo e ciccia con il mio professore, in fondo non stavamo insieme e ognuno era libero di fare quel che voleva.
Misi le scarpe e presi il cellulare, Castiel mi fissava accigliato, come se quello che avevo appena detto non aveva alcun senso, poi si avvicinò a me.
"A differenza tua, non riesco a star con qualcuno se ho la mente fissa su di te." disse, lasciandomi di sasso. Davvero non pensavo che io potessi far tutto questo casino nella vita di qualcuno e pensai davvero che quella frase che mi disse al nostro primo bacio fosse vera, i sensi di colpa mi stavano mangiando lo stomaco ora. "Ora, mio caro Romeo, scegli: o me o lei. Io non voglio continuare così e non ti voglio in casa mia se poi devo vederti sempre scegliere lei. Se così fosse, bè, è stato bello!"
"Scegliere lei..." scoppiai a ridere nervoso e mi voltai. "Devo andare da Benny." conclusi, in realtà mancavano almeno 3 ore prima di andarci. Subito dopo mi chiusi la porta alle spalle.
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Ebbi appena 3 ore di sonno quella notte e non dormì neanche bene, i sogni mi torturavano la mente con immagini insensate su Abbadon e Castiel, su Lisa e sul fatto che anche se odiavo ammetterlo, quell'uomo mi stava cambiando, ma non cambiando il mio carattere, neanche il mio modo di vivere, stava cambiando qualcosa di molto più profondo: era qualcosa simile ad un cubetto di ghiaccio che appena sciolto iniziava a vedere la vita più limpida. Avrei dato l'anima al diavolo per chiedere cosa significassero queste sensazioni a mia madre...
Non andai a scuola quel giorno e potei sonnecchiare qualche ora in più, che grossomodo significava svegliarsi a mezzogiorno, mangiare, andare a studiare e poi aiutare zio Bobby con l'officina.
Ora ero in garage con zio che mi insegnava a saldare alcuni pezzi di un auto, anche se non ero tanto attento. I miei pensieri erano fissi su quello che era successo ieri sera e sulla mia scelta. Ormai era definitiva e irrimediabile.
"Scusate" fece un signore all'entrata "Avevo un appuntamento per la mia auto, fa uno strano rumore e credo che le sospensioni si stiano deteriorando!"
Mi alzai la maschera da saldatore mentre zio continuava il suo lavoro, e mi presentai, avevo preso io quel cliente perchè zio Bobby sapeva della mia passione per le auto d'epoca e appena sentì di questo particolare cliente nominò me come responsabile. Ancora sono scolvolto! Non sapevo neanche che auto era!
"Ecco!" fece il signor Smith guidandoli verso la sua auto. "La mia è-"
"Una MGB del '60!" dissi inginocchiandosi di fronte al muso e passando le dita sopra la carrozzeria rossa e lucida. "Una delle prime auto a due posti, per non parlare del fatto che fu guidata in una gara da corsa! Dio, amo quest'auto!"
"Vedo che sei un esperto" sorrise.
"Si, ho un Impala del '67, cioè era di mio padre ed è passata a me, comunque tornando a noi, che succede a questo splendore?" dissi, ora stavo osservando i cerchioni. Era la prima volta che ne vedevo una con tutti i pezzi originali.
"Cuscinetti e sospensioni andati! Fortunatamente le sospensioni a balestra sono facili da riparare vero?" mi guardò e io annuì.
Misi l'auto in garage e diedi il ritiro tra due settimane, poi andai nell'ufficio dove segnavamo i giorni di rilascio e trovai zio sistemare delle fatture nel mobile. Segnai tutto sul calendario e gli dissi che stavo uscendo, ormai era troppo tardi per lavorare e saldare al buio non era un idea grandiosa, già faceva male agli occhi di giorno e con tutta la maschera protettiva.
Uscì di casa dopo aver fatto la doccia e mi diressi a casa di Lisa, quel giorno era sola ed era il giorno giusto per parlargli senza che genitori impiccioni si mettessero in mezzo difendendo la loro casta figlia. Ma per favore!
Salì le scale da lei e mi sedetti sul divano verde scuro in salone, mi guardò: l'idea che avesse visto Castiel mi dava sui nervi, era come se lei avesse scoperto il mio segreto, quello che nessuno avrebbe dovuto sapere. Questo però non succedeva con Jody, ero felice che lei lo sapesse e accettasse.
"Ascolta Lisa..." dissi prendendo le sue mani e accarezzando il dorso con il pollice. Lei era seduta sul tavolino in legno di fronte a me preoccupata. "Ci sono stati dei problemi tra noi ultimamente e ho deciso di non continuare la nostra storia."
Cercai in tutti i modi di essere gentile verso di lei, fosse stato qualche mese fa gli avrei detto che sarebbe finita con una chiamata o un messaggio, ma ora è diverso: Castiel mi aveva fatto capire tante cose e non me ne spiego il motivo di come una sola persona possa aprirti così tanto il mondo e farti capire come vadano davvero le relazioni umane.
Scoppiò a piangere balbettando qualcosa su come lei si era data anima e corpo per quella relazione, di come io ero il suo "primo tutto" e quasi mi faceva pena ripensando a tutti i momenti passati insieme, eppure Castiel aveva ragione non si poteva star con qualcuno se si aveva la mente fissa su qualcun'altro. Gli accarezzai il viso piano.
"Devo andare ora. Vedrai, troverai qualcuno che ti amerà veramente prima o poi... E scusami!" sussurrai. La abbracciai forte e dopo qualche minuto uscì da casa sua.
Mi misi in macchina e accesi una sigaretta, nonostante quello che era successo, mi sentivo sollevato per aver fatto una scelta del genere e nel contempo avevo una voglia matta di andare da Cas. In realtà avevo sempre voglia di osservare quegli occhi celeste mare che aveva, così presi una pizza e un paio di birre e mi presentai a casa sua con il sorriso stampato in faccia. Quando aprì è stato... strano, sembrava quasi di essere tornati in mensa, e non me ne spiego il perchè di come lui potesse farmi sentire così bene.

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