Heartbeat.

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(Dean POV)

Tornammo a casa intorno alle 9.30 di sera, Jack dormiva da un pezzo e Cas era un pò stizzito con me perchè non gli dicevo come erano andate davvero le cose e come mai ero così misterioso sulla commissione che avevo fatto o perché non gli mostrato le verifiche al mio cuore, tuttavia una sorpresa doveva richiedere un minimo di sacrificio e accennai al fatto che gli avrei detto tutto una volta soli, lontano da Jack che urlava e non ci faceva capir nulla e lontano dalla gente che fissava due uomini ed un piccolo come se lo avessimo rubato.
Avevamo cenato fuori, qualcosa ad un fast food, mentre a Jack abbiamo dato il latte già pronto che avevo preparato nel termos. Era stata una bella serata e ho cercato di togliere il broncio al mio professore togliendo quella maionese dall'angolo del suo labbro, ovviamente lui mi spinse via. Adoravo come faceva il forte con me, anche se sapevo che si eccitava a pensare a quel gesto.
Mise il piccolo a letto, dopo averlo cambiato senza svegliarlo, posò il Teddy al suo fianco e poi venne in cucina da me, sentivo i suoi passi avvicinarsi e sognai ad occhi aperti che mi abbracciasse forte dalla schiena, ma non successe, anzi evitò anche di guardarmi e prese una birra dal frigo.
"Cosa mi nascondi?" disse dopo aver preso il primo sorso.
Lo scrutai con un sorriso e mi alzai dallo sgabello dell'isola, mi avvicinai, posando le mani oltre i suoi fianchi, sulla cucina alle sue spalle, impedendo la via di uscita. Lui mi guardava, serio, a due centimetri dal mio viso, e io sentivo il fiato che odorava di quel sorso aspro della birra, il mio preferito dopo il suo profumo forse, e mi avvicinai a baciarlo, sfiorando solo la pelle screpolata delle labbra e diminuendo ancor di più la distanza tra noi. Tutto di noi ora era vicino, forse troppo. Sarebbe finita male, me lo sentivo.
"Scoprilo!" mi limitati a dire.
"Come?" rispose risoluto e prese un altro sorso di birra. Si vedeva da lontano quanto mi stesse odiando ora.
"Spogliami." risposi piano, vicino al suo orecchio.
Posò la bottiglia alle sue spalle e mi spinse contro l'isola, le sue mani calde, bollenti come l'inferno, entrarono nella mia maglia, rubando e prendendo ogni cellula, come se già non fossi abbastanza suo. Infine, senza attese o intimidazioni mi strinse le scapole e mi fece trattenere un respiro perchè le sue labbra mi stavano accarezzando il collo. Dannazione, mi avrebbe ucciso uno di questi giorni!
"Perchè?" fece lui sussurrando sulla mia pelle, inumidendo il collo del suo fiato.
"Quando sono andato all'ospedale ho chiesto di farmi ascoltare e segnare su un foglio i battiti cardiaci che avevo, mentre-" mi morsi le labbra e dovetti fermare le sue mani perché scendevano tra le mie gambe. Dovevo spiegargli perché e cosa significasse tutto prima di farmi spogliare. Mi guardò stranito, poi sorrise e cambiò la direzione della mano, la prese per il polso e la mise tra le sue gambe strofinando la stoffa e il suo sesso. Se questo era il modo di far pace... Dannazione, vorrei litigare sempre! "Mentre pensavo al nostro primo bacio."
Si fermò di colpo e mi guardò ancora più stranito di prima, poi la sua espressione mutò e divenne dolce, anche se dubbiosa del fine di quella richiesta.
"Perchè?" ripetè sorridendo, vicino alle mie labbra. Di nuovo quel suo odore di birra e dopobarba mi stuzzicò il naso e qualcos'altro, sentivo che mi accarezzava il naso con il suo ed ero così preso dal fissare le sue labbra, quella tentazione divina mandata solo per me, che dimenticai per un momento quanto celeste si racchiudesse in quei due occhi appena velati dalla curiosità di volermi e sapere. Quanto dovevo aspettare ancora prima che mi baciasse?
Ero così concentrato sul fatto che fosse così vicino ed eccitato che quando starnutì a causa di Oscar sull'isola quasi mi spaventai. Lo spostai a terra e lui andò sul divano miagolando, secondo me qualche maledizione in gattese!
"Spogliami." ripetei vicino al suo orecchio, imitando un urletto voglioso questa volta.
Mi accorsi quanto ai suoi occhi sembrasse un patto tipo "io do qualcosa a te e tu la dai a me.", ma non era questo, il significato di tutto quello era davvero sotto ai miei vestiti.
Mi tolse la maglia velocemente e mi guardò: sulla mia pelle, vicino al cuore c'erano delle linee continue sopra e sotto, così vicine, ripetitive e fitte che sembravano tutta una cosa. Ognuna di esse era un battito ed erano così tante. Era esattamente cosa provavo con lui, il mio cuore andava in delirio e batteva così veloce da impazzire, sentivo qualcosa di indefinito venirmi da dentro e stringersi lo stomaco ogni volta che sorrideva, sentivo il mio cuore uscirmi dal petto, sentirlo battere sotto la pelle, nelle vene, nelle mani che lo stringevano.
"Voglio che tu sappia come mi sento, che tu veda!" sorrisi al suo sguardo così sbalordito e appena finì la frase, si gettò tra le mie braccia e finalmente iniziò a baciarmi prima piano, poi con passione, con i sorrisi a dividerli e le lingue a ricercarsi per giocare e provocarsi l'una con l'altra.
Scese al mio collo, succhiando la pelle e leccando la spalla, poi al petto dove baciò il tatuaggiò e subito, senza seguire un percorso per prepararmi, mi diede un bacio al fianco e iniziò a togliere i miei pantaloni. Scivolarono via come l'acqua di un lago, ma non gli diedi il tempo di continuare perchè lo spinsi via e lui mi lesse velocemente nella mente: si stese a terra e mentre mi avvicinavo si tolse la maglia ed abbassò i jeans, spingendolì poi con i piedi più in là.
Il freddo del pavimento era in contrasto con la nostra pelle e questo ci mandava ancora di più in estasi.
Mi chinai su di lui e gattonando, tra un bacio e l'altro, mi avvicinai alle sue labbra, gliele morsi avidamente e iniziai a strusciarmi tra le sue gambe, ansimando vicino all'orecchio. Che sentisse quanto mi eccitava!
"Dean..." gemette lui, venendo incontro a quelle spinte.
Subito dopo, senza che ripetesse il gesto, gli tolsi i boxer e aiutandomi con le mani, gli entrai delicatamente dentro. Era così caldo e proibito che per un attimo pensai che lui fosse davvero il mio inferno personale, ma tutto mi svanì dalla mente quando lo baciai e lui posò la mano sul mio petto per sentire il cuore. Una cosa così schifosamente dolce non può far parte dell'Inferno...
"Sei la mia Giulietta." sussurrai spingendomi in lui. "Sei il mio angelo!"  

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