L'Éducation Sentimentale.

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L'Éducation Sentimentale.


(Castiel POV)
Non ho fatto altro che pensare a Dean da quando se n'è andato.
Non posso credere di essere stato così idiota da avergli detto di aprire quel dannato frigo, ma forse è stato meglio così, non potevamo continuare a fingere che tutto andasse bene a lungo.
Ma se lui scegliesse Lisa che farei? Non posso rinunciare a lui.
Anzi non voglio rinunciare a lui. So di avergli detto che andava bene ad ogni modo, ma ho mentito, e se e sarà necessario lotterò per lui.
Certo non posso fare a botte con una donna, ma qualcosa mi inventerò, perchè ormai sono troppo abituato a lui, troppo preso, troppo coinvolto per lasciarlo andare.
Quando non l'ho visto a lezione mi sono preoccupato. Ho pensato che non volesse più vedermi, e per tutta la lezione ho combattuto con la voglia di scappare da quella classe e andare a piangere in bagno, neanche fossi un adolescente alle prese con la prima cotta, eppure è così che Dean mi fa sentire.
Ho passato il pomeriggio a casa di Charlie, a ingozzarmi di gelato guardando Briget Jones, con lei che mi lanciava occhiate preoccupate e ogni tanto mi rassicurava dicendo che sarebbe andato tutto bene, e che se invece fosse andata male, mi avrebbe portato a rimorchiare in qualche locale.
Io non voglio rimorchiare, le ho detto tra un cucchiaio e l'altro, io voglio lui.
Sono fortunato ad avere un amica come lei, che non chiede i dettagli come una pettegola curiosa, semplicemente mi sta vicino, capisce il mio dolore, e cerca in tutti i modi di farmi stare meglio.
Ora Dean è davanti a me, sulla soglia di casa mia con delle pizze e quel suo sorriso da furbetto.
L'unica cosa che vorrei è gettarmi tra le sue braccia, ma invece l'odiosa voce della gelosia esce dalla mia bocca e dice:
"Se entri qua, saremo solo noi due, non voglio nessun terzo partecipante alla festa!"
"Non c'è più nessun terzo partecipante, è una festa privata baby!" Risponde lui facendomi l'occhiolino.
Sento il cuore che esplode, e le lacrime che a lungo ho trattenuto escono violente e irrefrenabili.
Mi volto e cerco di asciugarle con le maniche della maglia, non voglio che mi veda così, sono io l'adulto dopotutto!
Ma ogni volta che provo a calmarmi ripenso che ha scelto me, che è solo mio adesso, e ricomincio a piangere.
Sento la porta che si chiude, il rumore di qualcosa che viene appoggiato al tavolino, il fruscio della sua giacca che cade per terra.
Devo calmarmi, devo farcela prima che arrivi qui. Mi rifiuto di farmi vedere in questo stato pietoso da lui.
"Castiel... Calmati dai, è tutto ok." Sussurra dietro di me.
Ci provo, ma è inutile, non riesco a fermarmi, ogni volta che penso sia finita ricomincio a singhiozzare.
Mi abbraccia da dietro la schiena e mi stringe forte il petto.
"Mi dispiace... Non volevo farti soffrire."
Vorrei tanto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma le parole mi rimangono incastrate in gola.
Mi stacco da quell'abbraccio e mi dirigo in bagno, cerco un po' di carta per asciugarmi le odiose lacrime e faccio grandi respiri profondi.
Lui entra, io distolgo lo sguardo. Maledizione Castiel piantala di piangere!
Si avvicina a me, mi prende il viso tra le mani, asciugandomi le lacrime calde con la felpa.
"Dai piccolo, basta piangere, ci sono io, va tutto bene adesso."
Non l'avesse mai detto! Ora piango peggio di prima, ma che mi succede?
Mi bacia le guancie, il collo, la bocca.
Appoggia la fronte alla mia, chiude gli occhi.
"Se ti calmi ti faccio un bel massaggio ti va?"
Annuisco, ma più lui sta vicino a me più mi sento esplodere.
Mi bacia di nuovo, di quei baci dolci, calmi, teneri.
Lo guardo, ha gli occhi lucidi, tristi.
Prendo le sue mani tra le mie, come se fossero parte di me.
Non capisco cosa mi succeda, dovrei essere felice, allora perchè mi sento così devastato? E' come se il mondo fosse crollato e allo stesso tempo risorto.
Tutte queste sensazioni, da dove escono? Perchè escono?
Improvvisamente, dentro di me, avverto con una chiarezza disarmante la risposta.
"Io ti amo Dean. Ti amo da morire, perciò non andartene più, non scegliere più nessun'altro, resta con me, solo questo ti chiedo."
Lui spalanca gli occhi, io lo bacio. Un bacio che sa di lacrime e rimpianti, tristezza e amore.
Gli sfilo la felpa e lo guido verso il letto, ma non voglio far l'amore, voglio solo restare sdraiato con lui, sentire la sua pelle calda contro la mia.
Restiamo abbracciati sotto le coperte, nudi, esposti.
Nascondo il viso tra il suo collo e il suo braccio, che mi cinge la testa.
Lui mi accarezza la schiena, in silenzio.
Forse non avrei dovuto dirgli che lo amo, sono certo che l'ho spaventato, ma è stato più forte di me, dovevo farlo.
Da un po' stanno bussando alla porta, ma non mi và di aprire, sarà qualche venditore porta a porta.
Improvvisamente sento il cellulare che suona, guardo lo schermo, è Charlie.
Probabilmente sarà preoccupata per me.
"Ciao Charlie, tutto ok?" Rispondo un po' in imbarazzo.
"Si si tesoro! Ho pensato che fossi un po giù, così ti ho portato qualche dolcetto e un paio di film, sono fuori dalla porta, mi apri?"  

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