The dead souls.

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The dead souls.


(Castiel POV)
Questi giorni sono stati un vortice di emozioni continue, quando Dean mi ha portato a conoscere i suoi genitori e gli ha presentato Jack come nostro figlio, mi sono sentito così fiero di lui e allo stesso tempo così triste per la sua perdita che stavo per piangere.
Avrei voluto che i suoi genitori potessero conoscere lo spendido ragazzo che hanno creato, e il loro piccolo nipotino.
Dean è sempre più dolce con lui, mi scopro sempre a sorridere quando gli guardo insieme.
Stanotte visto che ha fatto un incubo lo ha cullato vicino alla finestra cantando una canzone dei Pink Floyd, poi visto che non si calmava lo abbiamo fatto dormire con noi, era davvero piccolo in mezzo ai nostri corpi, ma dopo poco si è tranquillizzato e si è messo a dormire.
Io e Dean siamo rimasti svegli a vegliarlo, e dopo un po siamo crollati anche noi tenendolo tra le braccia.
Anche oggi siamo venuti a salutare con i suoi genitori, Jack gioca con una pallina mentre lo tengo sulle gambe, mentre Dean mi racconta dei suoi genitori, di quel poco che ricorda.
Mi ha raccontato di quando dopo il funerale, Bobby li ha portati qui per la prima volta, Dean per mano e il piccolo Sammy in braccio.
Dean era spaventato e gli stringeva forte la mano e Sammy piangeva, come se capisse dove si trovasse.
Mentre me lo racconta guardo Jack e istintivamente gli do un bacio.
Dean sfiora con la mano il nome di sua madre, sospirando.
"Dean... Tu... Tu non vuoi che io debba portare Jack in un posto come questo perchè ti veda vero?"
Lui si volta e mi guarda confuso.
"Che cazzate dici? Come potrei volere una cosa simile?"
Resto un minuto in silenzio, cercando le parole giuste.
"So che non lo vuoi, ma non fai nulla per evitarlo, anzi ci vai in contro a 300 km orari..."
"Ah Cas, ancora con questa storia? Sai che sono fottutamente bravo in quello che faccio!"
"Anche i migliori muoiono!"
"A me non succederà!" Risponde lui seccato, voltandosi dall' altra parte.
"Puoi prometterlo? Puoi promettere a me e a Jack che non ti succederà nulla?"
Lo guardo serio, accarezzandogli la mano.
"Cas quel lavoro mi serve, lo sai."
"E poi ti piace."
"Si ok? Mi piace, mi piace la scarica di adrenalina, mi piace superare quei figli di papà e fargli mangiare la polvere, mi piace correre e sentirmi libero!"
"Lo so... Ma hai un figlio adesso, devi pensare a lui prima che a te stesso!"
"Senti te l'ho già detto, io non smetto! Starò più attento!"
Scrollo la testa, guardo Jack che ha smesso di giocare e ci guarda con quei grandi occhioni curiosi. Devo farlo per lui, perchè possa crescere con suo padre anzichè con una fotografia.
"Non serve. Non serve che a rallentare l' inevitabile! Prima o poi correrai troppo, prenderai male una curva e..."
"Non dirlo neanche cazzo!"
"Devo dirlo! Devi capirlo Dean, io voglio vederti felice, e so che ami correre come io amo leggere, ma hai una famiglia adesso, e devi prenderti le tue responsabilità..."
"Prendermi le mie responsabilità? Dici questo a me? E che diavolo sto facendo secondo te? Sai a quante cose ho rinunciato per voi due?"
"Si! Ma saranno tutti sacrifi inutili se muori in una corsa! Che faremo io e Jack? Ci hai pensato? Verremo qua a trovarti e piangere per te per il resto della nostra vita?"
"Oh adesso non fare la mogliettina melodrammatica! Vuoi anche che mi prenda una di quelle schifose berline per famiglie? Cazzo non succederà niente, non voglio morire!"
Questo non doveva dirlo, inizio ad innervorsirmi, perchè è sempre così irresponsabile?
"Neanche i tuoi genitori volevano morire eppure..." Mi blocco a metà frase vedendo la sua faccia.
"Vaffanculo!" urla lanciadomi lo zaino addosso.
Si alza in fretta, poi si volta e inzia ad andarsene.
"Dean! Dean aspetta, non volevo...!"
Cerco di alzarmi e inseguirlo, ma il tempo di prendere bene Jack e raccogliere lo zaino e lui è già sparito.
Rimango solo davanti ad una tomba, chiedendomi cosa devo fare adesso.  

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