Rumors.

492 25 9
                                    

Rumors.


(Dean POV)
Al nostro tavolo in mensa si erano uniti delle matricole e delle cheerleader amiche di Jessica, Kevin ci stava provando con una rossa al mio fianco, mi sa che aveva il debole per le rosse, e io mangiavo il mio sandwich, anche se i miei occhi facevano di tutto per smettere di fissare Castiel parlare con Abbadon proprio di fronte a me. Quella donna mi faceva venite la voglia di uccidere.
Sam era affianco alla sua ragazza e tutti e tre, compreso Gabe, parlavano di alcuni corsi extra di giurisprudenza. Lui voleva iniziare quello che gli sarebbe servito in quinto per diventare avvocato, ma ancora non ne avevamo parlato, per farlo servivano nuovi libri ed io mi stavo davvero impegnando per questa sorpresa a Castiel, stavo cercando di risparmiare in tutto.
Presi il libro dalla tracolla e iniziai a leggere cercando di distrarmi da tutto quel chiacchierio: Quel giorno mi ero svegliato sorridendo dopo aver sognato Cas e la prima cosa che vidi furono le mie mani. Fino a qualche mese fa pensavo di doverne solo portare uno di anello sulle mie mani e invece ora avevo medio ed anulare occupati, una la fede di papà e l'altro suo.
Le pagine scorrevano velocemente e quando arrivai ad una frase, mi misi a sorridere e chiusi. Presi il cellulare e scrissi:
-"Mi sono innamorato di lui come ci si addormenta: Prima piano piano e poi tutto in una volta." JOHN GREEN, The Fault In Our Stars.
Lo vidi prendere il cellulare e sorrise dolcemente con una mano sul viso imbarazzato, Abbadon gli chiese qualcosa, ma lui non la stava a sentire e annuì a vuoto. Davvero lo avevo fatto emozionare così tanto? Forse perché avevo ammesso finalmente, al 100%, di essermi innamorato di lui o forse non la stava ascoltando già da prima, e quel messaggio era la ciliegia sulla torta.
Ci guardammo e ci scambiammo un sorriso che sembrava più una risata di vergogna trattenuta.
"Allora Dean..." Fece un ragazza al mio fianco, non avevo neanche visto che si era seduta al posto di Kevin. "Ti andrebbe di spassarcela sta sera?" Sussurrò al mio orecchio in modo provocatorio.
"Ho molto da studiare, Barbara." Dissi freddamente. Ripresi a mangiare e leggere contemporaneamente, ma non durò molto: La sua mano accarezzò la mia coscia e salì all'interno, fermandosi solo quando gli presi il polso e la scostai da me.
"Dai ci divertiamo, viene anche mia sorella... Gemella!" Ridacchiò.
Per un attimo mi passò per la mente l'immagine di due bionde dagli occhi verde smeraldo completamente uguali strusciarsi su di me e farmi godere. Fosse stato 5 mesi fa gli avrei detto si senza neanche sapere della gemella! Ok, che stavo con Castiel ed era tutto vero quello che provavo per lui, ma anche io son fatto di carne ed ossa.
"Barbara, no." Sbottai nervoso e chiusi il libro. Non riuscivo neanche a leggere pensando che il mio professore, colui che mi aveva dato l'anello che ora stavo sfiorando con il pollice, stava guardando inerme. "T'ho detto che ho da fare!"
"Uhm, allora sono vere le voci!" Disse scostandosi, ad alta voce, tanto che tutti quelli al tavolo si girarono e alcuni passanti. "Dean Winchester sta con qualcuno e pare una cosa seria!"
Sorrisi nervoso, scuotendo la testa e stringendo la bottiglia che avevo nel vassoio, poi presi la mia tracolla e la misi in spalla. Sistemai tutto per andarmene via, anche perché prossima ora avevo fisica a cui dar retta e non potevo certo esser distratto da qualcuno la cui sol cosa che importava era la conferma, per poterne parlare con le sue amiche e scoprire chi sia questo "qualcuno".
"Dai Dean, dicci chi è! Non c'è mica da vergognarsi!" Disse Jessica, osservando poi la scena.
Presi un lungo respiro, poi mi stampai il mio solito sorriso sfacciato e mi alzai. Cercai in tutti i modi di non sboccare, ma quando Barbara incarò la dose dicendo che tutti ne parlano sbottai e sbattei la bottiglia sul tavolo, guardai entrambe con odio.
"Barbara, dovresti pensare alla tua di vita, sai? Pensi che sia tanto femminile farsi la squadra di basket?!" Sbottai con gli occhi fissi su di lei, poi spostai lo sguardo a Jessica. "E tu, tesoro mio, dovresti guardare la tua di relazione perché mi sa che sta cadendo a pezzi!" Diedi un occhiata a Gabe e Sam, poi a tutti altri che mi stavano fissando.
Girai i tacchi e andai verso la porta della mensa, il fatto che Cas fosse al tavolo vicino mi innervosiva ancora di più. Lo vidi alzarsi insieme ad altri professori, sconvolti dalle parole, e mi prese per il braccio guardandomi con autorità, cercando forse di dirmi qualcosa. Peccato, però, che l'unica cosa che mi importava ora era di uscire da quella stanza e andare al mio armadietto.
"Non toccarmi." Dissi più seriamente possibile, fissando gli occhi celesti.
Strattonai il braccio per far sì che mi lasci e quando fui finalmente libero mi pentì amaramente di quelle parole rivolte a Cas. Fosse stato un altro professore me ne sarebbe fregato, ma con lui me la sarei vista a casa.
Andai al mio armadietto e trovai Connie che leggeva un manga, nonostante le sue aule fossero dall'altra parte, tutta presa in quel mondo tra ombre e azioni di lotta silenziose. Mi faceva sempre tenerezza vederla mangiare fuori dalla mensa, seduta in qualche panchina o addirittura a terra, e tutto perché dei cazzo di bulli la assillavano per la sua passione. Fu esattamente così che la conobbi, la difesi da quei tipi e il giorno dopo gli comprai il volume che avevano distrutto, quasi fosse colpa mia di tutto quel trambusto.
"Ehy sfigata" dissi sorridendo e dandogli la mano per alzarsi da terra.
"Tu sei uno stronzo!" Disse, rifiutando la mia mano e guardandomi, poi, aprire il mio armadietto.
"Sono felice anche io di vederti, Connie!" Sorrisi ironico. Mi metteva sempre di buon umore parlare con lei, misi i libri nello zaino e vidi fare lo stesso lei con il manga, poi come nostra abitudine, gli misi un braccio sulla spalla e lei alla vita.
"Non ci vediamo da mesi, quella sera alla festa non sei più tornato, neanche un messaggio e ora spuntano strane voci su di te! Io sono la tua migliore amica Dean!" Sbottò tutto un fiato.
"Ti prometto che tra qualche mese, appena si calma tutta sta situazione che sto affrontando, ti racconto tutto, ma devi aspettare, Connie." Dissi. Cercai di essere gentile, lei aveva perfettamente ragione.
---
Il ritorno a casa fu turbolento: Sam non mi parlava perché avevamo litigato riguardo quello che avevo detto a Jessica e zio Bobby mi aveva fatto una sfuriata perché avevo preso una multa per aver superato il limite di velocità.
Fortunatamente però ora ero a casa di Castiel da un paio di ore, stava tramontando e prima di sera dovevo andare a casa perché avevo da studiare della roba che aveva assegnato Charlie. Gli avevo spiegato la mia reazione in mensa e lui non volle neanche parlarne, si è avvicinato a me con quel pigiamino celeste e mi aveva chiesto di dar il biberon a Jack mentre correggeva i compiti, ogni tanto lo scrutavo soprattutto quando arrivò al mio: la reazione fu uno scappellotto scherzoso dietro la nuca e una risata da parte sua. Io ero un attimo perplesso da quell'azione.
"La letteratura rinascimentale nasce in Inghilterra nel XV non nel XVIII, idiota!"
Gli feci il verso e posai il biberon sul tavolo, misi il piccolo sulla spalla come mi aveva insegnato a fare Cas e iniziai a dargli delle pacche dietro la schiena, Jack in risposta muoveva i piedini finché non trovava una posizione comoda e così con le mani, che di solito teneva una a penzoloni e l'altra sul mio collo.
"Comunque ho pensato molto al gesto che hai fatto l'altro giorno e ho deciso di darti questo!" Sussurrai un po' imbarazzato, non erano il genere di cose che facevo io. Lo sfilai dal mio dito, un po' impacciato dal fatto che avessi il bimbo tra le braccia presi con una mano la sua e glielo infilai. Lui rimase a guardarlo con un sorriso, poi alzò lo sguardo con le lacrime agli occhi. "È la fede di mio padre, è l'unica cosa che mi resta di loro, l'ho sempre avuta io, ma è giusto che la tenga tu ora."
"Dean, no, io non posso dav-"
"Taci." sbottai e ripresi a dare delle pacche alla spalla del piccolo.
Si avvicinò a me e mi diede un bacio, dolce, con le sue guance che si bagnavano dalle lacrime di gioia e le sue mani sul mio volto. Ci spostammo qualche secondo dopo e scoppiammo a ridere, così vicini, occhi negli occhi, ma non fu certo qualcosa che ci venne in mente a farci ridere, ma il ruttino, che tanto ino non era, di Jack. Fu un miracolo vedere le sedie al solito posto e non spostate dall'onda d'urto.
Suonarono alla porta e Charlie entrò canticchiando una strana melodia, aveva una busta piena di dvd e due pizze.
"Che dolce visione!" Disse guardandomi canticchiare una ninna nanna al bambino. "Mi fai quasi venir voglia di sposarti, Dean!"
"Tutti hanno voglia di sposarmi, prof, sono la perfezione!" Sbottai sorridendogli e andando a posare delicatamente Jack nella culla in camera da letto, gli rimboccai le coperte, ma lui era ostinato a tener le mani di fuori. Presi il walkie-talkie e lo poggiai sul tavolo affianco al divano.
"Oggi serata Harry Potter!" Disse a Castiel e quasi gli caddero gli occhi per quanto li sgranò dalla felicità.
"Chi è Harry Potter?" Chiesi avvicinandomi a loro e rubando un sorso dalla bottiglia di birra di Charlie. Mi guardarono entrambi male, neanche avessi detto chissà quale scempio. "Ohi, io so cresciuto a suon di Need For Speed e Fast And Furios!"
Guardai il cielo con aria sognante, avrei voluto far una gara con Vin Diesel o Paul Walker, peccato, però, che questo fosse morto.
"Ok, ora tu ti siedi lì con noi e te li guardi tutti e sette." Sbottò.
Provai a dire che domani avevamo un appuntamento noi due chiamato verifica, ma disse che lo avrebbe posticipato alla prossima settimana.
Prima che me accorgessi mi trascinò sul divano e mise il primo DVD: Harry Potter E La Pietra Filosofale. Castiel aveva preso il cibo e le bevande e spense la luce, poi iniziò e si vide un quartiere buio con un gatto. Le luci delle lampadine di quella strada venivano prese da un vecchio barbuto con uno strano vestito e... Aspetta, quel gatto si è trasformato in un umano o sbaglio?!  

Teach me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora