Tristan and Isolde.
(Castiel POV)
Ti amo.
Sono solo cinque lettere, ma sono in grado di stravolgere un'intera esistenza.
Sia che vengano dette o taciute, sia che siano aspettate o segrete, riescono a suscitare in noi una miriade di emozioni, a seconda della bocca che le pronuncia, dal modo in cui vengono dette, e dal momento in cui accade: Gioia, eccitazione, rabbia, tristezza, sconforto, indifferenza, disgusto.
Quante vite sono state distrutte per cinque lettere?
Chissa che sarebbe accaduto a Troia se Paride non l'avesse detto ad Elena, o se Giulietta non l'avesse detto a Romeo?
Che sarebbe accaduto al loro regno se Isotta non si fosse innamorata di Tristano?
Il peso delle parole è potente quasi quanto quello di una spada, per questo motivo mi chiedo se ho fatto bene a dirle a Dean, se non ho fatto crollare quel delicato equilibrio su cui si basava la nostra storia.
Proprio ora che ha lasciato Lisa per me, eppure non è questo un segno d'amore?
Sono sicuro che a lei le avesse dette quelle parole, anche se forse non ci credeva...
Io le ho pronunciate solo due volte, la prima volta è stata a Meg, e Dio sa quanto l'ho amata, ed ora a Dean, la persona più improbabile di cui pensavo di innamorarmi...
Eppure forse Paride s'aspettava d'amar la moglie del suo nemico?
Forse Tristano immaginava di amare una donna proibita come Isotta?
No, perchè l'amore, quello vero, arriva sempre inaspettato, come una tempesta in primavera.
Solo che a volte non riesci a riconoscerlo, o non vuoi farlo.
Vorrei solo che lui riuscisse a capirlo, e sopratutto che lei lo capisse.
La rossa che in questo momento sussurra cose maliziose al mio orecchio, senza sapere che il mio amore ci osserva come se volesse staccarle la testa da un momento all'altro.
Io annuisco e cerco di fare il professore impegnato, le dico che ho da fare, e lei risponde che passa dopo, le dico che non ho tempo, risponde di trovarlo, dico che non sono libero, e lei dice che ci penserà lei.
Qualsiasi cosa voglia dire, non è nulla di buono.
Dean continua a fare casino sul banco, col evidente intento di farmi sapere cosa ne pensa.
Io lo guardo con lo sguardo imbarazzato e perplesso.
Se solo sapessi cosa fare.
Dico ad Abbaddon che devo proprio concentrarmi sulla lezione, lei in tutta risposta mi da un bacio sulla guacia, sussurrandomi all'orecchio "Ci vediamo dopo tesoro!"
Dean tira un pugno sul banco, mentre tutti si girano a guardarlo, Abbaddon compresa.
"Qualche problema ragazzo? Pensa a studiare!" Intima lei.
Guardo Dean, ha quello sguardo omicida, devo fare qualcosa e subito.
"Parecchi, e lei?" Risponde lui seccato.
"Bhe qualunque sia il tuo problema vedi di risolverlo e torna sui libri!" Replica mettendo una mano sulla vita.
"Oh lo farò, ne stia certa!"
Vedo lei che sta per replicare qualcosa, non posso farli andare avanti così, devo intervenire prima che succeda qualcosa di irrimediabile.
"Winchester, venga nel mio ufficio. Immediatamente!" Esclamo, alzandomi in piedi.
Lui mi guarda arrabbiato, la classe perplessa, Abbaddon seccata. Ottimo.
"Professoressa, riprenderemo l'argomento più tardi se non le dispiace."
Le dico cercando di essere il più gentile possibile. Lei annuisce sbuffando e se ne và.
"Ragazzi, visto che il tempo per il test era quasi scaduto, gli ritiro ora!" Dico alla classe aggiustandomi gli occhiali, mentre sento un coro di proteste.
"Su su, ormai quel che è fatto è fatto, non saranno cinque minuti a cambiare l'esito dell'esame.
"Signorina Randall, ritiri i fogli per favore." Dico ad una delle ragazze in prima fila.
Esco e Dean mi segue fino al mio ufficio, è da poco che ce l'ho, visto che prima era occupato dal professor Norton, che si è lincenziato qualche settimana fa.
Entriamo e chiudo la porta, assicurandomi di abbassare anche le tapparelle beige.
"Mi spieghi che diavolo ti prende?" Sbottò afferrandolo per un braccio.
Lui svincola dalla mia presa.
"Che diavolo prende a te dannazione! Prima dici che mi ami e poi flirti con quella stronza?"
"E' lei che flirta con me!"
"Non mi importa! Falla smettere o lo faccio io!"
"Dean calmati, non hai nulla di cui preoccuparti!"
"Disse quello col rossetto ancora sulla guancia!"
"Bhe se questo ti fa infuriare, pensa a quello che ho passato io con Lisa!"
"Ancora con questa storia?"
"Non puoi pretendere che me ne dimentichi da un giorno all'altro!"
"Quindi cos'è una ripicca?" Urla afferrandomi la camicia.
"No! Te l'ho detto, è lei che ci prova, vedrò di spiegarle la situazione!"
"Sarà meglio!"
"Geloso?" Rispondo con un sorriso soddisfatto.
"No!"
"Bugiardo!"
"Sta zitto e molla quella stronza!"
"Solo se ammetti che sei geloso!"
"Oh cazzo Castiel, ti odio!"
Incrocio le braccia e sorrido, inclinando la testa.
Lui si volta e camminava nervosamente nella stanza, imprecando a bassa voce e tirando calci alla scrivania, a volte è proprio un bambino.
Improvvisamente si ferma davanti a me, con lo sguardo serio.
"D'accordo bastardo hai vinto! Sono geloso! Ora falla finita!"
Sorrido, è così carino quando fa cosi.
Lo prendo per la vita e lo tiro verso di me, poi gli stampo un bel bacio.
"Ti amo!" Gli dico prima di dargli un altro, lunghissimo bacio.
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...