The lover.
(Castiel POV)
L'amore insensato che provo per lui rimane per me un insondabile mistero.
Non so perchè mi sia tornata in mente questa frase dell'amante di Marguerite Duras, ma mentre lo guardo preparare la cioccolata calda con solo i boxer neri addosso, è il primo pensiero che mi è venuto in mente.
Strano come funzionano queste cose: Ti fai delle idee, classifichi un certo tipo di persone con cui pensi che vorresti stare, qualità che vorresti che avessero, cose che farete insieme... Io per esempio ho sempre pensato che avrei passato la vita con una dolce ragazza con gli occhiali fissata con i libri e i gatti, con cui discutere di letteratura al chiaro di luna con un bicchiere di vino.
Eppure le due persone che hanno e stanno influenzando di più la mia vita, non potrebbero essere più diverse da questo ideale.
"La vuoi la panna vero Cas?" Mi chiede Dean indaffarato ai fornelli.
Annuisco e continuo a guardarlo con un sorriso da ebete stampato in faccia.
E' dannatamente carino in questo momento, il suo corpo morbido che si muove sinuoso davanti a me mi ricorda quando lo sentivo tremare sotto di me, le sue labbra così dolci, i suoi occhi così vogliosi, la sua voce calda che sussurrava il mio nome.
Al solo pensiero mi sto eccitando di nuovo.
Mi avvicino a lui appoggiandomi alla sua schiena e circondandogli la vita con le braccia, gli bacio il collo e la guancia, massaggiandoli i fianchi e il ventre.
"Ehi, così mi distrai, non vedi che sono occupato con la cioccolata?" Mi dice lui, senza spostarsi dal mio abbraccio.
"E tu non vedi che sono occupato con il tuo corpo?" Rispondo dandogli un bacio.
Lui sorride e i suoi occhi si illuminano, e qualcosa dentro di me si illumina con lui.
Non so spiegare questa sensazione di calore che mi avvolge, so solo che più mi avvicino a lui e più si intensifica.
Afferro con il dito un po' della panna montata nella ciotola di ceramica e gliela spalmo sul collo, leccandola. Lui sussulta ed emette uno di quei versetti che tanto adoro.
Ne prendo ancora un po', che finisce per un istante sulla sua guancia rosea, prima che con un bacio finisca nella mia bocca.
Con il dito gli sporco le labbra, lui sorride, io lo bacio ancora e ancora.
Non riesco a resistere alla tentazione di girarlo e ricoprirgli il petto di panna, tra le sue deboli proteste e la mia eccitazione che cresce.
Finisco in ginocchio sul pavimento della cucina a leccargli via la panna dal petto e dalla pancia, lui mi guarda malizioso e sorride.
Gli tolgo i boxer e continuo e mettere e togliere panna dal suo corpo, lui chiude gli occhi, inclina la testa all'indietro, ansima, si contorce, spinge, si afferra al bancone.
Sta andando in estasi, e io con lui.
Mi alzo e afferrandolo per la vita lo sdraio sul bancone, facendo cadere tutto quanto a terra.
Lo bacio ed entro lentamente dentro di lui.
Non mi era mai successo di avere tanta voglia di qualcuno pur avendo finito da poco di farci l'amore. Ma con lui è sempre tutto diverso.
Questa volta è tutto più lento, più dolce, come se i nostri corpi si conoscessero già e fossero vecchi amici che si ritrovano, stringo le sue mani sul balcone senza mai smettere di baciarlo.
Vorrei che non finisse mai, che questa sensazione non svanisse mai, che lui non se ne andasse mai.
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La cioccolata calda era buonissima, lui ancora di più.
Ce la siamo gustata qua a letto, abbracciati, mentre la neve cadeva leggera fuori dalla finestra.
Oscar alla fine l'ho dovuto chiuedere in bagno per evitare di far star male il mio... Amante? Non saprei come altro definirlo.
Dopo averla bevuta mi sono sdraiato sul fianco e l'ho trascinato tra le mie braccia, non che lui abbia protestato.
Gli accarezzavo la schiena, mentre lui riposava tra il mio braccio e il mio petto.
Alla fine ci siamo addormentati così.
Quando mi sono svegliato gli stavo abbracciando la schiena.
A dir il vero è stato il suo cellulare a svegliarmi, vibrava, così sono andato a sbirciare come il più patetico degli adolescenti e ho visto che era una certa Lisa a chiamarlo.
Dovrei svegliarlo e dirglielo, ma temo che facendolo lui potrebbe sparire per correre dietro a quella che presumo sia una delle sue ragazze.
Decido di far finta di niente e rimettermi a dormire con lui, anche se più che dormire sono rimasto a guardare lui che riposava così sereno al mio fianco.
Dopo un po' il cellulare squilla di nuovo, e io inizio ad avere voglia di scaraventarlo dalla finestra.
Lui purtroppo si sveglia, afferra il cellulare e quando vede il nome risponde.
Dopo qualche minuto sento che dice: "Si va bene, arrivo, stai calma. Si si anche io. Ciao!"
Si gira verso di me e con la faccia triste e assonnata mi dice che la sua ragazza ha una delle sue crisi di nervi e che deve andare, che gli dispiace.
"Vai. - Rispondo stizzito io - Anche se scommetto che lei non ti fa urlare come faccio io!"
Ok, l'ultima parte non avrei dovuto aggiungerla, ma mi da veramente fastidio che lui se ne vada da lei, dopo essere stato mio.
"Certo che no! Sono io che faccio urlare lei!" Mi risponde sorridendo.
"Bene. Vai a farla urlare, io vado a farmi una doccia." Se dal tono di voce si capisce quanto io sia incazzato non saprei dirlo, ma dalla faccia che ha fatto credo di si.
Stupido ragazzino, vai dalla tua stupida ragazza, non me ne importa niente!
Che patetica bugia, mi dico dopo aver sentito la porta di casa che sbatte.
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...