Mirrors.
(Dean POV)
Connie non si smentisce mai, quando sono andato a prenderla non l'ho vista con un vestito color verde acqua, pomposo e vivace, o con qualcosa che possa richiamare il classico vestito da prom, ma tutt'altro e la cosa non mi dispiaceva per niente.
I suoi genitori mi guardarono con sguardo dubbioso e insicuro sul fatto di aver deciso di portare la loro unica figlia femmina al ballo, credo che pensassero fossi chissà quale delinquente che voleva solo la purezza della loro bambina, ma di certo i loro sospetti furono appianati quando gli confessai che tra noi c'era una forte amicizia e che tra l'altro ero fidanzato con il mio professore di letteratura, avrei voluto scattare una foto alle loro facce sconvolte per mostrarla a Castiel e riderci su! Comunque ci fecero qualche foto e uscimmo di casa, con raccomandazioni varie e una stretta di mano del padre, che tra l'altro nella stretta mi passò un preservativo: non so quale parte di "amici" e "fidanzato" non aveva capito bene.
Ora eravamo qui a ballare già da un paio di ore e mi divertiva un sacco l'imbarazzo che provava quella bimbetta troppo cresciuta quando qualcuno si avvicinava e chiedeva sulla presunta relazione evidente che avevamo tra noi. Non ho mai visto Connie da un punto di vista diverso dall'amica, ma dal suo comportamento mi veniva spontaneo pensare che lei avesse avuto qualcosa verso di me, qualcosa che ovviamente la rende rossa ancora oggi.
La strinsi a me con un braccio sulla spalla e gli passai un bicchiere di punch, poi ci girammo a guardare gli studenti.
"Dean..." fece lei con fare triste, di lì a poco avrebbe pianto e non ne capivo il perchè.
"Ehy, che succede?" dissi affrettandomi a prendere il suo viso tra le mani e accarezzare le sue guance calde.
"Sta finendo tutto e tu hai Cas, si dice tu abbia anche un bimbo con lui e..." sospirò distogliendo lo sguardo e iniziò a fissare il bicchiere pieno. "Promettimi di non lasciarmi, ti prego, sei il mio migliore amico!"
"Sei un idiota!" sbottai piano, poi mi voltai a guardare di nuovo gli studenti. "Piuttosto cerca di non far finire quello che succede tra te e Kevin!"
"Dean!" urlò, guardandomi con gli occhi sgranati e le labbra aperte in una O sconvolta. Sicuramente non pensava che l'attrazione che avevano costruito tra loro fosse così evidente da farmi fare quest'appunto.
Scoppiai a ridere alla sua vista, ma divenni subito più serio quando vidi, tra una persona e l'altra, qualcuno che conoscevo fin troppo bene: amavo quel completo blu chiaro, lo metteva sempre durante le lezioni e io mi facevo i migliori filmini nel pensare ai mille modi di strapparglielo da dosso. Soprattutto le prime volte in cui lo facevamo, quando era solo passione e sudore tra noi e niente altro.
Sorrisi alla sua vista, davvero pensava che l'avessi di nuovo tradito? Dopo la promessa? Sono uno che mantiene la parola, così come sto mantenendo la promessa di portarlo in giro con l'Impala, anche se quando gli inviai il messaggio non avevamo un pargolo a cui badare e non eravamo così distanti e allo stesso tempo uniti come ora.
"Dean, vai da lui!" disse Connie seguendo il mio sguardo, poi mi prese quel preservativo che suo padre mi passò e lo mise nella sua giaccia. "Pensi che Kevin sia da queste parti?" aggiunse poi.
La guardai e lei annuì sorridendo, poi a grandi passi mi diressi verso lui, ma qualcosa mi blocco a metà strada: una canzone, non una qualsiasi, credo che sia una delle tante che mi hanno fatto capire quanto sia preso per lui.
Cercai di fare qualche passo, di attraversare tutti quei studenti, e una volta arrivato lì strapparlo da chissà quale discorso fatto con Charlie e dirgli quello che da tempo avrei dovuto fare, ma non ci riuscì.
Poi iniziò il ritornello e presi coraggio, a grandi passi attraversai tutta quella gente, senza dir nulla a nessuno dei due tolsi il bicchiere dalle mani di Castiel e lo lasciai sul tavolo vicino, Charlie ci guardava e quando capì le miei intenzioni sorrise dolcemente.
"Dean... Cosa fai?!" fece cercando di tenere il passo mentre io lo trascinavo per il polso al centro della pista.
Una volta lì lo avvicinai a me e lui mise le braccia sopra le mie spalle, fronte contro fronte per fissarci con un sorriso dolce, intanto gli studenti iniziavano a fissarci sconvolti e io avevo voglia di urlare di smetterla di fissarlo, che era solo mio, il mio professore fin da subito.
It's like you're my mirror
My mirror staring back at me
I couldn't get any bigger
With anyone else beside of me
And now it's clear as this promise
That we're making two reflections into one
Cause it's like you're my mirror
My mirror staring back at me, staring back at me.
Mise il viso nell'incavo del mio collo e io sorrisi. Dio, quando diventava così timido mi faceva impazzire letteralmente, era come un cucciolo impaurito dal mondo e io dovevo essere pronto a proteggerlo, così come ho fatto con mio fratello, anche se ora mi viene il magone a pensare che fosse così grande, che avesse un... ragazzo e che sapesse curare Jack molto meglio di me.
"So che siamo incasinati, d' accordo? Io sono impulsivo, irascibile e ti sento dentro come mai mi era capitato. A volte ti comporti come se mi odiassi, un minuto dopo hai bisogno di me. Non faccio mai niente di giusto e non ti merito... Ma maledizione, ti amo Abby. Ti amo più di qualsiasi cosa o persona abbia mai amato. Quando ci sei tu non mi servono alcol, soldi, incontri nè storie da una notte... Tutto ciò che mi serve sei tu. Sei l'unica cosa a cui penso. Di cui sogno. Sei tutto ciò che voglio." sussurai vicino al suo orecchio.
"Quante volte hai letto Walking Disaster per poterti imparare questo pezzo?" disse sorridendo e alzò lo sguardo, riposizionando la fronte sulla mia. Aveva gli occhi lucidi che rendevano quel celeste ancora più bello.
Non risposi, preferì occupare la mia bocca a baciare la sua, piano, e per un attimo mi accorsi di come quella situazioni, le luci, l'atmosfera e quel calore strano al cuore possa assomigliare a quel giorno di natale, quando mi illusi che tutto quello che provavo era per la festa natalizia e non perchè ero perdutamente preso da lui.
Restammo a ballare quel lento per tutta la canzone e quando finì ci spostammo un po', poi mi voltai a tutti quelli che ancora ci stavano guardando chiedendo cosa ci fosse da guardare e poi sbottando ad alta voce la risposta: "Oh andiamo, lo sappiamo che siamo due meraviglie celestiali, ma non c'è bisogno di allagare la palestra, e per allagare, intendo in tutti i sensi!"
Castiel scoppiò a ridere e uscimmo mano nella mano sotto gli occhi di tutti, a metà del vialetto che portava alle panchine incontrammo Sam.
"Ehy Sammy" salutai con un cenno del capo, lui sorrise timidamente e i miei occhi caddero su un succhiotto sulla mascella. Dovevo farmene una ragione: lui ormai era un adulto. "Salutami Gabriel!" sbottai.
Notai il suo viso diventare di un colore simile al rosso di un peperone e non ebbe neanche il tempo o forse il modo di ribattere che noi gli passammo al lato e proseguimmo verso una panchina fortunatamente vuota. Ci sedemmo e subito dopo mi guardai intorno, mi spuntò un sorriso dolce nel notare che quella panchina era la stessa del nostro primo bacio.
"Castiel..." dissi piano, prendendo le sue mani e sfiorando il dorso con il pollice. "Mi hai chiesto di farti delle promesse e io le ho accettate..."
"Si Dean" fece lui. Incastrò le nostre mani meccanicamente, le sue guance gli divennero rosse e solo dio sa che gli passava per la mente, soprattutto dopo il discorso fatto nella palestra.
"Voglio che me ne faccia una tu..."
"Qualunque cosa, Romeo." sussurrò piano.
"Sposami."
Castiel alzò di scatto il viso e mi fissò con la bocca aperta, le sue mani si spostarono dalle mie, mi prese il viso per baciarlo, mentre sentivo le sue guance rigarsi di lacrime, sentivo che tremava al contatto con la mia pelle e subito dopo quelle che prima erano semplici lacrime di commozione, ora erano veri e propri singhiozzi. Mi abbracciò così forte da far male e io non ebbi il coraggio di scollarmi fino a che non si fosse calmato.
Mi baciò di nuovo, questa volta con passione e voglia, si avvicinò posando la mano tra le mie gambe e stringendo l'interno della gamba. Se quello fosse stato il suo modo di dirmi di si, allora avrei dovuto dirglielo fin dalla prima volta che ci provai con lui!
Scesi a baciarlo sul collo e lo sentì ansimare il mio nome dopo qualche bacio, non facevamo l'amore da prima della nostra lite e avevo una voglia matta di farlo con lui, ma dovetti fermarmi, perchè ora le mie mani si stavano spingendo fin troppo oltre per una panchina di un college: ci avrebbero denunciati per atti osceni in luogo pubblico!
Gli presi la mano e lo trascinai in macchina, con qualche difficoltà nel correre siccome non eravamo nelle condizioni migliori, poi accesi e mi diressi verso casa sua.
Arrivammo a casa sua ed aprì la porta, per poi entrare e farmi spingere contro il muro dell'entrata, continuava a baciarmi e spingersi contro di me con tutto il corpo. Quando mi prese in braccio e iniziò a strusciarsi contro la mia erezione non seppi trattenermi dal dirgli di smetterla di aspettare e di andare in camera da letto, mi fece sedere sopra di lui e ci spogliammo velocemente. Pura passione scorreva tra di noi e tra un bacio e l'altro iniziò a gemere, mentre mi muovevo sopra di lui, tenendomi i fianchi e spingendomi più in basso quando voleva più piacere.
Misi le mani sulle sue e mi venne spontaneo portare la testa dietro e chiamarlo eliminando ogni minimo pezzo di dignità che mi era rimasta, ormai mi conosceva, sapeva che quando mi entrava dentro mi faceva impazzire come nessuno aveva mai fatto.
Ribaltò la posizione e iniziò a spingersi, tenendo le mie gambe ben alte e non staccando le mie labbra dalle sue, chiamando il mio nome e fissando i miei occhi nei suoi, sorridere di tanto in tanto e sussurrarmi quando mi amava.
Questo era il miglior rapporto avuto tra noi, decisamente, e tutto perchè gli avevo chiesto di sposarmi. Una volta sposati e andati in luna di miele, mi avrebbe fatto tornare a casa con 3 cuscini sotto al sedere, ne ero sicuro!
Arrivammo insieme, come sempre tra l'altro, e si spostò da me. Posò il volto sulla mia spalla, ascoltando il mio cuore tentare di riprendere il giusto ritmo e con la punta delle dita ripercorreva l'inchiostro nero segnato sulla mia pelle, poi mi diede un bacio sulla guancia e si strinse a me.
Nonostante ci fosse un caldo dell'anima, soprattutto dopo averlo fatto, non mi dispiaceva esser abbracciato a lui e accarezzargli i capelli sudati mentre i nostri fiati e i nostri cuori tentavano di ritornare al giusto equilibrio.
"Si, lo voglio." sbottò lui, dopo una mezzora buona.
"Ti giuro, non lo avevo capito!" ironizzai. "Dovrei chiederti più spesso di sposarmi!"
"Si, dovresti Dean!"
Gli diedi un bacio sulla fronte e intrecciai la mano della sua.
"Castiel Winchester..." sussurrai piano "... Dean Novak?"
Scoppiammo a ridere subito dopo aver detto quei nomi: guardandoci alle spalle, ripensando alla prima volta che ci siam visti, non avremmo mai immaginato che questo sarebbe mai successo.
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...