Words.
(Dean POV)
Le chiavi della mia impala erano sotto le grinfie del professore di letteratura e per quanto lui fosse qualcuno a cui dare rispetto e cortesia, non riuscivo a darmi una calmata. Quella era la macchina, anzi la bambina di mio padre e non permettevo a nessuno di sfiorare ne lei ne le chiavi, tra l'altro c'era il porta chiavi dei Guns'n'Roses ed era un motivo in più per incazzarmi.
Presi un grosso respiro e guardai Kevin che scosse il capo in segno di negazione, anche lui sapeva che le mie cose non dovevano essere toccate soprattutto se riguardavano la mia famiglia, ma tutto girava a mio favore: la scuola era deserta e il tavolo il cui poco prima era seduto il professore era ben distante e isolato dalla signora che teneva sotto controllo ogni archivio o ritiro.
Sorrisi in tono di sfida e lo guardai, sentivo lo guardo di Kevin guardarmi torvo come ogni volta che incitavo una rissa e perfino lui ne aveva paura. Studiai i suoi occhi celesti, la sua espressione sicura e le sue labbra appena aperte come se cercasse di dire qualcosa. Dio, se lo odio!
"Forse è il caso di finirla qui" disse Kevin cercando di appianare i toni, ma entrambi non gli prestammo molta attenzione perchè tra noi scorreva la tensione di qualcosa che doveva succedere. "Dean, dai il libro al prof."
Ripresi un altro respiro e mi avvicinai al viso del prof, faccia a faccia. Non riuscivo a pensare che se non fosse stato del college lo avrei già pestato per un affronto così, con la mia piccola nelle sue mani, con l'unica cosa che avessi della mia famiglia.
"Le mie chiavi." dissi in tono fermo.
"Il mio libro." ribatté. Anche lui fissava i miei occhi, senza neanche distrarsi un attimo, quasi potesse caderci dentro se fosse stato distratto.
Sbattei il suo dannato libro sul tavolo e la signora sbottò qualcosa sullo stare zitti, vidi fare lo stesso e ci volle in un pò prima che i nostri sguardi si staccassero completamente. Presi le mie chiavi, feci un passò indietro non staccando gli occhi dai suoi e sorrisi malizioso, quasi mi fosse piaciuto tutta quella tensione tra noi... O forse era proprio così, perchè dovevo ammettere che quello strambo professore di cui non sapevo neanche il nome, mi persi la presentazione il primo giorno che venne qui, aveva non solo gli occhi color cielo, ma anche delle labbra che solo a pensarci... Dovevo decisamente far qualcosa. Dovevo smetterla di pensare queste cose con lui, un conto fare pensieri su Abbadon che non mi ha mai dato problemi con il suo carattere e il suo modo di insegnare, voglio dire che a parte il ritardo non c'era altro per cui litigare o parlare con lei, mentre con sto tipo era diverso: si credeva il prof amicone di tutti che insegna ed aiuta i suoi alunni anche nella vita o nei consigli. No, io lo odio!
Se me lo sarei scopato? Si, quello si, ne sarebbe valsa la pena e da come si comporta penso proprio che andrà a finire così, che ci sarebbe stato.
Percorsi la biblioteca con Kevin ed uscì mordendomi le labbra a quei pensieri che mi passavano per la mente. Non avrei dovuto avvicinarmi così a lui.
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Venerdì.
Ero nella mia stanzetta e avevo appena finito di sistemare. Avevo messo i miei jeans neri e strappati sulle ginocchia e la mia maglietta a giromanica dei Black Sabath, poi preso le mie chiavi e controllato se avessi abbastanza soldi per quella serata. Presi un preservativo dal comodino, non si sa mai, lo misi nella tasca dei jeans e uscì dalla cameretta.
"Dove vai Dean?" chiese Sam appena mi incontrò nel corridoio. Aveva un bicchiere di succo di ananas e si dirigeva nella sua camera: quella sera aveva invitato Jessica a casa e avevano mangiato una pizza con Bobby e Jody. Forse era un bene che io non fossi presente quella sera, anzi notte. Sapevo fin troppo bene come andava a finire!
Gli rubai un sorso dal bicchiere.
"A lavoro, idiota"
Scesi le scale velocemente e andai da Bobby, lo trovai nel suo ufficio sotto montagne di scartoffie dell'officina e lui che tentava di uscirci fuori facendo dei conti di budget.
"Zio, vado a lavoro!" sbottai, anche se sapevo bene cosa mi aspettava, ormai non riuscivo neanche a dirglielo con tatto, era lui a non capire l'importanza di quelle situazioni, seppur pericolose.
"Bene." fece freddamente dopo un occhiata fulminea.
"Ok. Non aspettarmi sveglio, torno all'alba come a sempre!" aggiunsi.
"Finirai per farti uccidere!" sbottò nervoso, sbattendo le mani sulla scrivania e alzandosi.
"Non è affar tuo! Devo tener il conto di Sam e del college. Vuoi che resti qui a guardarti spaccarti la schiena?!" urlai. Non volevo litigare, ma lui non capiva sul serio il mio punto di vista.
"Voi siete tutto ciò che mi rimane, siete come figli!" fece avvicinandosi.
"Si, ma non lo siamo difatti. Ora, scusami, ma devo andare."
A grandi passi mi voltai e andai verso la cucina, sentivo lo stomaco contorcersi per le parole che avevo appena detto, gli occhi che non volevano resistere a quel dolore, poi mi fermai di colpo al suono della voce di zio Bobby: tremava, sembrava quel genere di voce che si ha quando si è raffreddati.
"Forse nessuno te lo ha detto, Dean, ma la famiglia non finisce con il sangue!"
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...