Suspects.

407 20 0
                                    

Suspects.


(Dean POV)
I giorni passavano uno dietro l'altro e vedere Cas giraci per casa senza maglia e con quel tatuaggio mi rendeva felice, era qualcosa di permanente e eterno, come quello che avevo fatto per lui, per noi. Nonostante questo, il lavoro e lo studio mi tenevano lontano da ogni sorta di relazione sociale: Vagavo per casa con libri per le mani, gesticolando e parlando da solo e quando Jody mi portava qualcosa da mangiucchiate in camera, la facevo restare per due chicchere, che poi non è che si interessasse tanto di me, ormai era la "nonna Jody" e il suo unico pensiero era Jack, al contrario dello zio Bobby a cui preoccupava la mia salute, mi vedeva sempre dormire a causa delle corse o con i libri a sottolineare quell'assurda chimica, poi sospirava un "Ai miei tempi bastava un corso dal meccanico di fiducia per farti un officina!" E io sorridevo sempre al suo sconforto.
Tuttavia in questi giorni chiarì tutto a Kevin e raccontai sia a lui che a Connie, i quali divennero ottimi amici, come stavano veramente le cose, senza pettegolezzi e cose inventate.
Ora ero in mensa e stavo studiando per l'esame di matematica che mi aspettava a fine settimana, di tanto in tanto alzavo gli occhi su Sam: non mi piaceva il suo amico e dovevo saperne di più. Entrambi si alzarono e uscirono dalla mensa, diretti all'ala della scuola dedicata all'indirizzo di mio fratello.
"Connie, conosci un certo Gabriel? Biondo, un po' bassino, magro..." Cercai di spiegare, mettendo tutto a posto e finendo l'ultimo sorso di coca cola nel bicchiere.
Ci pensò un po' su, facendo il labbrino dolce: Quella ragazza era adorabile quando faceva così.
"Forse dici Gabe, comunque si, fa il quinto anno. Un tipo simpatico e fa sempre scherzi idioti a chiunque, è molto amico di tuo fratello. Li vedo spesso insieme! Problemi?" Sorrise, mentre parlava schiacciava i tasti del telefono e fece una foto al pranzo che aveva appena finito. Alcune volte pensavo avesse una leggera dipendenza da internet.
"è impossibile da odiare Gabe, mi pare comunque strano che sia amico di tuo fratello, lui è tutto serio!" aggiunse Kevin, anche lui stava studiando matematica, ma era 10 volte più calmo di me.
"Si, tienimeli sotto controllo. Non mi piace quel tipo..." dissi alzandomi "Se provasse a far qualcosa al mio fratellino, lo ammazzo!"
Connie accettò la missione, adorava fare queste cose, anche perchè diceva che con il bastone dei selfie riusciva a scattare foto senza essere vista. Io non ne capivo certo di quelle cose!
---
Avevo appena chiamato l'ospedale per prenotare la visita al cuore, che poi vera e propria visita non era, e per un colpo di fortuna l'infermiera mi aveva inserito in una visita annullata qualche minuto fa per quel pomeriggio. Mi disse che il tutto sarebbe durato un ora e di non preoccuparmi che il mio piano malefico contro il mio fidanzato sarebbe rimasto al sicuro: dalla voce dell'infermiera, sembrava avesse appena finito gli studi e mi chiesi perché tutte queste belle ragazze siano sbucare fuori proprio dopo che io abbia preso decisioni così importati come farmi famiglia.
Arrivai a casa di Castiel e dalle urla di gioia capì che Jack stava giocando, quando aprì la porta e proseguì il piccolo corridoio per la cucina, vidi il professore steso su un asciugamano con il piccolo e un mare di giocattoli intorno.
"Dean!" fece Cas, anche se aveva il bambino straiato sulla faccia.
Al mio nome il piccolo si girò e fece un altra pernacchia, poi si voltò completamente e goffamente iniziò a gattonare verso di me. Quasi come una visione, una manina dopo l'altra arrivò ai miei piedi e mi venne un tonfo al cuore, quando feci per prenderlo e lui si tirò su aiutandosi con i miei pantaloni. Durò qualche secondo, ma poi cadde con il sedere a terra.
"Campione!" dissi tirandolo su e facendolo saltare, come al solito Cas mi sgridò, ma le urla di Jack attutirono la sua voce. "Inizia a camminare, che poi andiamo a far conquiste nel bar! Le ragazze amano i papà!" sorrisi.
Andai a sedermi affianco a Cas e quello mi diede appena un bacio per quello che avevo detto. Geloso a dir poco!
"Ascolta prof, oggi mi accompagni in ospedale? Devo fare una visita." feci dolcemente, i miei occhi erano fissi sul bambino che ora non stava un attimo fermo e si reggeva ovunque pur di stare su due piedi.
"Cosa? Perchè?" fece lui alzandosi a sedere, sbiancò. Chissà quale tragedia passava per la sua mente e la cosa mi fece sorridere perchè era tutt'altro che brutto quello che avevo in mente.
Jack si strinse alla mia maglia, dalle spalle, e si tirò su di nuovo, mentre io cercavo di tenerlo con la mano sul panno: ora erano finiti i giorni di gioia e pace, dovevamo stare davvero attenti o si sarebbe tirato chissà cosa sopra.
"Ho un controllo tra un ora, non mi sento granchè!" dissi.
"Ok" sussurrò preoccupato, poi iniziò a mettere tutti i giochi nel box.
Io presi Jack e iniziai a giocare con lui, mi piaceva alzargli la maglia e fargli la pernacchia sulla pancia, mentre lui muoveva le gambine e urlava di gioia, poi gli misi il completo che avevo comprato ieri: dei jeans neri, le scarpe Nike che mi costarono un rene al mercato nero e la maglia con scritto "Sorry ladies, daddy is taken!".
"Jack, lo sai che papà ti metterà la passione per le macchine e ti insegnerà a modificarle, vero? Così andiamo ai primi campionati rally insieme! Ti farò da navigatore se vorrai!" Gli dissi, controllando che nella borsa ci sia tutto. Lui giocava con il suo teddy e di tanto in tanto gattonava più in là alla stanza.
"Scordatelo Romeo" rispose Cas, solo allora mi accorsi che mi stava osservando. Prese il bimbo in braccio e mi stampò un bacio sulle labbra, finalmente mi stava salutando come si deve! "Il mio bimbo starà al sicuro!"
Gli feci il verso e quello mi guardò male, poi uscimmo di casa e ci avviammo verso l'ospedale.  

Teach me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora