A thousand times good night.

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A thousand times good night.


(Dean POV)
La mattina era fresca e sentivo così freddo da dovermi imbacuccare con le coperte fino al mento e coprirmi il viso con i cuscini, non sono mai stato capace di alzarmi dal letto per qualsiasi cosa e persino negli inverni più freddi mi raggomitolavo su me stesso per riscaldarmi, fino a che zio non veniva per controllare che stessi dormento e mi stendeva una coperta sul corpo. Forse questa volta non lo aveva fatto perché era arrivata l'ora di alzarmi.Aprì gli occhi piano e mi scoprì sorridere dolcemente, probabilmente aver di nuovo sognato il professore centrava qualcosa e il fatto che era sabato e che la sera sarei stato alla festa di Jessica era un incentivo in più a svegliarmi e affrontare quella giornata. Mi misi a sedere e accesi il cellulare posto come sempre nel mio letto: Da fuori sentivo la pioggia cadere forte e alcune gocce sbattere forti contro il vetro della mia finestra, sarebbe stato difficile andate al college e baby certamente non avrebbe collaborato. Mi ero messo d'accordo con zio e Benny per fargli un controllo generico perché le ruote erano troppo lisce ora e l'olio mancava.Mi voltai verso la sveglia ed era spenta, per un attimo mi venne un tuffo al cuore nel capire come fosse successo che la spina si fosse staccata di punto in bianco, mi volto al telefono: Segna le 11 di mattina."Cazzo!" Sbottai con le mani tra i capelli.Aprì la finestra e fuori c'era un vero e proprio temporale con tanto di fulmini all'orizzonte, presi l'occasione per sistemare la camera e subito dopo mandai un messaggio a Lisa dandogli un semplice buon giorno, subito dopo a Castiel:-Buon giorno Cas, ti manca il tuo Romeo. Ammettilo!Entrai in bagno e iniziai a lavarmi, sentivo la pelle rilassarsi sotto il getto caldo dell'acqua e tutto il mal umore avuto in quel mese scivolare via nello scarico come se fosse solo sporco appicciatosi sulla mia pelle. Ora come ora stavo bene e non capivo perfettamente cosa mi provocasse quella strana sensazione di serenità, neanche quando conobbi Lisa mi sentivo così rilassato e la cosa mi spaventava: Castiel era il contrario di me, troppo preciso e sulle sue, mentre io ero ribelle, il tipo da una notte e via e mi piaceva dannatamente non prendermi impegni, pensare "ok, finisce qui e basta." Ed averne la piena certezza. D'altronde non mi piaceva pensare che quell'uomo dagli occhi color ghiaccio diventasse di qualcun altro, ne ero geloso come si è gelosi di qualcosa di già tuo.Uscì dalla doccia 20 minuti dopo e mi misi una tuta a bassa vita e una maglietta nera a maniche corte: fuori poteva anche diluviare, ma in casa si stava bene coni termosifoni e il camino acceso. Zio era un tipo freddoloso.Uscì dalla stanza ed entrai in quella di Sam, certamente lui sarebbe andato a scuola anche con un tornado in corso. Avrebbe preso ispirazione da Mary Poppins e con in mano un ombrellone sarebbe volato via verso la scuola, eppure con mio grande stupore sentì che anche lui era nel suo bagno.Mi avvicinai alla porta e bussai."Sam" chiamai subito dopo "Questa sera ci sei?""Si" rispose, mentre l'acqua della doccia continuava a scorrere "tu lavori?""No, domani lavoro. Ascolta, dopo hai un passaggio? Io penso di restare un po' di più del solito.""Domani è domenica, chi lavora di domenica?" Fece stupito dalla strana affermazione, in effetti nel fine settimana non lavorava nessuno se non i negozi nel centro o i grandi supermercati aperti 24h, e il mio lavoro che richiedeva presenze continue a orari più disperati. "Comunque non ti preoccupare, sono da Jessica e zio lo sa!""Ok" dissi io, poi feci un passo per andare via e notai che sul comodino il suo telefono iniziò a vibrare, mostrando il nome di qualcuno che non conoscevo. "Hai appena ricevuto un messaggio da Gabriel, posso leggere?""No" disse di getto e sentì l'acqua della doccia chiudersi."Perchè?" Feci io. In realtà avevo già il suo telefono in mano e tentavo di scoprire il codice di accesso. Stupido blocco schermo!Uscì dal bagno quel tanto per strapparmi il telefono dalle mani e rientrare, feci spallucce. Iniziai a pensare che mio fratello non era un bravo ragazzo come pensavo e che nascondesse qualcosa con questo Gabriel, magari qualcosa che Jessica non sapesse.Buon sangue non mente!Scesi le scale e mi misi a tavola, tra una cosa e l'altra si era fatto mezzogiorno e zio aveva già cucinato qualcosa che dall'odorino sembrava delizioso. Prima che lui porti i piatti, mi arrivò un messaggio da Castiel e sorrisi nel leggerlo:-In realtà si sta molto meglio senza la tua faccia da schiaffi in quel banco. Mi rende la lezione molto più facile!Gli risposi subito:-Ci credo Cas, davvero!---Io e Sammy arrivammo alla festa alle 23.30 e trovammo parcheggio solo qualche isolato più in là per la gente che ci aveva partecipato, dopo aver fatto qualche passo a piedi verso la palestra iniziammo a vedere la gente fuori che chiacchierava e beveva in compagnia mentre la musica a tutto volume iniziava a farsi sentire come un martello in piena.Per l'occasione avevo indossato le mie care vans, i jeans un po' larghi e la maglia nera, con sopra una giacca rossa. Semplice e poi con tutta quella gente era da pazzi vestirsi con troppe cose, anche se dopo quella mattina c'era abbastanza fresco.Sammy mi salutò quasi subito, anche perché io ero troppo impegnato a prendere un bicchiere di birra e fissare due ragazze che si stavano baciando. Mi sentivo un vecchio bavoso, ma diamine erano due bionde scollate con una minigonna da paura! Comunque una ragazza si avvicinò e sorrise, era una del terzo anno che avevo incontrato nella sala d'attesa del preside per aver fatto qualche bravata probabilmente. È una brava ragazza sotto sotto e in quei minuti ci eravamo messi a ridere delle nostre malefatte."Ehy Winchester!" si avvicinò cingendomi la vita con un braccio e io posandogli l'altro sulla spalla. "Vuoi fare un tour o sei pratico di questi eventi?""Tesoro davvero mi hai chiesto una cosa del genere?!"Scoppiammo a ridere e l'accompagnai a prendere un pezzo di pizza al bancone, mi girai a guardare la folla: chi ballava, chi giocava a poker denudandosi quando perdeva, chi rimorchiava ragazze, infine un barilotto di birra con 4 o più persone, non riuscivo a vedere bene, che venivano incitate a bere di continuo. Io sinceramente ci provai una volta, a metà gara ero in ginocchio a vomitare: Sapevo gestire l'alcool, ma non in quel modo."Allora come va con il tuo terzo anno?" Gli dissi sistemandogli una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio. Diedi un sorso dal bicchiere."Oh, non ne parliamo. Diritto lo odio a morte, lui e quel gne gne gne su quello che dovrei fare!" Sbottò ondulando il capo al verso, morse il pezzo di pizza e continuammo il giro abbracciati. "Poi quella tipa... Come si chiama, la tenete anche voi! La Bradbury mi mette 3 perché non riesco a fargli i testi contrattuali, sarebbero delle tabelle che i clienti dovrebbero compilare. Ma Dio, a stenti so accendere il cellulare!"Mi misi a ridere di gusto e mi venne d'istinto di dargli un bacio consolatore sulla tempia, eravamo una bella coppia di disagiati noi due: Lei un maschiaccio che non voleva cambiare per nessuno e io troppo preso da me stesso per pensare ad altri. Tranne che... Insomma per la famiglia, ovviamente.Passai una mezzoretta con lei, ma dopo una birra ghiacciata avevo bisogno di fumarmi una sigaretta e rilassarmi lontano da quella musica, così uscì e poco più lontano dalla palestra mi sedetti su una panchina al riparo di un grosso albero. Cacciai il pacchetto dalla tasca e dopo aver acceso e tirato, mi stesi guardando le stelle: Era una serata serena.Chiusi un attimo gli occhi, godendomi il vento fresco entrarmi nella maglietta e farmi rabbrividire leggermente. Posai di nuovo la sigaretta tra le labbra, ma qualcuno me la strappò dalle dita, aprì gli occhi e nonostante quel gesto mi stava dando sui nervi, tutto svanì alla vista dei suoi occhi celesti."Il fumo fa male Dean" disse con un tono di rimprovero.Mi tirai a sedere con le gambe incrociate sul legno scuro della panchina e lo guardai."Tu che ci fa qui?" Sbottai guardandolo sedersi al mio fianco."Avevo le chiavi della biblioteca e stavo facendo delle ricerche. Al ritorno sento un baccano e pensavo fosse successo qualcosa, poi ti vedo qui e ho capito. Dove ci sei tu c'è sempre casino!" Disse scherzando.Si guardò in giro, fino a guardare la palestra da lontano, le luci uscivano fuori dalle finestre e la musica si poteva ancora sentire con chiarezza. La gente aumentava e altra era stesa nel prato a ridere di qualcosa, probabilmente del cielo che girava troppo veloce o di cavolate che l'ubriachezza crea."Idiota" sussurrai e lo spinsi piano.Si girò a guardarmi e sorrise, i suoi occhi si illuminarono di ancor più celeste ed era assurdo perché non c'era alcuna luce che potesse farlo. Dio, cos'era quella morsa che mi prendeva allo stomaco? Mi sentivo così vuoto e pieno di felicità insieme nello stare su quella panchina con lui e mi sembrava così strano, nessuno era riuscito a farmi sentire così, nessuno si avvicinava a quello che mi faceva provare il professore di letteratura.Cosa mi prendeva?Lo vidi diventare serio e scrutarmi con gli occhi. Sul serio, che mi stava prendendo?"Hai detto che tu mi vedi Cas, che mi capisci, ma cosa vedi esattamente?" Sussurrai piano, quasi non riuscivo a sentirmi."La mia rovina. Ecco, cosa vedo"Si avvicinò e in un attimo premette le labbra contro le mie, non riuscendo a muoverci più di tanto dallo shock: Lo avevo sognato, toccato, sfiorato, ma niente rendeva come la morbidezza e la leggerezza di quelle labbra sulle mie.Chiusi gli occhi e gli presi il viso tra le mani, gli ricambiai il bacio, sentendo quella morsa lasciarmi la pancia e prendermi alla testa, confondermi ogni certezza della mia vita.Mi avvicinai di più a lui, scendendo le gambe dalla panchina e portando le mani dietro la sua nuca. Non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra, a baciarlo e volerlo e quando sentì la sua lingua cercare la mia dovetti trattenermi dallo stringergli i capelli e tirarlo a me, su quella panchina. Tutta quella voglia di lui, quei giorni a provocarlo e quelle sensazioni erano esplose di colpo e non sapevo come tenerle dentro perché ardevano per uscire fuori. Dannato professore, chi eri? Perché mi facevi questo?Sentivo le sue mani entrare nella giacca e accarezzarmi piano la schiena, mentre l'altra era posata sulla coscia. Quell'uomo scherzava con il fuoco, decisamente.Scesi con una mano sul suo fianco e lo strinsi mordendogli le labbra, scivolai sul suo collo e iniziai a baciarlo e leccarlo, sembrava surreale sentire i suoi sospiri.Mi spostai da lui di colpo, pensavo stesse piovendo, ma erano gli irrigatori del campo a bagnarci e dopo essere scoppiati in una risata fragorosa, ci spostammo al riparo di un albero più lontano. Imbarazzo.Misi le mie mani sui suoi fianchi e gli diedi un altro bacio, delicato sta volta, poi sorrise fissandomi negli occhi."Romeo, la balia ha lasciato la porta aperta. Vieni da me?" Sussurrò vicino al mio orecchio. Mi venne un brivido, ma sicuramente era quel piccolo fruscio di vento a farmelo avere."Mia cara principessa, per la mia salute mentale dovrei decisamente andare a bere. Mille volte buona notte, Giulietta." Risposi. Girai i tacchi e andai verso la festa.Davvero avevo rifiutato?

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