You owe me.
(Dean POV)
La mensa era piena di studenti come sempre ed era una vera e propria sfida cercare un tavolo libero, Sam mi aveva guidato verso il tavolo delle cheerleader dove Jessica ne faceva parte e non mi sembrava una cattiva idea farne parte, anche perchè una di loro mi stava fissando come se mi volesse saltare sopra di punto in bianco e ovviamente non me la facevo scappare.
Mi sedetti con loro e iniziai a mangiare un toast alla marmellata di ciliegie e una fetta di torta che aveva portato Jody, dio se amavo quella donna, le sue torte erano il PARADISO!
"Sei fidanzato Dean?" Chiese la ragazza al mio fianco, Susan, anche se tutti la chiamavano Susy.
"Dipende da chi me lo chiede." Sussurrai, feci scendere gli occhi sulla divisa da cheerleader e sorrisi. Fissai i suoi occhi. "Per te, ovviamente, no"
Scrissi il mio numero di telefono sulla sua mano e con eleganza baciai il dorso, proprio in quel momento passò Castiel. Un momento, il professore Novak. Sembrava non avermi visto e si dirigeva verso un tavolo solitario vicino alla finestra, una volta lì cacciò un libro e iniziò a mangiare una fetta di pizza con fare calmo. Lo osservai per qualche secondo con interesse, in realtà non capivo neanche io perchè mi mettesse così tanta curiosità eppure mi metteva buon umore sputare il mio carattere su un uomo che è tutto l'opposto di me.
Mi alzai e presi la mela di Sam.
"Ehi!" Si lamentò, ma non gli diedi molto conto e continuai a fare quel che avevo in mente. Incisi 'U O M', ovvero 'sei in debito con me'.
Presi la mia tracolla e cacciai fuori il primo libro che avevo, lo aprì al segnalibro con la foto di mamma e papà e la misi alla prima pagina. Subito dopo mi sedetti di fronte al professore che mi diede uno sguardo e riprese a leggere, alla faccia della considerazione!
"Si cammina nella vita con la mano nella mano di una persona; poi, a un tratto, questa persona scompare là dove non c'è un dove, e tu stesso ti fermi davanti a quell'abisso e ci guardi dentro. E io ci ho guardato." Recitai di fronte a lui. Quando alzai lo sguardo mi accorsi che lui aveva smesso di mangiare e mi stava guardando fisso negli occhi con un viso misto tra stupore e tristezza.
Si pulì le labbra con un fazzoletto e mi sorrise dolcemente, un sorriso palesemente triste.
"Vedo che ti ho convinto a leggere." Fece.
"Si, ancora non capisco cosa ci trovi di bello, ma mi hai incuriosito." Ammisi. "A quanto pare mio padre regalò questo libro a mia madre nel periodo prima del matrimonio."
"É una cosa dolce, dì a tuo padre che ha un grande gusto sulla letteratura!" Disse.
Mi prese un tonfo al cuore e dovetti distogliere lo sguardo alla finestra: alcune matricole correvano per non perdere la lezione e mi girai a guardare Sammy. Come sospettavo, era preso male dal panico di perdere la lezione e fece appena in tempo a salutare e scappar via.
"Ha dimenticato un libro, prof" feci dopo qualche minuto e glielo posai di fronte. Era La Patente di Pirandello, uno dei pochi che lessi e finì e che mi piacque veramente. Gli misi la mela di fronte a se e ripresi il mio solito carattere.
"Ora è in debito di un passaggio sulla mia deliziosa Impala e del libro." Sorrisi scendendo gli occhi alle sue labbra "Facciamo che sul libro lascio stare, ma sul passaggio... Bè potremmo discuterne."
Mi alzai dalla sedia e notai che quasi tutti i tavoli erano vuoti, era suonata la campanella?
Ne colsi subito l'occasione.
"Magari in privato, non se ne pentirà. Nessuno se ne pente!" Aggiunsi
Incarai la dose mordendomi le labbra e fissando le sue, poi scendendo al collo. Mio dio, se mi faceva venir voglia quell'uomo!
Uscì dalla mensa canticchiando Ehy Jude dei Beatles e arrivai all'armadietto di Kevin dopo 10 minuti.
"Hai qualcosa da dirmi?" Fece affacciandosi dallo sportello e chiudendo subito dopo. Aveva il libro si meccanica e chimica tra le braccia, ciò significava che tra due ore avrei avuto mal di testa a capire tutta la teoria.
"Che vuoi che ti dica?!" Sbottai.
"Il tuo sorriso la dice lunga!" Ridacchiò.
"Ma taci idiota!"
Lo spinsi scherzosamente ed entrai in aula con lui al seguito.
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Casa quel giorno era stranamente silenziosa a parte Bobby che discuteva con Benny riguardo alcuni pezzi d'auto prenotati o sulle varie marche.
Scesi velocemente e salutai entrambi con un cenno, poi cercai Sam per la casa, ma non lo trovai. Tornai da Bobby.
"Zio, hai visto Sam? Devo chiedergli una cosa." Feci pratico. Lui scosse il capo e diede un altro morso all'hamburger. "Benny, domani sera prendo mia figlia. Ci vediamo al solito posto?"
"Ovviamente si, ci prendiamo una birra dopo?" Chiese ed annuì.
Entrai in camera di mio fratello e trovai tutto ordinato come al solito, mi sembrava ovvio che fosse uscito con Jessica e che avesse preso il mio profumo dal mio bagno. Quanto odio aver un fratello minore!
Andai vicino al mobile e trovai i suoi libri con affianco la boccettina, subito dopo trovai un numero di telefono.
'Oggi manca Jessica... Ci vediamo alle 19 nella zona dormitori? G.'
Sorrisi orgoglioso di mio fratello ed uscì dalla sua stanza prima che tornasse, perchè ovviamente lui poteva spiare i miei cassetti ed io no.
Arrivai a casa di Lisa appena 30 minuti dopo e presi l'ascensore per il 3° piano. Oggi era sola a casa e sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi.
Casa sua era piccola, ma ben ordinata negli spazi: entravi e trovavi il salone con lo schermo a plasma e la libreria piena più da angeli e fate che da libri, sua madre ne era ossessionata, poi la sua camera e la cucina.
Entrai e dopo i convenevoli decidemmo di mangiare una pizza sul divano e guardare la tv.
"Come è andata a scuola?" Chiese dolcemente.
"Bene" risposi, pensando alla cheerleader e all'appuntamento di domenica.
Mi girai a guardarla e lei mi sorrise dolce, quasi mi dispiaceva comportarmi male con lei, ma nessuno mi avrebbe cambiato e se lei era così stupida da crederci davvero, bè, fatti suoi!
Gli diedi un bacio di quelli dolci e calmi e dopo continuai a guardare CSI, a quanto pare l'assassino era il vicino di casa.
Lisa si avvicinò a me e si sedette sulle mie gambe, senza preavviso. Iniziò a baciarmi e scendere al collo e quando iniziò a muoversi con il bacino contro di me, gli incitai di continuare con le mani suoi fianchi a guidarla. Mi morsi le labbra e mi godetti lo spettacolo con gli occhi chiusi sulla spalliera del divano, sentivo già la bestia pretendere di voler uscire, mi chiesi se era per colpa di Lisa o per il fatto di star immaginando di far tutto quello con Castiel.
Aspetta, stavo pensando a Castiel?
Si, quell'uomo era il sesso in persona e non mi sarei soddisfatto finchè non avrei sentito la sua pelle su di me. Stavo usando tutte le mie armi con lui e niente, a quest'ora avrei avuto chiunque in ginocchio di fronte a me, letteralmente, nel bagno degli uomini.
Spinsi Lisa di fianco e iniziai a toccarla tra le gambe e sul seno, baciarla e eccitarla.
Si, dovevo decisamente smettere di pensare a Castiel.
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Teach me.
FanfictionCastiel dopo la fine della sua relazione con Meg si trasferisce alla Texas Tech University ad insegnare lettere, li incontra Dean Winchester, studente intelligente ma ribelle. Tra di loro nasce subito uno strano rapporto, a Dean interessa solo il se...