You.

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You.


(Dean POV)

Era il tre gennaio ed ero sicuro che zio avesse preso una botta in testa negli ultimi giorni, era molto più spensierato e beveva meno, per non parlare del fatto che mi sta facendo riparare un auto tutto da solo! 

Ogni tanto lo vedevo passare e dare un occhiata, ma nulla di che, se ne stava nel suo angolo a sistemare e pulire il sistema di raffreddamento di una BMW con Benny e poi farsi aiutare da un tecnico per riparare il parabrezza. In questi giorni ci eravamo divertiti a casa di Jody, in pratica ci abbiamo vissuto da lei perchè pranzavamo e poi tornavano per la cena.
Si parlava, si guardavano film e quando rimanevo da solo con lei mi ossessionava chiedendomi di Castiel e io ovviamente negavo. Anche se avevo una nostra foto come sfondo del telefono, una foto in cui eravamo stesi e lui era scoppiato a ridere per non so cosa e io lo guardavo sorridendo.
Inoltre Sam mi preoccupava, si chiudeva in qualche camera a caso e parlava al telefono, ma non con Jessica, con lei non rideva così spesso e non se ne usciva rosso come un peperone per chissà quale oscenità dette, sinceramente tutta sta storia mi incuriosiva parecchio e sospettavo fosse G. Quando gli diedi il mio regalo, un pacco di preservativi, con un biglietto con su scritto "fanne buon uso con Jessica e G." lui mi guardò con gli occhi sgranati e un sorriso imbarazzato, ma non per il regalo, se lo aspettava da parte mia, ma per il biglietto.
Ricordo che mi diede uno spintone ridacchiando e dopo in privato mi pregò di non dire nulla alla bionda, oltre che a chiedermi come avessi fatto a scoprire tutto.
"Zio, io qui ho finito!" dissi e mi pulì le mani intrise di grasso con lo straccio che avevo agganciato alla tasca posteriore dei jeans. Lo vidi avvicinarsi e alzare l'auto sul ponte sollevatore per controllare che dal radiatore non cadesse quel liquido rosato di prima.
"Mi mancano solo le incisioni fatte ai lati e passare la cera, ma lo faccio fuori o ti inondò l'officina!"
Mi strappò lo straccio dalle mani e iniziò a pulire alcuni punti, poi mi guardò con un sorriso annuendo e abbassò il tutto. Intanto vedevo scendere l'auto, mi stava prendendo la voglia di ammazzare Benny, si stava beatamente fumando una sigaretta fuori e io ne avevo voglia da giorni.
Non potevo far nulla con Jody attaccata alle costole nel tentativo di sapere, neanche fossi sua figlia alla prima cotta, e Bobby e Sam che mi inserivano in discorsi strani non appena tentai di filarmela in giardino.
"Dean" fece d'un tratto zio, riportandomi alla realtà. Mi diede una strana pacca alla spalla e quando mi passò le chiavi abbassò lo sguardo, quasi imbarazzato. Le presi in silenzio e lo guardai preoccupato. "Ehm... Se volessi un consiglio da un vecchio, non so, su qualsiasi cosa..."
Anche tu zio? Dio, era così evidente che mi scopavo il mio professore? Lo oltrepassai, mi girai le chiavi tra le mani e finalmente trovai quella giusta.
"Certo papà, lo so che ci sarai sempre per me!" sorrisi a quelle parole. Era la prima volta in assoluto che lo chiamavo padre. Fissava ancora in basso, poi alzò di colpo, rendendosi forse conto di quello che avevo detto. Mi guardò, mentre inserivo la chiave e mettevo a moto.
"Cosa?" fece stupito, con gli occhi lucidi.
"Niente zio, lascia stare!"
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Mancava un'ora prima di andare a lavoro e la cosa mi metteva nervoso, volevo portare con me Castiel e mostrargli davvero tutto della mia vita, sperando avesse capito. Lui era comunque un professore e anche se era il tipo new age che tutti avrebbero voluto, aveva comunque delle responsibilità a cui tener conto, soprattutto se poi il ragazzo con cui usciva era un suo alunno.
Presi il cellulare e guardai l'ora: 23.10. Uscì dalla mia stanza e sentì Sam parlare, la curiosità di fermarmi era quasi toccabile nell'aria e mi avvicinai alla sua porta, osservando il corridoio se in caso qualcuno fosse arrivato di colpo.
"Ti prego, smettila di dirmi queste cose!" disse Sam scoppiando a ridere poi.
"Perchè ci sono i miei a casa e non posso... Non sono mica un adolescente! Se mi scoprisse mio fratello mi prenderebbe in giro a vita Gabe!"
Boom, mi dispiace fratellino, ma sei già stato scoperto da tempo! Scesi le scale velocemente chiedendomi che razza di nome fosse Gabe, non che Castiel fosse molto usuale, ma...
Aspetta, Gabe era un nome maschile o femminile? No, perchè se fosse stato maschile mi avrebbe un pò sconvolto. Il mio fratellino non poteva essere un unicorno come a me!
Sorrisi e salutai zio, poi mi diressi verso casa di Cas. Bussai.
"Chi è?" fece con voce assonnata.
"Il principe azzurro!" risposi io.
Mi aprì con un sorriso e il pigiama celeste gli faceva risaltare quel mare che aveva negli occhi.
Non c'era nessuno e ne approfittai per dargli un dolce bacio sulle labbra, di quelli che si danno sulla porta, lenti e eccitanti in un certo senso. Portai le mani sui fianchi dell'uomo ed entrai, spingendolo poi contro il muro e chiudendo con il piede. Gli accarezzai le braccia e intrecciati le dita delle mani con le sue, sorridendo di quel momento al buio e così privato.
"Non vedo l'ora che ricominciamo il college. Voglio vederti ogni giorno, voglio stuzzicati ogni giorno e farti ridere con i messaggi!" sussurrai vicino al suo orecchio.
"È inutile che mi ammalii con ste parole, Dean. Finirà prima che tu te ne accorga!" sbottò lui e si spostò, andando in cucina. Lo vidi prendersi un bicchiere d'acqua e guardarmi fisso, serio, con le braccia al petto come una protezione.
"Ma che ti prende di questo periodo? Ti viene il premestruo?!" ironizzo e mi avvicino a lui.
Mi mordicchiai l'unghia del pollice osservando la sua reazione, mi chiesi perchè ci stavo rimanendo così male a vederlo così.
"Non capisco cosa centri questo!" disse guardandomi con gli occhi a fessura.
"Comunque non mi prende niente, solo che dovresti soppesare quel che dici e fai, Dean. Non puoi pretendere che io non mi incazzi! Vieni qui, parliamo, scherziamo, stiamo bene, mi dici quelle cose e lo facciamo. Poi te ne vai, come se io non fossi nulla per te!"
"Non fossi nulla per me..." scoppiai a ridere nervoso, poi gli voltai le spalle passandomi una mano sul viso. Feci qualche passò lasciando che il silenzio soppesi tutto il mio disappunto, peccato però che appena toccano i miei punti deboli perdo il senso della ragione. Mi voltai di scatto.
"Castiel, hai mai pensato a quello che ho fatto per te? Dannazione, sto mettendo te avanti a tutto: la mia famiglia, la mia reputazione, il college e il lavoro! Non so cosa cazzo mi stai facendo, ma non mi sono mai comportato in questo modo con nessuno e tu mi fai le scenate per Lisa, poi mi dici che ti tratto come un oggetto... Sappi solo che tutte le tipe della scuola hanno pianto per colpa mia. Non sono certo il tipo da regali di natale, non sono il tipo da messaggi, ne quello che ti chiama o viene a... Che ore sono? Le undici e mezzo per un bacio e farsi augurare buona fortuna!" sbottai urlando.
Le mani strinte in un pugno e lui che mi guardava ancora serio, ma con qualcosa negli occhi che lo tradiva. Lo vidi mordersi le labbra nervoso.
"Tu hai ragione, hai pienamente ragione. Non possiamo continuare così e devo fare una scelta, ma non pretendere che cambi da un giorno all'altro! Non sono solo il tipo ribelle che pensi, ho cose grosse tra le mani e non posso mollare per una nuova vita, capisci?" abbassai lo sguardo e feci qualche passò indietro.
"Io... Ho fatto dei cambiamenti per te e se tu non te ne sei accorto, bè scusami... Ora vado da mia figlia e poi a lavoro... Se sto bene e non finisco troppo tardi, torno!"
Mi voltai senza neanche guardarlo e quando sbattei la porta, scoppiai a piangere non capendone perchè. Mi accesi una sigaretta e cercai di calmarmi, mentre entravo nella mia cara Impala e mettevo in moto.

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