Love in the Time of Cholera.

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Love in the Time of Cholera.


(Castiel POV)

"Quello sguardo casuale fu l'origine di un cataclisma d'amore che mezzo secolo dopo non era ancora terminato."
Ho sempre amato L'amore ai tempi del colera, lo trovo straziante e realistico, un amore quasi eterno, combattuto e sofferto, a lungo tempo ignorato, sbocciato e consumato.
Rileggerlo adesso però mi da sensazioni nuove, quando ho letto questa frase mi è venuto in mente quel giorno in mensa, quello sguardo tra me e un ragazzo che allora non conoscevo, e che a mia insaputa avrebbe cambiato la mia vita.
Quegli occhi verdi, intensi e profondi come un lago, che nascondono una miriade di emozioni così diverse una dall'altra, sono diventati per me un vero tesoro, una luce nell'oscurità, la pace e il tormento, ogni cosa.
Stando con lui, scappando e poi rincorrendolo, piangendo e consumando il suo corpo, ho capito che la mia idea dell'amore era completamente sbagliata.
Non è la cenere che resta dopo che il fuoco che si è spento, non è quel piacevole calore che riscalda ma non brucia, è la fiamma stessa, è bruciare, soffrire, è mischiare la propria anima con un'altra fino a renderla una cosa sola.
Amare una persona vuol dire sentirsi esplodere dentro, sentire un emozione così forte che diventa incontenibile, che ti consuma, ti soffoca, e allo stesso tempo ti riempie di vita, di energia, di speranza e di sogni.
Ogni cosa che so, voglio condividerla con lui, ogni cosa che vedo, voglio che la veda anche lui, voglio che sia felice, che sorrida, voglio proteggerlo, da tutto, anche da se stesso.
Queste emozioni sono così forti che a volte mi spaventano, non so come affrontarle, come gestirle, e sopratutto non so come gestire lui.
Lui e le sue corse, lui e la vita che giocano a rincorrersi, devo fermare tutto questo.
Ora che ho trovato l'amore, non me lo farò strappare via così facilemente.
Forse mi odierà, ma devo farlo per il suo bene e per il mio.
Siamo qua sdraiati sopra il mio plaid scozzese a quadretti bianchi e rossi, sopra di noi il cielo azzurro e le fronde degli alberi che ci fanno ombra, tutto intorno il prato, i fiori, il rumore del ruscello che scorre, e il canto degli uccelli.
Lui riposa appoggiato al mio petto, con il braccio mi cinge la vita sotto la maglietta, mentre io gli accarezzo i capelli e rifletto.
Abbiamo fatto un bel pic nic, ho portato dei panini, birre fresche e una torta al cioccolato e vaniglia, che ovviamente ha divorato quasi tutta lui.
Ma non importa, mi basta vederlo felice, ed era tanto buffo con la faccia tutta sporca come un bambino.
L'ho pulito come fossi la mamma gatta con il suo gattino, a suon di baci e di leccate.
Naturalemente la cosa l'ha eccitato e abbiamo finito per fare l'amore, nudi sopra la coperta, con il sole che mi scaldava la schiena e il vento che mi scompigliava i capelli.
Gli tenevo la mano mentre entravo e uscivo dentro di lui, lui mi mordeva il collo, mi chiamava, ansimava, è stato bellissimo, come sempre.
Ora riposa sereno su di me, vorrei essere sereno anche io, ma non faccio che pensare alla corsa di domani.
Vorrei tenerlo qua, stretto tra le mie braccia, al sicuro, ma lui ha l'incoscenza della gioventù a sostenerlo, e non ne vuole sapere di smettere di correre.
Vorrei che ci fosse un modo per convincerlo, ma quale?
"A cosa pensi Cas?"
"A te..."
"Non ti basta che io sia qua? Devi anche pensarmi?" Mi chiede sorridendo.
"No, perchè vorrei che fossi qua anche domani, e dopo domani, e il mese dopo ancora..."
"Ci sarò!" Risponde lui dandomi un bacio sul collo.
"Non puoi saperlo, non se corri... Potresti morire, la tua vita potrebbe finire in un attimo, forse non te ne accorgeresti nemmeno. Ma io si, io rimarrei qui a piangere per te, a soffire... E' questo che vuoi?"
Lui resta in silenzio qualche minuto, accarezzandomi il petto.
"Non accadrà. E sai perchè? Perchè sono un fottuto Dio al volante!"
"Dean smettila, tutti muoiono, solo che la maggior parte della gente cerca di evitare la morte, tu invece ci corri incontro a 300 km orari!"
"Ma non la raggiungo mai!"
"Per ora!"
"Cas stai tranquillo, andrà tutto bene ok? La prossima volta ti porto con me, così mi porterai fortuna!"
Sorride sempre, neanche per un attimo gli passa per la testa la possibilità di morire.
Come vorrei farglielo capire... Forse ci vorrà del tempo, per adesso, tutto ciò che posso fare, è stargli vicino e proteggerlo come posso.
"Va bene, verrò con te... Almeno potrò tenerti sotto controllo piccolo irresponsabile!"
Lo bacio sulla fronte, lui ricambia e torna ad appoggiarsi sul mio petto.
Nel corso degli anni entrambi arrivarono, seguendo vie diverse, alla conclusione saggia che non era possibile vivere altrimenti, né amarsi altrimenti: nulla a questo mondo era più difficile dell'amore. 

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