Ci siamo dati appuntamento per le diciotto, in un parco.
Lo ammetto sono in ansia.Sono seduta su una panchina...guardando ripetutamente il telefono.
Completamente ossessionata dall'ora."Ehi"
Sento la sua voce dietro di me.
Giro la testa verso di lui.È nervoso.
Si nota da come sposta lo sguardo, su ogni cosa del parco, da come stringe le mani su se stesse, dal fatto che si scricchiola le dita."Ciao.
Che mi dovevi dire?"
Dico senza lasciar trapelare nessun emozione.
E senza pelo sulla lingua."Piano...ogni cosa al suo tempo.
Perché non ci prendiamo prima qualcosa...o una passeggiata.
M?
Che ne dici?"
Risponde velocemente."Non mi hai chiamato qui per chiedermi di fare una passeggiata....o per prenderci qualcosa.
Avanti su sputa il rospo"Sarò anche dura ma è vero.
Prima quello che mi deve dire.....poi il resto.
Sono fatta così.
È come se quando devo convincere mia mamma.
Prima "mammina" o "ti voglio bene" e altre cose che facciamo quasi tutti e poi "posso uscire" nel mio caso.
Già non mi piace quando lo devo fare io!
Figurati quando me lo fanno gli altri.Fa un bel respiro e mi stringe la mano.
Capisco che non è niente di buono.
Ma se mi voleva lasciare...non faceva così.
No?
Non penso che un ragazzo quando lascia la propria ragazza, le stringe la mano, o è agitato manco stesse andando in guerra."Tu sai che lavoro faccio io, no?"
Interrompe i miei pensieri.Certo che domande?!
Anche quello rende difficile la nostra relazione."Certo"
"Bene...come faccio a dirtelo!"
Impreca nervoso."Ascolta...non ti devi innervosire così...a tutto c'è una soluzione...tranne alla morte...e non credo e spero...sia il tuo caso.
Quindi tranquillo e vedrai che tutto si risolverà e se vuoi lo faremo insieme"
Lo rilasso, accarezzando le nocche della sua mano.
Mentre lo guardo dritto negli occhi.
Quelli occhi....persi...tristi.Vederlo così mi distrugge.
"Io era da un po' che non venivo mandato in qualche posto.
Di recente...mi hanno convocato per dirmi...che presto....ecco...dovrò andare in Iraq"
Si ferma un attimo...credo per vedere come sto.Il punto è questo...non lo so neanche io.
Mi sento persa...come se non appartenessi a questo mondo...come se non fossi qui.
È tutto sbagliato."Per...per quanto tempo?"
Chiedo con voce tremante."Non si sa"
Abbassa la testa."So che non è facile.
Ti chiedo scusa se ti ho messa in questa situazione"Non rispondo mentre lascio scivolare una lacrima, lungo la mia guancia.
"Stai bene?"
Domanda guardandomi.Non rispondo...non né ho le forze.
Rispondo muovendo la testa.
No."Mi dispiace.
Ti prometto che tornerò....e che prima della partenza farò il possibile per farti passare i momenti più belli della tua vita"
Mi abbraccia e io nascondo il mio viso, nell'incavo del suo collo.Non sarà facile neanche per lui.
Credo che un minimo di paura, ci sia, dentro di lui.
Deve essere lui quello a lasciare tutto....e cercare di salvarsi la pelle lì.
Poi chissà che cosa vedono.
L'inferno a mio parere.
Io sarò quella sotto un tetto e non in pericolo di vita.
Devo farcela....devo farlo per me....ma soprattutto per lui."Me lo prometti che torni?"
"Certo.
Come sempre"Alzo la testa e lo bacio.
Voglio che si ricordi di ogni cosa, quando sarà in Iraq.
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Un amore impossibile. {IN REVISIONE}
Teen FictionL'amore non ha età. L'amore se vero, sopravvive a qualsiasi difficoltà, soprattutto alla distanza. Ma è effettivamente così? Un uomo realizzato, con un forte senso del dovere, una famiglia sulle spalle. Una ragazzina in piena crisi adolescenziale, a...