Una ragazza, ci ha riportate a casa, a me e Ingrid.
Lei prima di farmi entrare in casa, mi ha abbracciata, con un calore umano, incredibile, quasi come una mamma, anzi come una mamma, ma d'altronde, lei è in dolce attesta.
Quel bambino è proprio fortunato."Saremo forti, insieme"
Piangeva, io ricambiai l'abbraccio."Hai ragione"
Le dissi.Poco dopo, ritornai a casa.
Distrutta corsi in camera.
Per fortuna non c'era nessuno, non so perché e non so dov'erano.
Ma non mi importava, anzi, meglio così, avrei litigato,oppure mi sarei chiusa in camera e reclusa, proprio come sto facendo ora.Apro la porta, trovando camera mia immersa nel buio.
"Finalmente!"
Emetto un urletto, dallo spavento.Mio fratello?!
Che cosa vuole?
Non è proprio giornata."Riccardo che vuoi"
Dico esasperata."Dove sei stata?
È da un po' di tempo che sei strana"
Dice con tono accusatorio."Sono affari miei!
Io mi faccio mai i cazzi tuoi?
No!
Allora vedi di non rompere"
Non lo guardo, piena di rabbia.Mi afferra il braccio e costringe a voltarmi verso di lui.
Lo guardo con disprezzo."Lasciami.Ora"
Scandisco bene le parole."No signorina.
Ora mi dici tutto, sono stato chiaro?"Apro bocca, ma vengo fermata da lui.
"Sono tuo fratello e certe cose devo saperle, ora che non ci sono mamma e papà è anche meglio.
E vedi di non utilizzare più quel linguaggio con me"
Mi parla mentre punta il dito verso di me."Non sei Dio sceso in terra...quel che faccio io sono affari miei!
Potrei anche non essere più vergine e tu non potrai farci niente...è una"Molla uno schiaffo.
"Si può sapere che cosa ti prende?
Ah!
Centra quel ragazzo....come si chiama....Nicolas?"Colpito e affondato.
Come ha fatto...devo farmi forza.Ma il sentimentalismo è più forte della ragione.
"Non lo devi neppure nominare!
Lascialo stare!
Vattene!"
Lo spingo via e inizio a spingerlo, a dargli pugni sul petto.
Cercando di portarlo fuori dalla stanza.Scoppio a piangere, ma continuo.
All'inizio cercava di bloccare i colpi, ora è inerme, guarda e basta.
Il mio corpo da li a poco, non ce la fa più.
Affondo il viso sul suo petto.
Bagnando la maglietta, con le lacrime.Tutti i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci, il suo sorriso, la sua mano nella mia.
Quelle volte che mi stuzzica o mi faceva ridere.Scricciolo.
Il battito del suo cuore.
"Giulia...che cosa ti ha fatto?
Ti ha fatto del male?
Ti ha toccato?
Ti prego dimmi qualcosa!"
Esclama infine frustrato.
Mentre mi abbraccia.Mi asciugo le guance, con la mano.
Alzo il viso verso il suo."Non mi farebbe mai del male.
Non mi ha fatto niente.
Mi ha solo offerto la Coca-Cola.
Da lì è iniziato tutto....ci siamo innamorati"
Parlo con calma e occhi di nuovo lucidi.Ci sediamo sul letto.
"Racconta"
"Un giorno avevo deciso di prendere qualcosa...al panificio vicino scuola.
Non avevo i soldi per comprare la Coca-Cola...così lui pagò.
All'inizio lo odiavo.
Poi ci incontrammo di nuovo.
Col passare del tempo, uscimmo insieme, più volte.
Ogni volta fosse possibile, poi il numero di telefono.
Ho conosciuto sua sorella, il suo pancione, la storia della sua famiglia, ho conosciuto tutto di lui.
Tranne la cosa più importante....il suo lavoro"
Mi blocco con gli occhi spalancati e fissi in un punto."Eh...dov'è il problema"
Domanda curioso."É un militare...ed ha 19 anni"
Lo guardo negli occhi."Merda"
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Un amore impossibile. {IN REVISIONE}
Teen FictionL'amore non ha età. L'amore se vero, sopravvive a qualsiasi difficoltà, soprattutto alla distanza. Ma è effettivamente così? Un uomo realizzato, con un forte senso del dovere, una famiglia sulle spalle. Una ragazzina in piena crisi adolescenziale, a...