Sarah
Suono una delle mie canzoni preferite, "Who" di Zayn, e alla mente riaffiorano tutti i miei ricordi: il ricordo di mia nonna che tutte le volte mi costringeva ad accompagnarla a fare shopping facendomi provare tutti i vestiti colorati che io odiavo; il ricordo di quando mi preparava i suoi biscotti al cioccolato; il ricordo della prima torta preparata insieme, che io quasi facevo esplodere il frullatore; il ricordo di quando è nata la mia sorellina, lei era con me che mi abbracciava, che mi diceva che ora toccava a me farle da baby-sitter; il ricordo della volta in cui le chiesi se nemmeno la mia sorellina avesse un padre e lei mi rispose che il suo papà non sapeva nemmeno chi fosse, ma che non mi sarei dovuta preoccupare perchè la piccola Giusy avrebbe avuto una magnifica madre, una fantastica sorellona e una super-nonna; e per ultimo il ricordo più triste, quello in cui la mi diede prima di abbandonarmi, il suo medaglione. Smetto di suonare e accarezzo il medaglione appeso al mio collo, le lacrime mi rigano le guance, continuano a scendere, e piano piano nell'aria si diffondono i singhiozzi. Rimango lì così forse per qualche secondo, o qualche minuto, o mezz'ora, non ne ho idea, so solo che sono riuscita a liberare tutta la mia tristezza...
Esco dall'aula di musica e mi dirigo in camera sperando di non incontrare nessuno. Per una volta le mie preghiere sono state ascoltate, chiudo la porta, afferro le cuffie con il mio cellulare e faccio partire la playlist casule. Passano diversi minuti e senza accorgermene chiudo gli occhi.
Sono seduta nella sala d'aspetto dell'ospedale, accanto a me c'è il passeggino della mia sorellina Giusy. Ad un tratto mia mamma esce dalla una porta bianca di fronte: <Sarah, tesoro, la nonna ti vuole parlare, entra!> dice aprendomi la porta da cui è uscita. So che la nonna non sta tanto bene, ma sono sicura che si rimetterà presto, lei è forte, è la mia super-eroina... Infatti in questi giorni che è più debole non ha voluto farsi vedere da me, quindi presumo che ora stia meglio se vuole vedermi. Mi alzo ed entro nella stanza, mia nonna ordina a mia madre di uscire, io mi avvicino al suo letto: <Nonna> la chiamo con dolcezza, <Bimba mia, vieni...> mi sussurra, lei mi chiama sempre così, nonostante io abbia sedici anni sono sempre la sua bimba, e a me questo soprannome solo se pronunciato da lei non mi dà fastidio. Nella voce si sente il dolore che sta provando, io pensavo stesse meglio... Mi siedo sulla poltroncina accanto al suo letto e la guardo, i suoi occhi che prima erano vivi, brillanti, ora sono spenti e velati da lacrime. <Nonna, come stai?> domando con voce tremante, <Non preoccuparti, lo sai che la tua nonna è forte, e lo sei anche tu...> <No nonna, io non sono forte come te...> inizio a singhiozzare, <Sssssshhh, bimba mia mi accarezza la mano che avevo poggiato sul letto. All'improvviso si stacca da me e porta con fatica le braccia dietro il collo, sgancia il suo medaglione e me lo porge: <Voglio che questo lo teni tu, per me è la cosa più preziosa e non voglio che l'abbia qualcun altro...> io lo afferro lentamente, e le lacrime iniziano a velarmi gli occhi, <Nonna tu non mi abbandonerai mai vero?> <No tesoro mio, io starò sempre accanto a te>... tutto intorno a me comincia ad essere sfocato. Buio. Riapro gli occhi, sono seduta di nuovo sulla poltroncina in ospedale, sono passati due giorni da quando la mia nonna mi ha regalato il suo medaglione, e io non me lo tolgo da allora. Le sue condizioni a quanto pare sono stabili, ma io sono rimasta tutto il tempo affianco a lei, mi sono rifiutata di tornare a casa per riposare, di allontanarmi per mangiare, mia madre è preoccupata per me, ma io lo sono di più per mia nonna. Ora le sto stringendo la mano: <Nonna, ma davvero non mi abbandonerai?> <Davvero bimba mia, una promessa è una promessa> passano i minuti e io continuo a fissare le nostre mani intrecciate. Ad un tratto sento il macchinario che controlla i battiti, aumentare la frequenza dei "biiiip". Gli infermieri e i dottori fanno irruzione nella stanza, e cercano di allontanarmi da lei, lei mi sussurra: <Ciao bimba mia, io sarò sempre nel tuo cuore, ricordatelo... sii forte> <NO! NON MI ABBANDONARE NONNA! TI PREGO!> mi agito.
Sento qualcuno che mi scuote dalle spalle e delle voci che mi chiamano. Apro gli occhi di scatto mettendomi a sedere. Mi trovo da parte Alex e Sabry che mi guardano con aria preoccupata... ma cos? Dopo secondi di silenzio interrotto dai miei respiri pesanti causati dall'incubo, Alex mi asciuga una lacrima che stava rigando la mia guancia. Realizzo ciò che ho appena sognato e scoppio in singhiozzi: tutti gli anni la stessa storia... I miei amici mi accarezzano e abbracciano: <Ssssshhh... calmati tesoro> mi sussurra Sabry. Dopo diversi minuti mi tranquillizzo e mi rilasso tra le braccia del mio migliore amico e sotto le carezze di Sabry. <Ti va di parlarne?> mi chiede Alex, <N-n-no, preferirei di no, non voglio ricordare...> sussurro con la voce rotta, <Come vuoi...> <Grazie ragazzi!> dico con vera riconoscenza <Di cosa piccola?> <Di esserci!>. Sia Alex che Sabry mi abbracciano, e io non potrei chiedere di meglio in questo momento... è la prima volta che affronto questo giorno lontano da casa, da sola e avere vicino loro due mi fa decisamente sentire meno sola. <Bene ragazze, scusate, ma mi devo andare a preparare, stasera esco con Cath> annuncia il ragazzo cercando di cambiare discorso, <Non ti preoccupare... poi voglio sapere tutti i dettagli> affermo facendogli l'occhiolino, <Ovvio! Adìos belle fanciulle> saluta Alex uscendo dalla camera. <Bene Bella Addormentata, stasera ti porto in un posto, che andiamo a divertirci... e non puoi rifiutare> mi avvisa la mia amica, <Sabry, non mi sento di far niente... > <NO! Ti devi distrarre, non puoi stare qui a deprimerti!> <Ma non me la sento...> <Sì che te la senti! Forza! Doccia! Che Simon ci porta per le nove e sono le sette!> mi urla spingendomi in bagno. Sbuffo e inizio a svestirmi svogliatamente. Rimango un po' sotto il getto dell'acqua bollente per rilassarmi e togliermi un po' quel peso dovuto all'incubo. Esco dal bagno e trovo un vestito rosso cortissimo poggiato sul mio letto: <Io non mi metterò mai addosso questo coso... mi dispiace...> avviso Sabry, <Ufff... come sei noiosa... e va bene!> sbuffa, apre il mio armadio e scava in profondità uscendone con un vestito blu notte, con le spalle in pizzo, stretto ma che non segna... decisamente meglio! Lo indosso, asciugo i miei capelli senza pettinarli (non sono in vena) e, nonostante gli insulti della mia cara amica, indosso le mie converse bianche, un filo di matita e mascara... Pronta per questa serata scaccia-pensieri!
Usciamo e puntualiarriviamo al ristorante cinese del campus dove troviamo Simon che ci aspetta.Mentre mangiamo quest'ultimo e Sabry parlano tra di loro, e io devo dire che misento un po' il terzo in comodo... Assaggio in silenzio qualche piatto, ma lanausea di oggi permane. Usciamo e ci dirigiamo al famoso locale dove danno lafesta.... quando arriviamo già da fuori si sente il rimbombo la musica, e comeentriamo un forte odore di alcool e fumo ci accoglie...
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Questo capitolo è per augurarvi buone feste! (Buon Natale in ritardo) ma soprattutto Buon Anno!!!
Un abbraccio
Lacrimedoro
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Trust [#Wattys2019]
Teen Fiction[COMPLETATA] FIDUCIA, una cosa difficile da dare e altrettanto da ottenere, soprattutto dopo certe esperienze... Come la nostra protagonista Sarah, che sta affrontando un'esperienza del tutto nuova con un passato duro alle spalle... Ma una cosa ha...